Nella conferenza stampa per i 20 anni della Holding il futuro AD della banca digitale ha esposto obiettivi di struttura e crescita. Prevista una collaborazione con un importante family office.
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Una nuova banca digitale, che sarà quotata sul mercato (italiano) nei prossimi 6-9 mesi e aperta alla partecipazione di banche terze (grandi o di dimensioni minori). La nuova sfida di Azimut Holding passa per il focus sulla crescita (si sottolinea più volte il concetto di “growth company”) e punta a una serie di partecipazioni strategiche tra Marketplace, ampliamento in Spagna e accordo con “un importante family office”.
Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri, 28 marzo a Milano, Pietro Giuliani, presidente Azimut, e Paolo Martini, AD in pectore della digital bank hanno dettagliato il progetto anticipato alla stampa la mattina stessa. “Tramite il ‘carve out’, con la quotazione ci aspettiamo che il mercato ci riconosca gli stessi multipli che riconosce anche alle altre quotate del settore. In questo modo immaginiamo di creare valore per i nostri azionisti”, spiega Giuliani. Obiettivo 160 miliardi di utile netto in un anno. E l’interesse del mercato c’è: “Abbiamo già avuto contatti con altre banche”, sottolinea il presidente rispondendo ai giornalisti, pur non vincolando la riuscita del progetto alla presenza o meno di un’altra entità (“soltanto se arriva un’offerta seria”). Certo è che la Holding non andrà oltre il 10% del capitale della nuova banca digitale: “Se un’altra banca starà almeno al 15% e fino al 50%, noi saremo sotto il 10%, altrimenti in caso stand-alone vendiamo tutto al mercato e stiamo fuori".
Le ragioni della new bank
Il nome della nuova banca “non è ancora definito”, afferma Martini: “Sarà una fintech quotata (con all’avvio almeno 20 miliardi di masse in gestione e mille consulenti finanziari) con una piattaforma a servizio e partecipata (10%) dai consulenti finanziari, che offrirà prodotti bancari sia alla clientela private sia alla clientela affluent”. Per ottimizzare i costi, Azimut “nei primi anni, offrirà una serie di servizi in outsourcing alla nuova banca, questo sarà chiaramente un vantaggio competitivo importante”. A livello operativo sarà resa disponibile una piattaforma digitale a disposizione dei consulenti “quale modello di servizio utile per il cliente finale”. Martini spiega le motivazioni di questa scelta, oltre alla creazione di valore (“abbiamo in pancia un potenziale utile da margine di interesse molto importante dato da 7 a 10 miliardi di liquidità”), si somma la convinzione che “un nuovo progetto e una nuova value proposition saranno un acceleratore del business”. Inoltre: “fino a oggi avevamo prodotti bancari di terzi, quando il progetto partita avremo i nostri prodotti bancari. E, nel caso in cui sia presente avendo un partner finanziario nel capitale avremo le sinergie che questo partner potrà portare”. Infine per l’azionariato diffuso, “fattore distintivo per Azimut”.
Partecipazioni strategiche
Come anticipato la nuova banca digitale avrà una partecipazione nel capitale di Azimut Marketplace, la piattaforma digitale di servizi alle Pmi che in poco più di 2 anni ha già raggiunto 11.500 clienti aziende, “sia al fine di ottenere contatti con le imprese, sia per attrarre nuovi professionisti dall’esterno”. Sono poi allo studio due iniziative legate alla clientela UHNW e al lancio di una rete distributiva e di consulenti finanziari in Spagna. Nel primo caso, spiega la partecipazione con un family office (di cui non si conosce ancora il nome) mira al posizionamento sulla clientela ultra high net worth, “La nuova banca, entrerà con una quota di capitale compresa tra il 20 e il 30% nella nuova iniziativa. Questo contribuirò anche ad alzare il posizionamento della nuova struttura e contiamo di poter reclutare anche banker di fascia molto alta per operare in questo segmento.
L’allargamento al mercato spagnolo segue invece la crescita dello stesso negli ultimi anni, “mercato tendenzialmente in mano a poche grandissime banche, a cui ci approcciamo un modello ‘phygital’, anche qui con due strutture diverse, una più sulla parte affluent, una più sulla parte di wealth management. Gli obiettivi di questa nuova rete distributiva in Spagna sono ambiziosi perché parliamo di 2,5 miliardi, 150 consulenti e 15 mila clienti in cinque anni”.