Un'analisi e un consiglio su quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi e su cosa gli investitori potrebbero preferire (secondo Morningstar Investment Management)
Cosa accadrà nei mercati globali in autunno? Fare previsioni è sempre difficile, ma lo è ancora di più cercare di anticipare quello che succederà. Settembre è cominiciato all’insegna di una minore correlazione tra le Borse (Wall Street continua a macinare record mentre i listini europei perdono). I mercati emergenti hanno ceduto circa il 2% in euro, ma alcuni Paesi (vedi Turchia) sono stati più penalizzati. Il Giappone ha chiuso in positivo, tuttavia da inizio anno è rimasto in rosso. Guardando all’andamento del mercato globale nel suo complesso, come spiegano gli analisti di Morningstar, “nonostante i livelli storicamente alti delle quotazioni sui mercati globali, vediamo significative dispersioni a livello locale”.
A dirlo è Mark Preskett, portfolio manager di Morningstar Investment management. “Nelle aree emergenti, l’avversione al rischio è aumentata a causa delle tensioni sul commercio internazionale, ma anche in risposta al peggioramento della situazione economica in Turchia, Argentina e Venezuela. L’Africa non si è sottratta alle vendite”. Poi resta da vedere come si comporterà il dollaro, la cui forza potrebbe aiutare le multinazionali dei Paesi con valute più deboli, se la politica delle minacce sui dazi di Donald Trump si affievolisse.
“Le regioni con i tassi di crescita economica più alti registrano ancora utili societari solidi”, spiega Preskett. “Tuttavia, i prezzi delle azioni sono scesi bruscamente. Per contro, negli Stati Uniti l’ottimismo è proprio incentrato sul positivo trend dei profitti. Le migliori performance, infatti, sono nei settori che si crede siano caratterizzati da una dinamica di espansione secolare degli utili, come i tecnologici”. Ad ogni modo, per l’esperto di Morningstar, quest’autunno è meglio avere un approccio di lungo periodo “che porti ad investire quando ha senso farlo. Questo significa spesso preferire i titoli che nessuno vuole e che sono sottovalutati, anche se in periodi come quello attuale possono soffrire”.