Casse di previdenza, patrimonio in su (anche grazie ai fondi comuni)

salvadanaio, risparmio
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Sempre più fondi comuni tra gli investimenti preferiti dalle Casse di previdenza. Secondo le ultime stime di Adepp (Associazione degli Enti previdenziali privati e privatizzati) quasi la metà del patrimonio confluisce in fondi comuni (mobiliari e non). Negli anni la gestione degli investimenti si è modificata notevolmente. Le Casse, nel 2019, gestiscono direttamente circa il 32,6 per cento del loro patrimonio. La restante parte viene gestita tramite gestori qualificati (in decrescita) o fondi comuni (OICR e OICVM), quest’ultima in forte crescita. Dal 2013 infatti gli investimenti in questa tipologia di risparmio gestito è passata dal 24,9 per cento degli attivi al 49,4. Nello specifico, per motivi legati alla semplificazione della gestione dell’investimento, la gestione tramite OICR/OICVM sta acquisendo un peso sempre maggiore. In questo tipo di gestione sono principalmente confluiti quegli strumenti che prima venivano gestiti in modo diretto. Rimane quasi costante, invece, negli anni la gestione indiretta tramite intermediari specializzati che copre il 18 per cento delle risorse.

OICR

Un trend positivo che ha portato anche ad una crescita continua e costante del patrimonio passando dai circa 65,6 miliardi di euro del 2013 ai circa 96 miliardi del 2019, con un incremento di 46 punti percentuali.

Patrimonio

Gli investimenti in fondi mobiliari passano poi da 8,3 miliardi di euro del 2013 ai quasi 27 di fine 2019, quindi più che triplicati. Negli ultimi 7 anni, si è registrata una considerevole crescita degli investimenti in azioni anche tramite fondi mobiliari che sono passati dal 9,8 per cento degli attivi ad un più rilevante 17,4 per cento. Incremento giustificato anche dalla necessità di accrescere i rendimenti e compensare i bassi rendimenti sugli altri strumenti. Sugli investimenti si guarda anche alle possibili collaborazioni come quella che ha portato all’acquisto di quote di Banca d’Italia per un controvalore complessivo di 1,2 miliardi di euro. “Nell’ambito dell’autonomia di ogni Cassa sempre di più valutiamo le sinergie perché insieme abbiamo massa critica maggiore, con possibili risvolti positivi sui livelli di redditività e sulle ricadute degli investimenti sul lavoro dei professionisti nostri iscritti”, dice il presidente Alberto Oliveti.

E la gestione diretta?

Per quanto riguarda invece la gestione diretta degli investimenti, la componente in fondi immobiliari è passata dai 7,4 miliardi di euro del 2013 ai 14,8 miliardi di euro del 2019. La gestione diretta degli immobili, invece, dal 17,6 per cento del 2013 passa al 4,6 per cento nel 2019. “C’è da notare che gran parte degli immobili sono stati ereditati da quando le Casse erano sotto gestione pubblica, quindi negli anni precedenti alla privatizzazione, dice il presidente di Adepp. "Le Casse hanno ridotto la quota di immobiliare, qualificandola. Il mattone resta un investimento coerente con la finalità previdenziale che perseguiamo purché dia una redditività costante e affidabile. Investiamo dunque con un’opportuna diversificazione e cercando gestori esperti”.

La quota più rilevante di gestione diretta è, invece, dovuta ai Titoli di Stato (anche se la quota maggiore di questi è gestita in forma indiretta) che contribuiscono per più di un quarto alle attività direttamente gestite. Un’altra voce di particolare rilievo è data dalla liquidità che pesa sul totale del patrimonio direttamente gestito per circa il 17,7 per cento.

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Più Italia, più ESG

Dal report si evincono poi due interessanti dati: da una parte la quota investita in Italia, dall'altra l'attenzione che le Casse hanno rispetto agli strumenti ESG. Per quanto riguarda il primo dato è pari al 38 per cento. Va però notato che se alla quota investita in Italia vengono aggiunte le altre voci quali la liquidità, le polizze assicurative e le “altre attività” tutte detenute in Italia, anche se non investite, il patrimonio delle Casse, nel nostro Paese, ammonta a circa il 53 per cento del totale.

Sulle scelte strategiche di allocazione secondo i criteri ESG, a fine 2019 gli investimenti ammontano a circa 8 miliardi di euro e sono in forte crescita. In alcuni casi, gli investimenti ESG, superano l’80 per cento del capitale investito. “Sicuramente quello che il Covid-19 ci porta è l’esigenza, anche negli investimenti, di essere più vicini ai nostri professionisti", dice Oliveti. "Dobbiamo investire sempre di più in settori vicini agli ambiti di lavoro degli iscritti e con un’attenzione sempre maggiore all’ambiente, che è il nostro spazio vitale. Non dimentichiamo che siamo Casse di previdenza e non perseguiamo scopi speculativi ma salvaguardiamo gli interessi degli iscritti attuali e futuri. Non c’è maggiore attenzione al futuro di quella che tiene in considerazione l’ambiente, la buona governance e la tensione sociale, che - se pensiamo alla pandemia in atto - può diventare una delle bombe esplosive reliquate che resterà dopo la crisi meramente sanitaria”.