Nonostante il successo di queste strategie, sono ancora tanti gli investitori retail che denunciano la mancanza di informazioni e appoggio in fase di consulenza.
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Nessuno può fermare lo tsunami ESG. I dati a disposizione, diffusi da asset manager, società di analisi e organizzazioni internazionali, non fanno che confermare che quello degli investimenti responsabili è un fenomeno inarrestabile, dalla portata globale e che non smette di attrarre seguaci. L’ultima conferma è arrivata dalle Nazioni Unite: a fine giugno i firmatari dei Principi per l’investimento responsabile sono arrivati a quota 2.450, per un totale di 82 trilioni di dollari di asset under management. Solo a livello europeo, invece, nel primo semestre del 2019 sono stati lanciati 168 nuovi fondi ESG mentre il patrimonio di questi prodotti ha raggiunto quota 595 miliardi di euro (fonte: European Sustainable Funds Landscape, Morningstar, agosto 2019).
Eppure, nonostante questi numeri parlino di un successo inarrestabile, esistono pratiche che possono ostacolare l’accesso agli investimenti responsabili. Sono emerse a seguito di un sondaggio che Vontobel AM ha condotto tra marzo e aprile 2019 in 14 Paesi e che ha visto la partecipazione di 4.600 investitori (e di cui avevamo già annunciato i principali risultati in quest’articolo).
Poche informazioni
Uno dei principali motivi per cui molti investitori retail non compiono scelte responsabili riguarda la mancanza di informazioni sull’universo ESG: il 59% degli intervistati non sa che è possibile adottare una prospettiva di questo tipo nei propri investimenti/risparmi; il 47% si lamenta della poca informazione fornita dagli intermediari e il 49% si dice deluso per la mancanza di consulenza a riguardo. Solo un 17%, infatti, confessa di aver ricevuto una proposta di investimento ESG.
Un altro ostacolo emerso dal sondaggio è di tipo ‘linguistico’. Secondo Erich Stadlberger, responsabile private banking e asset management di Oberbank in Austria, “oggi ci sono troppi termini che confondono nel mercato. Mentre ‘sostenibilità’ è una parola che le persone conoscono meglio, ESG è usata soprattutto dagli esperti”.
Possibili soluzioni
Stando ai dati di Vontobel AM, sono ancora poche le persone che si affidano a professionisti per prendere decisioni finanziarie: solo un 18% dei partecipanti al sondaggio con un patrimonio disponibile superiore ai 100.000 dollari ha dichiarato di pagare un consulente mentre un 55% degli intervistati ha dichiarato di fare da sé.
Come rimuovere, dunque, le barriere agli investimenti ESG? La tecnologia, sottolineano gli esperti di Vontobel AM, potrebbe giocare un ruolo chiave: una delle possibilità è quella di sfruttare il crescente numero di applicazioni che raggruppa gli investitori in base alle loro convinzioni etiche e necessità finanziarie, raccomandando soluzioni standard più economiche.
Un altro modo di arrivare ai clienti potrebbe essere quello di puntare sulla formazione. “Noi impartiamo seminari per piccoli gruppi dove parliamo di investimenti ESG. Questo è uno dei modi migliori per raggiungere nuovi clienti, perché si stabilisce un contatto personale sin dall’inizio”, commenta Philipp Achenbach di TauRes. Anche i nuovi canali di comunicazione possono aiutare a raggiungere un pubblico più ampio. Achenbach, nella fattispecie, è autore di un podcast sugli investimenti responsabili chiamato “Der Finanzoptimist” (Il finanziario ottimista) di libero acceso.
Non esiste un modello valido universalmente per incrementare il livello di conoscenza degli investitori e avvicinarli all’universo ESG ma una serie di approcci che con il tempo potranno dare i loro frutti:
- identificare gli interessi dei clienti e sfruttare la propria offerta ESG di conseguenza;
- rafforzare la relazione con la clientela e l’impegno verso quest’ultima attraverso i suoi canali preferiti (consulenza di persona, attraverso cellulare, social network ecc.);
- quando l’interesse si sarà tradotto in investimento, mantenere la comunicazione soprattutto per quanto riguarda il rendimento e i risultati degli investimenti ESG. In questo modo, il cliente potrà decidere di aumentare la propria esposizione a queste strategie.
Infine, ma non meno importante, vi sono gli interventi normativi e/o politici che potrebbero dare una forte spinta affinché i criteri ESG vengano presi più sul serio. Oltre la metà degli intervistati (55%), infatti, crede che gli intermediari finanziari dovrebbero essere obbligati per leggere a commentare ai clienti le possibili soluzioni ESG mentre un 54% afferma che un regime pensionistico professionale dovrebbe offrire ai propri membri opzioni d’investimento ESG.