Nel primo rapporto sulle principali dinamiche di mercato in materia di investimenti sostenibili e criptoattività, il team di studiosi pone l’accento su due “fenomeni” del panorama degli investimenti.
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La crescita degli investimenti sostenibili in Europa e in Italia al centro dell’analisi di Consob. Nel primo rapporto sulle principali dinamiche di mercato in materia di investimenti sostenibili e criptoattività, lo studio firmato dal team coordinato da Nadia Linciano, head of the Research Department in Consob, ha posto l’accento su due fenomeni “recenti” nel panorama degli investimenti con il supporto di analisi che includono l’andamento dei principali mercati internazionali ed europei, le dimensioni del mercato e le prospettive future.
Nella prima parte del report, dedicata appunto agli investimenti sostenibili, gli esperti evidenziano la crescita significativa dell’ultimo biennio in rapporto all’andamento “altalenante” dei principali benchmark azionari. Emerge come, a livello globale e nell’ambito dell’area euro, gli indici ESG abbiano segnato un recupero rilevante dai primi mesi 2020 (quando ha preso il via la crisi finanziaria legata alla pandemia) attestandosi a fine maggio 2022 su livelli superiori a quelli pre-pandemia. Sia nell’area euro sia in Italia, i benchmark sostenibili mostrano nel periodo in analisi performance lievemente superiori rispetto a quelle dell’intero mercato e livelli di volatilità simili o di poco inferiori, a fronte di una composizione che replica per almeno il 70% quella del corrispondente indice generale di riferimento.
Sul fronte dei singoli titoli, lo studio mette in luce la crescita delle quotate con score ESG sia in termini numerici (più società con score) sia in termini valore medio dello score (globale e per singolo fattore; dati Refinitiv). In ambito domestico, gli emittenti che godono di un punteggio più elevato si connotano per una maggiore capitalizzazione di mercato e una volatilità dei corsi azionari inferiore a quella delle altre società (e una maggiore presenza nei settori delle utility e dell’energia).
Offerta di prodotti sostenibili
Europa ancora in testa sul fronte dell’offerta di strumenti finanziari sostenibili. A giugno 2022, il 50% delle emissioni di obbligazioni ESG è infatti riferibile ai Paesi europei, mentre il patrimonio di fondi comuni di investimento ESG europei pesa più dell’80% sul dato globale.
Nel primo semestre dell’anno i green bond costituiscono il 60% del totale emesso, seguiti dalle obbligazioni sostenibili (ossia legate al finanziamento di progetti o attività con impatti positivi sotto il profilo sia ambientale sia sociale e pari al 26% del totale) e dalle emissioni social (ossia finalizzate a finanziare progetti a impatto sociale positivo, pari al 14% del totale). Per quanto riguarda l’attestazione green, poco più della metà delle emissioni è in linea con gli standard della Climate Bond Initiative (CBI); nei restanti casi è a carico dell’emittente (il dato è passato dal 10% nel 2021 al 23% nella prima metà del 2022). Nei maggiori paesi dell’area euro le emissioni di obbligazioni ESG sono riferibili in gran parte alle società finanziarie, seguite da quelle operanti nei settori utility e trasporti e, dal 2020, a emittenti pubblici.
In Italia, l’avvio nel 2021 di programmi pubblici ha dato impulso alla crescita delle emissioni di titoli green, colmando parzialmente il divario rispetto ai maggiori paesi dell’area euro.
Mentre per quanto riguarda i fondi comuni ESG, a marzo 2022 la quota europea sfiora i 5 mila fondi e un patrimonio complessivo prossimo a 2.300 miliardi di dollari (+40% rispetto allo stesso periodo del 2021).
In Italia alla fine del primo trimestre 2022 il numero di fondi ESG è superiore a 1.900 (1.266 a marzo 2021), mentre il patrimonio promosso si è portato a 431 milioni di euro (295 a marzo 2021).