Nella sede milanese della SGR focalizzata sul rendimento assoluto, gli esperti di fund selection spiegano a FundsPeople le loro modalità di lavoro e le strategie di selezione.
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Nella sede milanese della SGR focalizzata sul rendimento assoluto, gli esperti di fund selection spiegano a FundsPeople le loro modalità di lavoro e le strategie di selezione.
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Un sistema di selezione dei fondi con peer group ben strutturati e dettagliati. D’altronde, come sottolinea Massimiliano Orioli, partner e responsabile gestioni patrimoniali e Advisory Desk di Anthilia SGR, “classificare i fondi in maniera corretta è fondamentale”. Nella sede milanese della società di gestione, da sempre focalizzata sul rendimento assoluto (ad oggi gestisce oltre 2.5 miliardi di euro attraverso fondi chiusi e aperti, gestioni di portafoglio, mandati istituzionali e servizi di financial advisory), Orioli e il collega Alberto Bianchi, analyst, spiegano a FundsPeople le loro modalità e strategie di selezione per scegliere un gestore “davvero bravo, non soltanto fortunato”. La squadra lavora a stretto contatto con il team di gestione dei fondi. “Il nostro vantaggio sta nel non avere specializzazioni, con l’opportunità di confrontarci giornalmente a 360 gradi su tanti aspetti diversi”, dicono.
Registrata come PMI innovativa dal 2017, gli esperti si avvalgono di un database interno di circa 10 mila fondi. Podessys è, infatti, una piattaforma di analisi proprietaria, un software registrato che permette di fare analisi, simulazioni e monitorare l’andamento delle performance dei fondi. Attraverso questo strumento suddividono l’universo dei prodotti in tre grandi categorie: fondi a benchmark, total return e absolute return. “Fatta questa prima distinzione, classifichiamo i fondi per tipologia, seguendo le classiche categorie Morningstar".
A quel punto ci sono cinque indicatori chiave che servono per valutare ogni singolo fondo: efficienza, controllo del rischio, persistenza, gestione attiva e decorrelazione. "Con questa analisi abbiamo la possibilità di creare dei ranking sulla base di uno score che è una pesatura, variabile in funzione del cluster di appartenenza, di queste cinque metriche fondamentali", continua Orioli. Il peso attribuito a ciascuna grandezza varia quindi in funzione del tipo di delega. Per intenderci, “la decorrelazione, ad esempio, sarà sicuramente più importante nel cluster absolute return che in quello a benchmark”, chiarisce il fund selector. In questo modo, inoltre, l’analisi permette di indicare quanto incide ogni indicatore chiave sul ranking complessivo di ciascun prodotto all’interno del peer group di appartenenza e permette di individuare con facilità i punti di forza e di debolezza di ciascun fondo.
1/5Dopo aver calcolato lo score e il ranking, il team di fund selection attua anche un’analisi per così dire temporale, sia cumulativa (a tre e cinque anni) sia anno per anno. In questo caso il ranking finale è frutto della media di tutti gli score ottenuti dai fondi nei vari anni. Così facendo, è possibile valutare molti anni di storia di una singola strategia. Se un fondo non ha un track record in un certo anno, gli viene attribuito uno score neutro, frutto della media dei fondi presenti in quell’anno. “L’idea principale è quella di individuare la bravura di un gestore, non la sua fortuna. Spesso un fondo può avere avuto delle perfomance brillanti per tre anni consecutivi, ma questo non ci dice se davvero è stata l’esperienza del gestore o, per esempio, quel determinato momento propizio sui mercati ad ottenere buoni risultati”, spiega Orioli.
La gestione attiva è la chiave di volta per la società. “Se vuoi differenziarti devi offrire al cliente qualcosa che produca un ritorno a lungo termine. Per questo selezionare gli ETF per noi ha senso solo come strumento tattico per i portafogli di gestione patrimoniale”.
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Accanto al processo quantitativo, anche per Anthilia quello qualitativo è importante. Una volta selezionati i prodotti migliori, in fase di due diligence gli esperti si confrontano personalmente con la casa prodotto. “Facciamo incontri con gestori, sales, chiediamo di visionare questionari dettagliati per capire meglio il processo di investimento. In sintesi cerchiamo cinque aspetti importanti: un team leader con spiccata personalità, brillante e responsabile della performance del fondo; un prodotto che abbia dietro un processo semplice e trasparente; la condivisione degli interessi da parte del gestore (che sarebbe meglio co-investisse nel suo prodotto); un lungo track record e la capacità di individuare dei vantaggi competitivi in termini informativi sui mercati in cui i gestori operano".
3/5La scelta dei prodotti varia, certo, in base alla linea di gestione o al portafoglio “cucito su misura” dei clienti. Ma ci sono dei punti comuni nell’ambito della selezione dei fondi. “Negli ultimi anni con le politiche espansive delle banche centrali e i tassi ai minimi abbiamo escluso le strategie di reddito fisso tradizionali - spiegano i due esperti -. Ora però, nell’attuale contesto di mercato, pensiamo che avere fondi più direzionali sull’obbligazionario potrebbe rivelarsi efficiente per l’allocazione. Abbiamo ridotto anche il rischio di portafoglio e stiamo limitando tutte le strategie alternative che negli ultimi mesi hanno avuto una volatilità piuttosto elevata. Come detto prima, attualmente preferiamo l’obbligazionario e in particolare i fondi obbligazionari convertibili, che possono offrire un contributo interessante per la diversificazione di portafoglio”.
Sul fronte equity, il team sta costruendo posizioni su tematiche specifiche, come infrastrutture, clean energy, biotecnologia. Piacciono anche i fondi azionari long short equity che investono nelle small caps. “Possono aiutare i gestori a fare alpha con lo stock picking”.
4/5All’interno del team Alberto Bianchi segue da vicino le tematiche legate alla sostenibilità. Anthilia ha sottoscritto i PRI da un paio d’anni ed è allo studio un vero e proprio processo di selezione ESG. “Pur non avendo ancora dei vincoli specifici nell’ambito dell’universo investibile, abbiamo cominciato a fare uno screening. Sulle gestioni preferiamo certamente soluzioni ex articolo 8 e 9 e stiamo attenti a verificare se, data una determinata strategia che ci interessa, esista anche una replica ESG. Lavorando anche con le piccole boutique, non sempre queste però hanno un team dedicato alla sostenibilità”, conferma Bianchi.
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