Le scelte dei gestori in vista di un autunno contrassegnato da una possibile seconda ondata di contagi da Covid-19, elezioni americane e una ripresa economica che deve trovare conferme.
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Abbiamo di fronte a noi un autunno molto caldo non solo per quanto riguarda i rischi connessi ad una seconda ondata del virus ma anche per l’incertezza sulle elezioni americane, per la Brexit e per una ripresa economica che deve trovare conferme sia nel mondo sviluppato che in quello emergente. Quali sono state quindi le scelte di allocation dei gestori?
Dopo una ripresa a ‘V’ del mercato azionario spinta da stimoli fiscali e monetari senza precedenti, molte valutazioni sono particolarmente elevate in alcune aree di mercato. I multipli sono saliti in particolare nei titoli growth di maggiore qualità che hanno beneficiato di trend strutturali alimentati dal Covid-19, ad esempio nei settori software, e-commerce, pagamenti e transazioni online, operatori del solare-eolico. "Questi leader strutturali hanno raggiunto valutazioni che appaiono elevate anche se ci si basa sulle previsioni degli utili per il 2021, ormai di consenso, piuttosto aggressive. Allo stesso tempo, gli indicatori economici più importanti come gli indici PMI manifatturieri e dei servizi si sono stabilizzati su livelli elevati", spiega Fred Batoua, gestore del fondo HI European Market Neutral Fund di Hedge Invest SGR.
"Abbiamo quindi ridotto la nostra esposizione netta a livello minimo da marzo, rilanciando il portafoglio con una maggiore allocazione alla componente value-ciclica. Abbiamo ridotto la nostra esposizione corta verso i settori maggiormente impattati dal Covid-19, visto che le riaperture stanno proseguendo, mantenendo solo gli short sulle società che hanno bilanci a rischio. I trend di lungo periodo favoriscono i titoli di alta qualità e growth, visto che ci aspettiamo tassi bassi a lungo con una scarsa crescita in Europa, ma crediamo che nel breve termine la componente value possa recuperare, così come il mercato UK che è rimasto indietro per via della Brexit".
"Per i mesi a venire, considerate le valutazioni elevate e in considerazione del movimento di breve piuttosto tirati di alcuni segmenti e mercati, si ritiene di adottare un atteggiamento più prudente. La diffusione del virus più prolungata del previsto non sembra avere il potenziale di interrompere la ripresa economica, ma può ritardarla e ridurne l’intensità. Le attività di rischio si sono portate piuttosto avanti nel prezzare il miglioramento macro e gli stimoli messi in campo da Banche centrali e governi", spiega Claudio Marchetti, responsabile Equity di Eurizon Capital SGR.
Dove investire?
"Nell’attuale contesto, le scelte allocative su un orizzonte di medio-lungo periodo prediligono la componente azionaria, con una diversificazione settoriale che preferisce tematiche meno impattate dalla crisi in atto, quali tecnologia e utilities. Mentre il settore tecnologico potrebbe uscire addirittura rafforzato dalla crisi, grazie alla crescente domanda di digitalizzazione dei processi e al supporto finanziario che potrebbe arrivare dal piano di investimenti europeo (Recovery Fund), il settore delle utilities può beneficiare del basso livello dei tassi d’interesse e delle dinamiche di trasformazione dei processi aziendali verso un approccio più sostenibile (Green Economy)", spiega Stefano Colombi, responsabile Investimenti Mobiliari di Mediolanum Gestioni Fondi SGR.
"Anche il settore finanziario può selettivamente rappresentare un’interessante opportunità d’investimento, in particolare le società operanti nei sistemi digitali dei pagamenti. Maggior cautela è posta relativamente ai settori maggiormente legati all’andamento del ciclo economico, quale ad esempio il settore petrolifero che, oltre che dal calo del prezzo della materia prima, è stato penalizzato dall’interesse degli investitori verso investimenti con minor impatto ambientale".
L’asset allocation e la composizione settoriale pre e post estate di Acomea SGR variano di poco; quello che cambia è il livello di coperture. "Durante l’estate, infatti, abbiamo aumentato la copertura dei nostri portafogli (tramite acquisto put e vendita call, ad esempio), in previsione di una maggiore volatilità in combinazione con bassi volumi di scambi e coperture con scadenza a metà settembre. Ad oggi siamo quindi intorno al 95% di esposizione equity, con un maggior peso nel settore industriale, tecnologico e finanziario. A livello di capitalizzazione, continuiamo ad essere molto investiti nel comparto mid/small cap che contano quasi l’80% del totale del nostro portafoglio Italia", spiega Antonio Amendola, co-gestore di Italia ed Europa Acomea SGR.
"Le prospettive per l’Europa, e per l’Italia in particolare, sono molteplici: dal Recovery Fund che, se ben impiegato, può permetterci di fare un salto in avanti di un decennio per la nostra economia, alla maggiore integrazione mostrata nel momento di difficoltà da parte dei Paesi membri, passando per il supporto e la reattività delle Banche Centrali. A questo proposito, l’ultimo decennio è stato caratterizzato dal protagonismo delle Banche Centrali e dalla supremazia dei flussi che hanno beneficiato i settori proxy bond e le large cap. Da oggi si può aprire una nuova fase, dove la liquidità può iniziare ad arrivare all’economia reale e quindi al comparto mid e small cap, dove quello italiano risulta avere le maggiori prospettive di crescita e rendimento. Sullo sfondo, il ruolo dei finanziari, parte della soluzione di questa crisi e non più causa, quindi aiutati dal regolatore e dai Governi a tenere botta e a consentire la regolare trasmissione della politica monetaria al tessuto industriale", afferma.
Il gestore conclude: "in definitiva quindi, ci piacciono i settori sopra citati, in quanto esprimono un maggior valore atteso potenziale, il tutto tenendo d’occhio alcune variabili fondamentali nello stock picking: basso livello di indebitamento (o sostenibile dai flussi di cassa), business model agile, management di primo livello, e capacità di difendere i propri vantaggi competitivi. In due parole: le multinazionali tascabili italiane".