Operazione Amundi-Lyxor: ecco come cambia la mappa dell'industria

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Wiertz Sébastien, Flickr, Creative Commons

L'annuncio di Amundi di essere in trattativa per acquistare Lyxor rappresenta una scossa sismica di primaria grandezza nel settore degli ETF. Si tratterebbe dell'unione di quelli che sono attualmente il terzo e il quinto fornitore di fondi indicizzati più grandi d’Europa. Tuttavia, l’operazione ha anche importanti implicazioni per l'industria nel suo complesso.

Partendo dal lato della gestione passiva, Lyxor è il terzo player per dimensione nel ramo europeo degli ETF. Detiene 77 miliardi di euro in questo campo, pari ad una quota di mercato del 7,4%. Allo stesso tempo, Amundi possiede altri 65 miliardi e una fetta di torta del 6,6%. La combinazione del business dei fondi indicizzati delle due società darebbe dunque vita ad un'azienda con 142 miliardi in gestione nel segmento, con una porzione di mercato del 14%.

Supererebbe DWS

La prima conseguenza di questa integrazione sarebbe la nascita del secondo più grande provider di ETF in Europa. Secondo Refinitiv, supererebbe DWS, che attualmente detiene questa posizione con 117 miliardi di asset gestiti. La fusione Amundi-Lyxor ne farebbe il primo fornitore made-in-Europe, superato solo da BlackRock, leader indiscusso in Europa con 450 miliardi di asset e il 45% della quota di mercato.

Più concentrazione

La seconda conseguenza di questa operazione sarebbe una maggiore concentrazione del settore. Ci sarebbe un fornitore in meno e, quindi, meno scelta per il cliente. Se fino ad ora i 10 maggiori gestori di ETF in Europa detenevano poco più del 93% del patrimonio, con questa mossa quella percentuale aumenterebbe ancora di più. Le entità al di fuori dei primi 10 posti in classifica rappresentano solo il 7% delle attività rimanenti. Siamo in presenza dunque di un business dove la concentrazione sta chiaramente aumentando (perché il denaro transita sempre di più nella direzione delle società più grandi, e perché al contempo le società di maggiori dimensioni stanno comprando i fornitori più piccoli).

I primi dieci fornitori di ETF in Europa

Gestione attiva

Tuttavia, l’acquisizione societaria non avrebbe degli impatti solo per l'industria degli ETF. Vale la pena ricordare che Lyxor ha attualmente altri 47 miliardi in gestione attiva provenienti principalmente dalla sua piattaforma di alternative. Questo volume supplementare permetterebbe ad Amundi di consolidare la sua posizione di secondo asset manager in Europa. Se, secondo i dati di Refinitiv, alla fine del 2020 aveva 445 miliardi (tra gestione attiva e passiva), ora compierebbe un balzo a quasi 640 miliardi.

Solo nella gestione attiva, la 'nuova' Amundi avrebbe un patrimonio di circa 400 miliardi, con un volume nelle strategie a gestione attiva simile a livello europeo a quello di J.P. Morgan AM.