È quanto messo in luce da uno studio globale di Capital Group. Mancanza di coerenza nei punteggi ESG delle società di rating e difficoltà di accesso alle informazioni sono le principali criticità.
Continua la crescita degli investimenti sostenibili. Un trend in atto nell’industria che la pandemia ha accelerato per aver messo in luce in modo drammatico i delicati equilibri che regolano il Pianeta e la società. La consapevolezza degli investitori sul tema è sempre maggiore e si concretizza con un aumento della richiesta di strategie ESG a cui le case di gestione rispondono con nuovi lanci e incorporando in modo sempre più capillare gli aspetti della sostenibilità nella loro offerta. Ma il percorso di adozione dei criteri ESG non è privo di criticità. Una su tutte è la mancanza di dati certi, segnalata dal 40% degli investitori italiani come la più grande barriera all'adozione dei criteri ESG. È quanto evidenziato dall’ESG Global Study 2021 uno studio di Capital Group che ha intervistato 1.040 investitori istituzionali e retail a livello globale, tra cui fondi pensione, family office e compagnie di assicurazione, così come fondi di fondi, banche retail/private e consulenti finanziari, basati in 16 diversi paesi. L’indagine ha cerca di identificare i fattori chiave con cui gli investitori professionali stanno integrando i criteri ESG nei loro modelli operativi e di capire quali siano le sfide da affrontare.
I risultati dell’indagine
Un primo dato che emerge dall’indagine è che più della metà degli intervistati a livello globale (il 53%) e la metà (50%) degli investitori italiani intervistati afferma che la mancanza di coerenza nei punteggi ESG delle società̀ di rating è un ostacolo quando si incorporano i dati di ricerca nel proprio processo decisionale di investimento. Inoltre, più̀ di un quarto a livello globale (il 27%) e il 18% degli investitori italiani ha indicato le difficoltà di accesso alle informazioni di cui hanno bisogno come la principale sfida da affrontare.
Lo studio globale ha rilevato che tre quarti degli intervistati (il 75% a livello globale e il 68% in Italia) prendono decisioni di investimento attive per assicurarsi che i fattori ESG siano integrati nei loro fondi e due terzi degli investitori globali (il 67% e il 70% in Italia) sostengono che l'integrazione è la strategia di implementazione ESG che preferiscono.
Strumenti di engagement
Pensando a come gli asset manager possono coinvolgere più efficacemente le società in cui investono sull'ESG, quasi la metà degli intervistati indica l'esercizio dei diritti di voto, il monitoraggio e il reporting per valutare i risultati (tutti al 45% globalmente e al 43% a livello italiano) come dei fondamentali strumenti di engagement. Un po' di più (46% a livello globale) cita l'importanza di avere incontri regolari con i dirigenti delle società partecipate, un po' meno in Italia con solo il 25% degli intervistati.
"Il mondo ESG è sempre di più un'area di interesse per gli investitori istituzionali e retail a livello globale e ancora di più in Italia. Mentre gli investitori apprezzano l'importanza dell'integrazione dei criteri ESG ‐ e l'analisi qualitativa e l'impegno da parte dei gestori attivi ‐ sottolineano che la mancanza di dati solidi e coerenti è la sfida principale quando si investe in ambito ESG. È comprensibile che man mano che l'ESG diventa più importante per questi investitori, cresce anche il desiderio di essere rigorosi nella loro valutazione dell'ESG", ha commentato Matteo Astolfi, managing director di Capital Group in Italia.