Cawker (BNY Mellon): “Ecco come perseguiamo rendimenti non correlati”

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Nel corso del 2017 le strategie hedge hanno garantito performance interessanti, in particolare equity long/short e global macro, con l’indice HFRI Fund Weighted Composite che ha accumulato una performance positiva del +7,2% (al 31/10). Tra gli alternativi azionari long/short troviamo un prodotto con doppio rating BC, il BNY Mellon Absolute Return Equity Fund. Il comparto, gestito da Andy Cawker da gennaio 2011, mira a fornire un rendimento assoluto positivo in tutte le condizioni del mercato. In particolare, l’obiettivo del comparto è quello di generare rendimenti non correlati in un mondo in cui molti investimenti sono altamente correlati. “Il fondo non segue i ribassi e i rialzi dei listini azionari, negli ultimi anni non ha seguito neanche i saliscendi dei mercati obbligazionari. Adottiamo coperture di portafoglio rigorose, il portafoglio è market neutral, con un rischio molto basso, e mira a conseguire alfa e non beta per gli investitori”, afferma Cawker.

Strategie di investimento

Il fondo viene gestito utilizzando un approccio di tipo bottom-up e pair-trading, coprendo le posizioni da tutti i rischi indesiderati. L’analisi fondamentale è una componente importante del processo di investimento. “Non basta solo questo, ma anche una piena comprensione delle valutazioni azionarie, così da poter investire in diversi momenti del ciclo dei mercati azionari e utilizzando approcci diversi”, dice il fund manager.

Il team di gestione non utilizza un’unica metodologia di analisi fondamentale per tutte le aziende e in tutti i momenti di mercato ma “è molto importante adattarla in modo che le società siano selezionate sulla base di quello che è lo scenario effettivo in cui si opera. Scegliamo i titoli sulla base dei feedback che abbiamo dalle società stesse in termini di aree che crescono e altre che sperimentano difficoltà”, precisa Cawker. L’approccio pair trading aiuta il team di gestione a capire come effettivamente eliminare i rischi indesiderati e “ci consente di selezionare con precisione i rischi da assumere e quelli da coprire, adattando il portafoglio di conseguenza”.

Inoltre, per il gestore è fondamentale che i membri del team di gestione uniscano le loro idee in un risultato finale a basso rischio e bassa correlazione con altri investimenti. “Pertanto è fondamentale ottenere un portafoglio ben bilanciato: ad esempio oggi è importante che il fondo non sia dipendente dal fatto che Trump riesca o meno a propugnare la propria agenda fiscale, o dall’aumento o dal calo dell’inflazione o del dollaro. Preferiamo utilizzare il nostro tempo per selezionare le società che sono vincitrici (e perdenti) nei rispettivi settori”, precisa.

Gestione del rischio

Negli ultimi 10 anni la tecnologia ha cambiato drasticamente l’abilità di processare informazioni e comprendere i rischi in portafoglio. La società dispone di un team indipendente addetto al monitoraggio del fondo che sottopone il portafoglio a stress test periodici e cerca il modo migliore per coprire il portafoglio e aumentare o diminuire l’esposizione quando appropriato. “Il controllo e la gestione del rischio è una parte fondamentale del fondo, che migliora di anno in anno. In questo modo le posizioni sono estremamente decorrelate le une dalle altre e la volatilità totale è molto inferiore perché si compensano a vicenda", afferma Cawker. Il comparto utilizza strumenti derivati allo scopo di generare rendimenti, per coprire il portafoglio e controllare i rischi. Abbiamo un approccio ‘delta 1’, utilizziamo swap e future sugli indici ma non le opzioni. I future offrono una soluzione liquida per coprire l’esposizione di mercato”, dice il gestore.

Strategie di asset allocation

In termini di diversificazione geografica, il fondo investe prevalentemente in titoli azionari europei, con una propensione per il Regno Unito, ma può anche investire in Paesi emergenti europei. Per quanto riguarda l’ammontare di capitale in ciascun settore, l’area in cui il fondo ha l’esposizione più grande è l'IT. “Vediamo forti venti a favore delle società tecnologiche, soprattutto per quanto riguarda i produttori di microprocessori che stanno attraversando un forte ciclo di domanda a fronte di una limitata capacità di incrementi produttivi dal lato dell’offerta”, dice il gestore. Il comparto investe anche nel settore dei beni di consumo discrezionali (media, servizi) e sui titoli finanziari (non solo banche, ma anche assicurazioni, real estate e altri gestori finanziari).

Dando uno sguardo alle posizioni del fondo, una delle aziende su cui il team di gestione è particolarmente positivo è Vivendi, un grande gruppo media. “Ci piace perché possiede Universal Music Group. Sui mercati azionari, i media hanno subito l’effetto dirompente di Internet, le agenzie pubblicitarie sono in difficoltà a causa di Twitter e della disintermediazione, le società televisive sono sfidate da Youtube e Netflix. Così i titoli dei media fanno fatica a performare bene. Infatti, acquistando Vivendi, assumiamo una posizione al ribasso sul settore mediatico europeo, beneficiando della crescita del business di streaming musicale, e copriamo gli altri rischi legati al settore media”, spiega il fund manager. In questo caso, l’analisi fondamentale bottom-up si concentra sul valore e sulla crescita dello streaming musicale.