Chelli (Lyxor ETF): “L’asset allocation cross-asset in ETF sta diventando sempre più rilevante”

Giorgio Fata
Giorgio Fata

Nel 2017 Lyxor ETF ha superato i due miliardi di euro di raccolta netta in Italia, facendo registrare il miglior dato dal 2002. “Su Monte Titoli abbiamo raggiunto un patrimonio di circa 12 miliardi di euro e, su Borsa Italiana, nel 2017 siamo stati il primo ETF provider per numero di contratti e per controvalore negoziato: inoltre, con 155 ETF, disponiamo del range di prodotti passivi più ampio”, afferma Marcello Chelli, referente per i Lyxor ETF in Italia.

La società sta puntando su nuovi target di clientela che travalichino i classici fondi e gestioni patrimoniali. “Stiamo ampliando il nostro business verso le soluzioni assicurative, sia miste sia unit linked, che manifestano una maggiore propensione all’investimento in ETF a fronte dell’entrata in vigore di MiFID II. Infatti per le assicurazioni, dato che è diventato fondamentale contenere il costo complessivo delle soluzioni di investimento, la riduzione dei costi degli strumenti sottostanti (grazie agli ETF) diventa strumentale per non essere costretti a comprimere i propri margini”.

Trend dell’industria e prodotti su cui puntare

Chelli osserva come negli ultimi anni il mercato si stia orientando maggiormente verso soluzioni cross-asset, a volte a ritorno assoluto. “Negli ultimi anni la cross-asset allocation realizzata attraverso ETF è diventata più rilevante, a discapito dell’attività di stock picking tradizionale. Si osserva una transizione verso una gestione attiva basata su ETF ed, inoltre, l’ETF non è più solamente un strumento di market access, ma è diventato anche uno strumento di gestione del rischio (si pensi agli ETF Short su Btp e Bund per gestire il rischio di rialzo dei tassi)”.

Nella gamma prodotti Lyxor, tra i comparti che hanno registrato i maggiori inflow nel 2017, si registrano il primo ETF PIR azionario, gli ETF su bond a tasso variabile e gli ETF obbligazionari short su Btp e Bund (usati con finalità di copertura dai rialzi dei tassi di interesse). Nel 2018 la società si conferma pioniere in campo PIR con il lancio, a febbraio, del primo ETF PIR obbligazionario denominato Lyxor Italia Bond PIR UCITS ETF. “È un prodotto che mancava nel settore del risparmio gestito dato che sul mercato si contano solo due prodotti obbligazionari puri PIR, che lo scorso anno hanno raccolto 13 milioni di euro, a fronte degli 11 miliardi raccolti dai PIR: al momento è quindi ancora una nicchia di mercato poco presidiata”.

Per quanto riguarda la componente fixed income, “a fronte del rischio di rialzo dei tassi, abbiamo riscontrato un forte interesse verso i nostri ETF sui bond a tasso variabile in euro e in dollari US a cambio coperto, nonché verso gli ETF High Yield a bassa duration in Euro e USD Euro Hedged.”. Nell’ambito delle strategie fattoriali, la società ha puntato sui prodotti multi-factor che si prestano ad un utilizzo più semplice e immediato.