Consigli per estrarre valore dal portafoglio nel 2018

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Peter Kleinau, Unsplash

Le prossime mosse delle Banche centrali e gli esiti delle elezioni tedesche sono stati i temi che hanno maggiormente animato il dibattito nel mese di settembre. Da un lato c’è la BCE che ha preannunciato il suo graduale disimpegno dai mercati che verrà dettagliato nella riunione di ottobre e che con ogni probabilità si avvierà con il nuovo anno. “L’acquisto di titoli di Stato tornerà a essere un affare di competenza esclusiva di banche e investitori, senza il fondamentale contributo delle autorità monetarie”, riassume sinteticamente Alberto Zorzi, VDG responsabile direzione investimenti di Arca Fondi SGR.

Dall’altro ci sono gli USA, più avanti dell’Europa nel processo di normalizzazione, che cominceranno a sgonfiare il bilancio della Fed, riducendo lo stock di titoli comprato nel corso degli anni. “Per com’è fatto il bilancio di una Banca centrale”, spiega Zorzi, “riducendo lo stock di titoli che stanno all’attivo ci sarà una corrispondente riduzione della quantità di moneta. Un caso senza precedenti nella storia recente”.

Sul fronte politico, invece, le elezioni tedesche potrebbero porre fine alla esperienza della Grosse Koalition che ha guidato il Paese per gli ultimi 12 anni. “Un cambiamento che andrà seguito con grande attenzione perché al governo potrebbero arrivare forze politiche prima all’opposizione con istanze nuove”, sottolinea Zorzi. Del resto, in gioco c’è l’atteggiamento della più grande economia rispetto all’UE.

Secondo l’esperto, questo scenario potrebbe prefigurare cambiamenti all’orizzonte e rendere il 2018 un anno particolarmente impegnativo per chi deve fare scelte di portafoglio. Ha senso, dunque, continuare a puntare sulle attività rischiose nel momento in cui le Banche centrali riducono lo stimolo monetario? È giusto investire in mercati che hanno già beneficiato di performance interessanti e dove i margini di ulteriore apprezzamento, conseguentemente, si riducono?

Orientarsi a capofitto sugli investimenti a breve termine sarebbe sbagliato, avverte l’esperto. “Si correrebbe il rischio di rimanere bloccati nella trappola dei rendimenti negativi e tutto ciò in una fase in cui gli indicatori macroeconomici sono incoraggianti e in miglioramento”. Del resto, continua l’esperto, un quadro macroeconomico in miglioramento a livello globale è quello che permette di approcciare l’economia reale con un certo grado di sicurezza.

Rimane quindi questo l’ambito nel quale è possibile estrarre valore per i propri portafogli: “posizionandosi in modo tattico e non necessariamente direzionale, vale a dire attraverso strategie che mirano a trarre profitto dalle correlazioni tra strumenti o mercati cioè da variazioni del loro livello relativo e non da quello assoluto”, strategie che permettono di mitigare il profilo di rischio di un portafoglio senza penalizzarne il rendimento atteso.