Con Previverso, Arca Fondi si impegna nella “formazione e informazione” dei giovani alla previdenza complementare

Foto FundsPeople

“La demografia è il driver di quanto accade a livello globale e l’Italia è la seconda nazione ‘più vecchia’ al mondo: occorre sviluppare soluzioni nell’immediato per fronteggiare i problemi legati alla transizione in atto”. E il riferimento è al mondo pensionistico, nello specifico quello della previdenza complementare. Ugo Loeser, amministratore delegato di Arca Fondi SGR, spiega così le ragioni profonde del progetto Previverso, avviato da Arca in collaborazione con Talents in Motion, ossia “il primo welfare action-lab dedicato alle nuove generazioni che ha l'obiettivo di esplorare le sfide e le opportunità legate alla previdenza, allo scopo di elaborare strategie innovative e tangibili per il suo sviluppo”, presentato nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta ieri 17 aprile presso la sede di Arca a Milano.

D’altronde con 10,7 milioni di iscritti alla previdenza complementare nel 2023 il tasso di partecipazione italiano è fermo al 36,2% (dati Covip), in Germania, ad esempio, è dell’84 per cento. Gli allarmi sul settore si susseguono. Secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato il tasso di sostituzione lordo della previdenza obbligatoria (ossia il rapporto tra ultimo stipendio percepito e primo assegno pensionistico), che nel 2010 era del 73,6%, già nel 2030 scenderà al 67,2%, tuttavia si tratta di una media, perché nel dettaglio delle “pensionate” occorre anche tenere a mente il gap pensionistico legato a retribuzioni più basse e aspettativa di vita più elevata rispetto a quella delle controparti maschili. La forbice, poi, continuerà ad allargarsi spinta dall’atteso “inverno demografico” e dall’andamento del debito pubblico (“c’è una disciplina fiscale globale che sta trasformando il debito pubblico in un mostro, per cui oggi paghiamo più di 2 mila miliardi di interessi annui per l’aumento dei tassi, questo costringe i governi a tagliare le spese per chi ha bisogno per darli a chi non ha bisogno ma ha i titoli di stato in mano”). E i giovani, afferma Loeser, “sono coloro che pagheranno le conseguenze se non ci si muove oggi”.

Giovani e previdenza

Eppure le nuove generazioni sono, sì, sensibili ai temi previdenziali, ma al contempo vittime di “scarsa formazione e informazione”. Un punto di osservazione interessante lo porta al discorso lo studio effettuato da Talents in Motion e presentato nel corso della conferenza stampa. Su un campione di 1.482 intervistati tra i 20 e 35 anni (di cui la maggioranza, il 71%, tra i 25 e 30 anni) l’81% afferma di non possedere conoscenze adeguate sui fondi pensione, non solo: soltanto una minoranza (il 16%) ne fa uso attivo. Allo stesso tempo, il 94% dichiara che vorrebbe più informazioni sulla previdenza complementare e il 96% riconosce l'importanza dei fondi pensione come strumento di welfare aziendale. Patrizia Fontana, presidente e founder di Talents in Motion, sottolinea poi un dato “significativo”: “Prima dell’intervista soltanto il 16% pensava di investire in un fondo pensione, dopo le brevi ma chiare informazioni inserite nel questionario il dato passa all’86 per cento. Questo balzo non è solo statisticamente significativo ma è la prova dell’enorme potenziale di cambiamento generato dall’informazione”.

Un progetto sviluppato in tre ambiti

Qui entra in gioco Previverso che si configura come un laboratorio di idee sulle tematiche della previdenza integrativa, supportato da un comitato scientifico costituito da 15 esperti di varie discipline, e sviluppato lungo tre ambiti complementari: PreviTank, PreviEdu e il Previverso Day. Il primo è un forum itinerante, che toccherà tre località diverse (primo appuntamento il 10 maggio a Rapallo) e coinvolgerà accademici, imprenditori, amministratori delegati, specialisti delle risorse umane, rappresentanti sindacali ed esperti del settore “con l'obiettivo di sviluppare, lungo più tavoli di lavoro, azioni concrete da proporre alle istituzioni”. PreviEdu è invece un programma di incontri che coinvolgerà aziende e università in tutta Italia. I frutti degli incontri e delle esperienze maturate nei PreviTank e nei convegni di PreviEdu verranno condivisi durante il Previverso Day, evento previsto per novembre (per la precisione il 6 novembre 2024, come anticipato da Fontana) a Roma.

In sintesi Previverso intende, “aumentare la consapevolezza delle tematiche previdenziali parlando alle nuove generazioni che non sono l’audience a cui parla il risparmio gestito. In Italia nel risparmio gestito, a livello retail, il 20% degli asset sono in mano a clienti che hanno più di 80 anni. I 65enni poi, detengono più del 50% degli asset”, rimarca Loeser. E alla domanda di FundsPeople su cosa resti ai giovani, l’AD riporta che sono “gli eredi di questa ricchezza e devono avere gli strumenti adatti per gestirla”.  

Previdenza complementare, è il momento dell'obbligatorietà?

Ciò che spinge dunque attori di diverse estrazioni (il mondo delle SGR nel caso di Arca, ma anche come detto università, associazioni e parti sociali) è la richiesta, non tanto di un’azione a livello fiscale (“non chiediamo soldi”) ma a livello istituzionale. “Non cito il tema della leva fiscale ma quello dell’assetto istituzionale delle previdenza e della gestione del risparmio degli italiani”, spiega Loeser a FundsPeople a margine della conferenza indicando come l’intervento istituzionale possa riguardare diversi ambiti, come quello della “trasparenza tra le varie categorie di fondi pensione, o quello del contributo datoriale”.  Torna poi il tema della fiscalità, ma in termini di aggiornamento della normativa sulla tassazione. Un elemento però emerge con forza nel discorso: quello di una possibile obbligatorietà della previdenza complementare. “L'obbligatorietà è un passo forte, determina un passaggio dal terzo al secondo pilastro, ma anche l’apertura del mercato alla concorrenza. Ritengo – conclude l’AD – che il rafforzamento della regolamentazione in tal senso, sia a tutela dell’aderente”.