Uno studio di Mercer, che ha coinvolto 912 portafogli europei rappresentativi di 12 Paesi e per un totale di oltre 1.100 miliardi di euro di attività, rivela quali sono i trend in ascesa.
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"Il tempo di agire è ora", ha dichiarato Luca De Biasi, Wealth Business leader di Mercer Italia, soprattutto data la preoccupazione dell’opinione pubblica riguardo ai cambiamenti climatici e la crescente attenzione dal punto di vista regolamentare. Una percentuale sempre crescente di investitori istituzionali in Europa prende in considerazione i rischi di portafoglio legati ai cambiamenti climatici. Si tratta del 17% dell’intero campione degli oltre 900 investitori istituzionali, una percentuale in decisa crescita rispetto al 5% dell’indagine del 2017 e dal 4% nel 2016.
È quanto emerge dalla ricerca internazionale 'Mercer Asset Allocation Survey 2018', che analizza le tendenze di asset allocation di grandi investitori istituzionali, fondi pensione in particolare. Giunta quest’anno alla 16esima edizione, l’indagine ha coinvolto ben 912 portafogli europei, rappresentativi di 12 Paesi, per un totale di oltre 1.100 miliardi di euro di attività e dove l’Italia pesa quest’anno per il 9% del campione.
Sempre crescente attenzione ai fattori ESG
La ricerca rivela che, mentre il 40% degli investitori istituzionali in Europa ha integrato fattori ESG tra i criteri a monte della propria strategia di portafoglio, questo dato sale al 46% nel campione italiano 2018. Valori simili tra Europa e Italia (17% vs. 15%) rispetto alla considerazione del cambiamento climatico nell’ambito dei fattori di rischio. "Un approccio proattivo alla considerazione delle problematiche ambientali può aprire opportunità di investimento nei settori dell'economia caratterizzati da basse emissioni di carbonio", ha sottolineato Biasi. Il manager avverte, inoltre che "ignorare questi temi può invece esporre gli investitori istituzionali a rischi di varia natura". In un mondo in cui le informazioni circolano ormai con grande rapidità, il rischio reputazionale, ad esempio, tende ad assumere sempre maggiore importanza, come indicato dal 18% del campione.
"Le tematiche ESG (Environmental, Social and Governance) recentemente si stanno affermando anche rispetto alle metriche economico-finanziarie tradizionali nella valutazione delle imprese da parte degli investitori, istituzionali e finanziari", ha aggiunto Marco Valerio Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia. "Ciò che la complessa intelaiatura delle dinamiche economiche, sociali e geopolitiche contemporanee ci insegna è la necessità di ampliare l’insieme dei fattori di rischio presi in esame per determinare le performance delle attività economiche nel lungo periodo, in relazione alle implicazioni sia materiali - ovvero sulla profittabilità – che immateriali – sulla loro reputazione presso tutti gli stakeholder, impattando quindi sulla sostenibilità a lungo termine di ogni business".
In Italia trend in ascesa per i mercati privati
Per quanto riguarda il campione italiano, un trend in ascesa sono i mercati privati che per gli investitori istituzionali italiani stanno diventando una realtà sempre più concreta nelle scelte d’investimento, anche alla luce della visione prospettica relativa ai mercati quotati, con particolare riferimento alla situazione dei tassi di interesse a livello globale. In Italia l'85% dei rispondenti al sondaggio sta valutando la possibilità di investire nella categoria. Fatto cento questo universo di potenziali interessati, i due terzi sceglierebbero sia Private Debt che Private Equity. Il premio di illiquidità, la diversificazione delle fonti di rendimento e la bassa correlazione con i mercati tradizionali hanno fatto crescere ancora l’appetibilità di questa asset class rispetto allo scorso anno.
Grande interesse riscuote l’asset class infrastrutturale, che annovera tra le sue caratteristiche finanziarie distintive una intrinseca protezione rispetto al tasso di inflazione e distribuzione di cash-flow interessanti nel tempo. "Sull’Italia i nostri investitori hanno una maggiore propensione verso approcci a ritorno assoluto sul mercato obbligazionario, con l’obiettivo di ottenere de-correlazione dall’andamento dei tassi d’interesse. Questo assume ancor più valore nel caso specifico italiano vista la situazione dello spread sui titoli di Stato: il peso delle obbligazioni governative è contenuto ed il rischio mitigato dalle strategie de-correlanti", illustra Luca De Biasi.
Broad Strategic Asset Allocation in Europe Fonte: Mercer European Asset Allocation Survey 2018