Chi vince e chi perde nel mercato europeo degli ETF durante la crisi Covid-19

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Esteban Lopez, Unsplah

Il primo semestre del 2020 è stato un periodo di grande turbolenze sui mercati finanziari, sia nel reddito fisso che nei mercati azionari, in cui abbiamo vissuto un crollo storico (per la profondità e la velocità con cui si è verificato) seguito da una ripresa altrettanto storica (anche in questo caso per ampiezza e la rapidità). Durante questi primi sei mesi di volatilità e incertezza è possibile affermare che, in termini generali, l'industria degli ETF in Europa ne è uscita rafforzata.

Secondo i dati Morningstar, dopo i deflussi per 4,4 miliardi di euro registrati dai fondi quotati nel primo trimestre, il settore ha registrato una forte ripresa nel secondo trimestre, con una raccolta netta che ha raggiunto i 33,4 miliardi. Le attività complesive hanno recuperato a quota 903 miliardi, dai 780 miliardi nel primo trimestre. Si tratta di oltre 120 miliardi di euro, grazie soprattutto all'effetto mercato ma anche all'arrivo di nuovi capitali. Ma il denaro non è fluito a tutti i fornitori di ETF allo stesso modo e alcuni gestori di fondi sono usciti dalla crisi in una posizione più forte.

BlackRock ha ottenuto i risultati migliori. Tra gennaio e marzo, l'azienda ha registrato deflussi netti per 1,1 miliardi, mentre tra aprile e giugno ha attratto ben 19,4 miliardi, che le hanno permesso di guadagnare due decimi di quota di mercato in questi tre mesi. Ora, la fetta di torta di cui gode a livello europeo è del 44,6%. In termini assoluti, BlackRock ha oltre 400 miliardi di attivi di ETF in Europa.

Il suo successo è stato costruito sul predominio nel segmento degli ETF a reddito fisso. Nel secondo trimestre gli investitori sono stati molto favorevoli a questo tipo di prodotto, che ha attirato il 70% dei flussi trimestrali. E qui BlackRock sta riuscendo a posizionarsi come azienda di riferimento. Basti pensare che dei 10 fondi a reddito fisso quotati che hanno attirato la maggior parte del business nel secondo trimestre, i primi nove sono targati iShares, con il Core Euro Corporate Bond ETF iShares come strategia che ha attirato la maggior parte del patrimonio.

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Fonte: Morningstar Direct. Dati al 30/06/2020. 

"Il secondo trimestre è stato un periodo di forti flussi per gli ETF a reddito fisso, con le preferenze degli investitori leader nel credito all'investimento", osserva José García Zárate. Come spiega l'analista di fondi passivi di Morningstar, nel settore azionario l'attività dell'ETF è stata meno intensa. "Nonostante la tendenza al rialzo dei mercati, i dati mensili mostrano che gli investitori hanno continuato ad agire con cautela ad aprile e maggio, chiudendo entrambi i mesi con leggeri deflussi sugli ETF azionari", rivela.

ETF azionari

La battaglia su questo tipo di strategie è stata molto più equilibrata. Nel secondo trimestre, solo un prodotto azionario ha superato il miliardo di afflussi netti. Si è trattato del UBS ETF MSCI ACWI SF.

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Fonte: Morningstar Direct. Dati al 30/06/2020. 

Una delle tendenze più interessanti in questa categoria è che gli investitori hanno assunto posizioni in ETF a tema ESG durante la crisi. In totale, i prodotto con una filosofia sostenibile ha raccolto 6,7 miliardi nel secondo trimestre, oltre ai 5,8 miliardi che hanno attratto tra gennaio e marzo. La maggior parte di questi è stata convogliata attraverso fondi azionari quotati.

È anche interessante vedere come, all'interno delle cinque categorie Morningstar che hanno ricevuto il maggior numero di flussi, tre sono di settore: tecnologia, sanità e materiali industriali. Il prodotto che ha registrato il maggior numero di incrementi netti nel secondo trimestre in tal senso è stato una strategia DWS: l'MSCI USA Information Tech Xtrackers.

Il gestore tedesco, il secondo più grande fornitore europeo, ha un patrimonio di ETF di quasi 100 miliardi e la sua quota di mercato alla fine del primo semestre era del 10,7%, due decimi in più rispetto al 31 marzo. Il suo saldo netto da inizio anno è positivo, così come quello di Amundi, quarto fornitore in Europa, che nel primo semestre ha guadagnato 400 milioni.

Ma non tutte le case di gestione hanno un equilibrio favorevole a livello di flussi nel primo semestre. Lyxor, terzo fornitore di ETF in Europa con un patrimonio di 70 miliardi e una quota di mercato dell'8%, ha tenuto bene nel primo trimestre, registrando afflussi 100 milioni di euro, ma il suo saldo netto semestrale è stato negativo a causa di deflussi per 500 milioni nel secondo trimestre. Segno meno ma con tendenze trimestrali invertire per UBS AM, per cui i primi tre mesi sono stati i peggiori.

Infine, due annotazioni. La prima, la resistenza mostrata da Vanguard nel primo trimestre. È stata la società che ha registrato più ingressi netti tra gennaio e marzo, con quasi 4 miliardi, uno sprint che non è riuscita a mantenere con la medesima portata nel secondo. In secondo luogo, il fatto che, degli otto maggiori fornitori di ETF in Europa, che rappresentano quasi il 90% del patrimonio, Invesco è stato l'unico a realizzare un afflusso netto positivo in entrambi i trimestri: 1,9 miliardi nel primo e 1,6 miliardi nel secondo.

Il ranking dei 20 maggiori provider di ETF in Europa per asset in gestione (dati in miliardi di euro)

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Fonte: Morningstar Direct. Dati al 30/06/2020.