Consulenza, l’Albo è rinviato ancora

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Il tanto atteso Albo unico dei Consulenti, che avrebbe già dovuto vedere la luce, è di nuovo rimandato. La prossima, però, pare essere quella definitiva: si parla della fine dell’anno per la nascita dell’organismo che raccoglierà promotori, consulenti finanziari e società di consulenza. Bisogna solo sperare che questa volta ci siano i numeri sufficienti e che il faldone torni sui tavoli di Palazzo Madama, viceversa bisognerà aspettare che la questione rientri nel pacchetto dei decreti attuativi di MiFID II. Lo scorso 16 settembre, infatti, la riforma dei promotori finanziari è approdata in aula al Senato ma la discussione è slittata perché non c’erano i numeri sufficienti e non tanto per fare spazio a quella sul disegno di legge sulle riforme costituzionali, di cui si è parlato su alcuni organi di stampa. In ogni caso il disegno di legge sul nuovo albo era in aula, e questo è quello che conta. A presentare la riforma, già approvata dalla commissione Finanze, è stata la senatrice Lucrezia Ricchiuti.

È quanto emerso nel corso del Congresso Nazionale dei Fee Only, organizzato da Consultique a Peschiera del Garda. La novità è stata annunciata da Alberto Giorgetti, sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Spiega: “preferisco guardare la cosa con ottimismo rispetto al contrario. Il provvedimento andrà votato entro fine di novembre mentre il disegno di legge dovrebbe essere approvato a dicembre. A quel punto, sarà la volta dell’approvazione dei provvedimenti attuativi per i quali sarà necessaria una forte sollecitazione da parte delle forze politiche”. Continua: “posso dire che sulla materia c’è unanimità di vedute e che gli attori in campo sono d’accordo sul fatto che il disegno di legge Marino debba essere approvato con urgenza. Quello che conta, in altre parole, è che la questione si renda il più efficace e veloce possibile”. Aggiunge Teresa Paracampo, professore associato di diritto del mercato finanziario dell’Università di Bari: “se non dovesse andare in porto l’approvazione del disegno di legge Marino non rimarrebbe che la legge di delegazione europea, che prevede tra i suoi criteri di recepimento della MiFID, anche la creazione dell’Albo”.