La European Fund and Asset Management Association (EFAMA) e l'International Capital Market Association (ICMA), insieme all’Asset Management and Investors Council (AMIC), hanno pubblicato un paper che analizza come e perché la leva finanziaria sia utilizzata nei fondi d'investimento in Europa, come le imprese affrontano i relativi rischi, gli strumenti tecnici utilizzati per misurarla e migliorare la gestione efficiente del loro portafoglio.
Il report affronta il tema della leva finanziaria in quanto costituisce una parte significativa della preoccupazione regolamentare internazionale sul rischio sistemico nei fondi di investimento. Il Financial Stability Board (FSB) e l’International Organization of Securities Commissions (IOSCO) cercano di individuare misure consistenti di leva per facilitare un monitoraggio più significativo per scopi di stabilità finanziaria. Inoltre, il paper esplora e descrive come il regime legislativo europeo, in particolare gli UCITS e gli schemi legislativi dell’Alternative Investment Fund Managers Directive (AIFMD), ma anche altre norme dell'European Market Infrastructure Regulation (EMIR), ad esempio, offra un quadro robusto per affrontare i rischi legati alla leva finanziaria nei fondi di investimento. Gli ultimi anni dimostrano come il quadro normativo dell'UE sia sano ed efficiente, in quanto consente ai regolatori europei di valutare i livelli di leverage nei fondi e di adottare adeguate azioni di vigilanza. Inoltre, i livelli di leva finanziaria sono rimasti costanti e non vi è stato alcun rischio sistemico legato all'uso del leverage nei fondi domiciliati nell’Unione Europea.
Peter de Proft, direttore generale di EFAMA, ha commentato: "L'EFAMA e l’ICMA ritengono che l'attuale quadro normativo dell'UE stia regolando in modo consistente l'utilizzo della leva finanziaria nei fondi d'investimento, insieme a temi chiave come: l’informativa obbligatoria agli investitori, i requisiti di reporting ai regolatori e il controllo della leva da parte delle autorità di regolamentazione a fini di rischio sistemico. Crediamo fermamente che la regolamentazione europea rappresenti un quadro all'avanguardia a livello globale, e spero che i regolatori di IOSCO ed FSB lo utilizzino come punto di riferimento, nonché punto di partenza per il loro lavoro. Ciò gli permetterà di consegnare il loro mandato e di proporre una matrice consistente di misure diverse, che possa catturare l'ampio universo dei veicoli di fondi e strategie di investimento".
Martin Scheck, amministratore delegato di ICMA, ha commentato: "Questo studio completa l'attività dello scorso anno di AMIC ed EFAMA sulla gestione del rischio di liquidità, ed è destinata ad evidenziare l’avanzato quadro tecnico già in vigore in Europa, che disciplina l'utilizzo della leva finanziaria nei fondi di investimento. Riteniamo che questo lavoro dovrebbe aiutare il dibattito in corso sul rischio sistemico nei fondi d'investimento e dovrebbe inoltre promuovere soluzioni sensibili basate su regole e pratiche esistenti".
Lo studio presenta inoltre una serie di raccomandazioni per migliorare il monitoraggio e l'analisi del rischio di leva finanziaria:
- Gli standard normativi esistenti nell'Unione Europea possono essere la base per sviluppare, a livello globale, le misure di leva e di rischio attraverso una matrice di misure diverse. Ciò consentirebbe una rappresentazione significativa delle esposizioni di un fondo, dato che non esiste una singola misura che possa catturare tutti i rischi in natura, dimensione e caratteristiche associati alle attività e alle strategie sottostanti del fondo.
- Un ulteriore razionalizzazione delle metodologie globali di calcolo per leva finanziaria e rischio. A tal proposito, i regolatori dovrebbero fare affidamento sull'attuale regime normativo dell'UE.
- Adeguamenti e aggiornamenti di questi metodi, in particolare le linee guida CESR del 2010, basate sulle migliori pratiche a livello UE, potrebbero essere previste se necessarie.
- La condivisione dei dati tra i regolatori, di dati già riportati, è fondamentale e dovrebbe essere migliorata sia a livello UE che a livello globale. Ciò consentirebbe ai regolatori di valutare meglio i rischi complessivi relativi ai fondi in Europa e nel mondo.