Corporate bond: la BCE modifica sensibilmente la percezione del rischio

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foto: autor 401(K) 2012, Flickr, creative commons

A poco più di una settimana dalle misure annunciate dalla Banca centrale europea qualcosa si muove. La scorsa settimana il mercato delle emissioni obbligazionarie in Europa ha registrato cifre che non si vedevano da quasi un anno. Tutto merito della decisione di Mario Draghi di  includere i corporate bond nel piano di Quantitative easing da giugno passerà da 60 a 80 miliardi di euro al mese. Per gli analisti nulla ancora è davvero chiaro in merito, ma c'è chi pensa che quest'asset class sia in una fase di "crescita modesta e sostenibile", come Luigi Binda, portfolio manager del comparto obbligazionario di Aletti Gestielle SGR.
 
Con l’ampliamento del Qe annunciato da Mario Draghi sembra sia scattata la corsa alle obbligazioni societarie. Un fuoco di paglia o un cambio di direzione strutturale degli investimenti?

La manovra della BCE non ha come scopo il deprezzamento dell’euro, ma il mantenimento di condizioni finanziare espansive e la riduzione della volatilità dei mercati che rischiava di inceppare i segnali di recupero dell’erogazione di prestiti alle imprese e alle famiglie. In particolare l’acquisto di titoli obbligazionari IG è un segnale molto forte, unitamente al TLTRO  e all’abbassamento del Refi rate per le banche che, oltre a stimolare l’erogazione di credito, dovrebbero al margine migliorare la redditività delle banche. La riduzione degli spread ha anticipato nel tempo la manovra di Mario Draghi; manovra che comunque ha superato le aspettative degli investitori. Gli spread sugli IG europei si sono ridotti di 50 bp circa dai minimi di febbraio e non è pensabile che il movimento prosegua con questa intensità nei prossimi mesi. E’ chiaro però che l’intervento della BCE modifica sensibilmente la percezione del rischio su questa asset class e ridurrà in maniera permanente i rendimenti, così come è successo per i titoli governativi.

Cosa cambia adesso per i portafogli?

Nel corso dei prossimi mesi gli spread di rendimento dei titoli di alta qualità creditizia (Investment Grade) tenderanno a comprimersi ulteriormente. Non si conoscono ancora i dettagli degli acquisti (in termini di ammontare mensile) che effettuerà la BCE, ma l’entità sarà comunque significativa in proporzione al mercato esistente di titoli e alle nuove emissione che verranno effettuate. I portafogli quindi saranno incentivati a guardare a quei segmenti di mercato non impattati direttamente dagli acquisti della BCE che possono ancora offrire un premio di rendimento.

C’è spazio di manovra quindi sui bond corporate in euro?

C’è sicuramente spazio tra le nuove emissioni che presentano premi di rendimento rispetto ai titoli degli stessi emittenti già sul mercato; gli acquisti della BCE inoltre non riguardano i titoli di emittenti finanziari e anche questo comparto del mercato presenta interessanti opportunità. Anche i titoli direttamente oggetto degli acquisti della banca centrale saranno comunque molto ben sostenuti; le prime stime indicano in 550 miliardi circa di euro l’ammontare complessivo di titoli societari che possono essere oggetto di acquisto da parte della BCE. Se guardiamo in termini “geografici” ai Paesi, e quindi agli emittenti, che dovrebbero essere beneficiati maggiormente al primo posto viene la Francia, con circa 209 miliardi di euro idonei agli acquisti della BCE, poi la Germania con 122 e quindi l’Italia con 69 miliardi. I settori che dovrebbero essere maggiormente interessati sono invece quello delle utilities, poi quello automobilistico, energia e “basic materials”, ed infine quello delle telecomunicazioni.

Molti osservatori hanno notato anche un’effetto contagio sulle obbligazioni non direttamente acquistate dalla BCE, come gli high yield. Cosa ne pensa?

Il QE della BCE sui titoli governativi ha determinato una discesa dei rendimenti anche sulle obbligazioni societarie in quanto gli investitori alla ricerca di rendimento hanno cominciato a guardare alle altre componenti del mondo obbligazionario. Allo stesso modo ci aspettiamo che la discesa degli spread sui titoli ad alta qualità creditizia spingerà gli investitori a comprare titoli high yield, con conseguente compressione dello spread. In parte questo è già avvenuto con il XOVER che ha visto una riduzione dello spread di circa 150 bp dai minimi di febbraio, ma rimane spazio per una ulteriore discesa.

Quali sono, se ci sono, i principali rischi per quest'asset class nei prossimi mesi?

Lo scenario al momento è estremamente costruttivo per l’asset class “credito”; crescita modesta e sostenibile implica investimenti contenuti che non metteranno sotto “stress” i bilanci societari. La mancanza di carta acquistabile al netto degli acquisti della BCE avrà l’effetto comprimere molto gli spread. Il minor costo di finanziamento da parte delle società avrà effetti positivi sia sulla loro profittabilità sia, questa è la speranza della BCE, sugli investimenti e quindi sulla crescita economica.