Cina e Paesi emergenti, il risparmio gestito si confronta con un universo variegato e complesso

FundsPeople On Stage (foto Francesco Prandoni)

Investire sui mercati emergenti pone gli attori del mercato di fronte a un universo variegato e complesso, caratterizzato in molti casi da una variabilità dei rendimenti e dalla presenza di decorrelazioni che mettono in luce l’importanza delle scelte sia in termini di micro asset class sia in termini di fund picking.

A fare il punto sul settore e sulle caratteristiche degli investimenti tra Paesi, mercati e asset class è l’Osservatorio sul risparmio gestito, Cina e Paesi Emergenti realizzato da FIDA, Finanza Dati Analisi in esclusiva per FundsPeople, presentato da Luca Lodi, head of R&D della società, in occasione dell’evento FundsPeople On Stage “Mercati emergenti: sfide e nuovi scenari” che si è tenuto il 9 novembre, nella cornice del Teatro Gerolamo a Milano.

L’universo di riferimento sono i fondi commercializzati in Italia, da cui si è estratto un campione di strumenti con una focalizzazione geografica sulle economie emergenti, con l’inclusione anche della Cina. Lo studio si articola su diverse linee di analisi, in primis la struttura dell’offerta, seguita dall’analisi dei rendimenti, da quella dei costi e una sintesi finale alla luce delle risultanze emerse.

La struttura dell’offerta

Emerge un panorama con 132 società operanti nel settore degli emerging market. Di queste, circa la metà (57) offre più dieci classi. Sono 26 le specializzazioni geografiche tra le categorie per 819 prodotti; 25 le esposizioni valutarie, e 2.643 i fondi. “Si tratta di un campione molto articolato con un’offerta che copre tutte le asset class”, sottolinea Lodi. Azionario e obbligazionario raccolgono la quota maggiore di prodotti (1.185 equity e 1.272 bond) con l’azionario che si conferma “più articolato” come categoria specifica (“sappiamo che ci sono gli azionari paese che aumentano il numero”).  Esiste una certa varietà anche nella parte obbligazionaria, prosegue l’esperto “un po’ inferiore nei diversificati absolute return anche perché è più difficile raccoglierli in politiche di investimento omogenee”.

Dal punto di vista della diversificazione per aree geografica, si assiste a una concentrazione dei fondi in Asia Pacifico (il 72% del campione totale), area che “dal punto di vista dimensionale, oltre che dal punto di vista economico, è particolarmente importante all’interno degli emergenti”.

Fonte: FIDA.

I mercati

In merito ai mercati, l’analisi (basata sugli indici realizzati da FIDA) mette in luce oltre che una variabilità dei rendimenti anche la presenza di correlazioni molto basse (in alcuni casi anche negative) in determinati periodi. “Si tratta di un fattore interessante – afferma Lodi – che reca in dote la presenza di forti opportunità sia per la scelta delle aree geografiche in cui investire, sia per motivi di diversificazione”.

Fonte: FIDA.

Restringendo il focus sulla sola area Asia Pacifico, afferma l’esperto “l’andamento si ripete anche se su una scala più ridotta. L’Asia Pacifico, d’altronde, non è un’area omogenea, i rendimenti sono variegati, e i fenomeni che abbiamo verificato nelle macro aree si ripetono anche nelle micro asset class”.

I costi

Infine i costi. FIDA analizza tre tipologie: le management fee, gli ongoing cost e i costi di transazione. “Dall’analisi si evince come una tendenza comune sia avere costi un po’ superiori. Elemento ragionevole sia per la difficoltà nel ‘picking’ sia per la presenza di costi più elevati per mantenere le strutture”.

Fonte: FIDA.

Lo studio si sofferma, infine, sul rapporto rischio-rendimento degli investimenti negli emerging market. “Se calcolati per una volatilità annualizzata su dieci anni emergono livelli di rischio elevati – afferma Lodi –. E lo stesso discorso vale per i rendimenti.  In questo caso, la scelta della micro asset class e dell’area geografica specifica su cui investire può fare la differenza”. Spostando l’attenzione sulle correlazioni, “se si guarda soltanto all’ultimo anno, ci sono periodi in cui avere scelto correttamente le micro asset class può dare effetti molto efficaci dal punto di vista del rischio, sfruttanto le correlazioni basse (e qualche volta anche lievemente negative)”.