Dan Hobster, Investment analyst di Guinness Global Investors, spiega che “per la costruzione del portafoglio il nostro gruppo ha una visione molto ampia. Quando si parla di transizione energetica ci si concentra molto sull’offerta di energia rinnovabile, mentre noi guardiamo oltre e ci focalizziamo anche sulla domanda di elettricità e quindi ad esempio su veicoli elettrici, batterie, pompe di calore, business dell’isolamento. Questo è il nostro punto di partenza. Per la costruzione del portafoglio adottiamo un approccio a due fattori, entrambi rilevanti: uno top down per ogni sottosettore e uno bottom up per ogni azione in cui investiamo. Puntiamo su comparti solidi e cerchiamo società con i giusti modelli di business che abbiano elevate barriere all’ingresso, ricavi ricorrenti e buoni ritorni per gli azionisti. Questo è il modo in cui costituiamo il portafoglio, poi pensiamo al settore dell’oil & gas. Per quanto riguarda questo comparto, anche con un’adozione dei veicoli elettrici molto rapida, dobbiamo riconoscere che ci sono altre parti della domanda di petrolio molto più difficili da abbattere, come ad esempio i prodotti petrolchimici e quelli legati al business dell’aviazione, cose che non possono essere sostituite dall’elettrico. Un altro aspetto da considerare è che ci troviamo in una situazione in cui le compagnie petrolifere stanno producendo quantità considerevoli di denaro, elemento che favorisce anche il ritorno per gli azionisti”. Infine, l’esperto sottolinea che “anche le società del comparto del petrolio e del gas hanno investimenti nelle energie rinnovabili e potrebbero incrementarli considerando che l’aumento del prezzo del petrolio ha migliorato i loro bilanci. Quindi, il settore dell’oil & gas potrebbe potenzialmente essere fondamentale per la transizione energetica”.
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