Casati (Merito SGR): “Investiamo nel private debt con focus sulle nicchie con pochi operatori ma tantissime operazioni”

Gabriele Casati News
Gabriele Casati, foto ceduta (Merito SGR)

Un’esperienza da pionieri nel private debt e la decisione di modellare nuove opportunità di business legate a questa asset class. Merito SGR, società di gestione del risparmio fondata e controllata pariteticamente da Gabriele Casati e Alberto Arrotta, nasce nel 2021 con un focus specifico su FIA chiusi riservati. E sempre nel 2021 (a dicembre) l’SGR lancia il suo primo FIA riservato a investitori istituzionali: Merito Private Debt Fund, fondo ESG (ex. Articolo 8 SFDR) e PIR compliant. Il primo closing, ad aprile di quest’anno, raccoglie circa 75 milioni di euro con sottoscrizioni di peso, come quella del Fondo Italiano d’Investimento e dell’European Investment Fund.

La società d’altronde vanta un pregresso importante: i suoi fondatori arrivano tutti da una precedente esperienza condivisa con Azimut, avendo contribuito alla definizione e al lancio di Antares AZ I uno dei primi fondi di private debt riservati nel nostro Paese, che ha avviato la raccolta nel 2016 (nel 2020 è terminato il periodo di investimento). Con la nascita di Merito, i soci fondatori ottengono da Azimut Libera Impresa SGR il conferimento della delega di gestione del portafoglio del fondo Antares AZ I, di cui Casati è, insieme a Stefano Romiti, partner fondatore e Arrotta senior advisor. “Il fondo Antares AZ I ha fatto da apripista nel private debt italiano”, racconta a FundsPeople Casati, amministratore delegato di Merito.

Un fondo ESG e PIR compliant

Il fondo ha una raccolta target tra i 130 e 150 milioni, “e la dimensione è compatibile con la size che noi immaginiamo per i singoli investimenti”, afferma l’AD. “Abbiamo raggiunto il primo closing abbastanza velocemente e da settembre stiamo continuando l’attività di fundraising”. Merito Private Debt possiede diverse caratteristiche importanti, oltre a essere Pir compliant, e a godere dei benefici fiscali associati a questo tipo di investimento, distribuisce proventi ai propri investitori, di anno in anno. “Perché il Private Debt a differenza del Private Equity può contare su flussi di cassa da subito (che derivano dagli interessi che le società pagano e da tutta una serie di commissioni up front) e quindi è in grado di distribuire già dal secondo anno ai suoi investitori”. Altra caratteristica del fondo è che può investire limitatamente in equity “sempre però in correlazione all’investimento di debito”, specifica Casati. “Questo per non snaturare la filosofia del fondo, che rimane di Private Debt, ma al contempo poter aumentare il rendimento”. Il dettaglio più importante, tuttavia, è strettamente connesso al profilo ESG di Merito Private Debt e “riguarda la correlazione di una parte della nostra remunerazione (il cosiddetto carried interest) al raggiungimento da parte delle società in cui investiamo di specifici parametri ESG”. Il dettaglio rientra anche nella collocazione del fondo come articolo 8 SFDR. “Significa che c’è un allineamento reale del team di investimento con il processo ESG delle società in cui il fondo investe”.

La duplice anima del private debt

Un fondo che investe sulle Pmi, con peculiarità connesse alle scelte dei sui creatori e alle opportunità offerte dal mercato, dunque. Un mercato, quello del private debt che a detta di Casati presenta una “duplice anima” legata alla presenza di caratteristiche differenti a seconda della dimensione delle operazioni e a seconda dell’ambito di finanziamento. Nel primo caso, l’esperto ricorda come nelle operazioni di investimento, “sopra i 15 milioni di euro operino principalmente investitori stranieri che spesso hanno una soglia di investimento sopra i 40 milioni”. Nella nicchia inferiore, indicata da Casati come “estremamente interessante”, ci sono pochi operatori italiani di private debt “ma tantissime operazioni”, che offrono un’ampia diversificazione all’investitore istituzionale. A motivare questa abbondanza è la composizione stessa del mercato italiano, in cui “l’operazione tipica è quella in cui le emissioni avvengono da parte di piccole e medie imprese”. Merito si posiziona appunto nella nicchia sotto i 15 milioni, e quella appena descritta è una delle due componenti del mercato del private debt italiano.

“L’altra caratteristica che rileviamo è l’esistenza di due spazi”, continua Casati, indicando da un lato la presenza di finanziamenti a società e ai loro piani industriali “con caratteristiche di natura molto bancaria, i cosiddetti minibond”. Ambito in cui la concorrenza “è importante”. Scarseggiano invece i competitor nell’ambito delle operazioni straordinarie e nel finanziamento di M&A, per lo più condotte da private equity, imprenditori o da club deal. “Nell’ultimo anno le pipeline dei vari fondi di private debt operativi sono state molto ricche, diversamente nell’ambito dei minibond sono andate un po’ a rilento perché il mercato esiste ed è anch’esso interessante però c’è maggiore competizione”.