Il chief investment steering & sustainability officer della holding GIH parla dei passaggi che hanno portato alla nuova struttura semplificata, in cui investimenti e sostenibilità seguono una traiettoria comune.
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Un lavoro di “semplificazione” e di focalizzazione sulle diverse strutture core del gruppo, l’insurance e l’asset management. La riorganizzazione societaria operata dal gruppo Generali nei mesi scorsi è il punto di arrivo di un processo di risposta della società alle nuove richieste del mondo della gestione. Si supera la precedente business unit Asset & Wealth Management e a guidare tutte le società di investimenti a livello globale si conferma la già esistente Generali Investments Holding (GIH) che oggi controlla 12 società, con la recente acquisizione dell’americana Conning e delle sue affiliate. Acquisizione che ha portato Generali Investments “nella top 10 europea per asset gestiti” con oltre 662,4 miliardi di dollari.
A tracciare insieme a FundsPeople il perimetro della riorganizzazione e gli indirizzi negli investimenti dell’ecosistema di asset management Filippo Casagrande, chief investment steering & sustainability officer di GIH. “Questo cambiamento organizzativo vuole accelerare ulteriormente la crescita del gruppo, con una struttura più efficace nel fornire performance e servizi di eccellenza. Ci rivolgiamo sempre ai nostri clienti attuali ma puntiamo ad aumentare la quota clienti terzi a livello globale, anche con gli investitori istituzionali come fondi pensione, fondi sovrani e società di assicurazione”. Casagrande enumera anche le varie realtà di Generali Investments: dal real estate (“in cui gestiamo oltre 40 miliardi di euro di AuM”), agli investimenti nel mondo infrastrutturale, (fino a 10 miliardi) con Infranity e Sosteneo SGR. Poi le altre società (come Plenisfer e Aperture Investors) che hanno un focus maggiore sulle strategie total return. Fino ad arrivare a Sycomore (investimenti ESG) e Lumyna (Ucits alternativi). Nell’ambito della nuova struttura, ribadisce Casagrande, “un dettaglio importante è la coerenza con l’ingresso di altre società nel perimetro, da qui l’acquisizione di Conning e delle sue affiliate Octagon, Global Evolution e Pearlmark che integrano le nostre competenze nel reddito fisso, credito alternativo e immobiliare”.
Investimenti e sostenibilità
In questo ecosistema la posizione in ambito investimenti e in ambito sostenibilità assume connotati rilevanti in termini di “indirizzo”, in merito “al raggiungimento degli obiettivi e alla misurazione delle rispettive performance”. Soprattutto, la decisione di mettere in capo a un soggetto entrambi gli indirizzi suona come una dichiarazione di intenti, che si concretizza nel “determinare la sostenibilità come opportunità di investimento e di crescita”.
Negli ultimi sette anni, afferma Casagrande, “il lavoro di integrazione della sostenibilità nel processo di investimento è avanzato lungo diverse direttrici, su tutto la disponibilità e la qualità dei dati, su cui abbiamo investito molto in termini di impegno finanziario e di risorse”. Da qui la costruzione anche di team specializzati nell'analisi e nella misurazione di questa sostenibilità con un peso distribuito fra le tre componenti ESG: “L’ambiente, che di solito assume un peso maggiore, canalizza circa il 40% dei nostri investimenti, il restante 60% è distribuito tra la parte social e quella governance”, afferma Casagrande che specifica come sia richiesto a tutte le società della holding di “avere dei requisiti minimi di sostenibilità”, con un focus maggiore su quelle che hanno gli ESG come leva centrale “penso a Sosteneo SGR e Infranity, che operano nell’ambito infrastrutturale”.
La riorganizzazione di Generali si pone anche come presidio nell’asset management a fronte delle incognite geopolitiche. “L’obiettivo – prosegue l’esperto – è offrire più strategie, più prodotti in grado di rispondere a questo periodo di incertezza. Oggi è fondamentale aprirsi alle nuove opportunità in asset class meno tradizionali come le infrastrutture e il debito privato, segmenti che possono aiutare a diversificare e a proteggere il capitale nelle fasi alterne dell’inflazione e, al contempo, a supportare l’economia reale”.
Un ultimo aspetto va alla strategia di gestione proprio in risposta allo scenario generale: “Nel 2023 l'industria è cresciuta, ma è cresciuta soprattutto contro il mondo della gestione attiva. Ciò che offriamo con la piattaforma GIH è un ampliamento delle soluzioni disponibili. A livello di business – conclude – puntiamo a mantenere una gestione con basso track record, ma capace di seguire l’andamento dei mercati anche di fronte a un contesto macroeconomico difficile come quello che stiamo vivendo nel 2024”.
Tratto dalla rivista FundsPeople di maggio n. 84