Country funds, un’alternativa per creare alpha nel portafoglio

tavola rotonda Liontrust

Diversificare è la parola d’ordine di ogni investitore, ma le attuali condizioni di mercato, caratterizzate dai bassi tassi di interesse sul fronte obbligazionario e valutazioni elevate su quello azionario, limitano le possibilità di creare valore. Un’esposizione specifica su determinati mercati può contribuire ad aggiungere alpha al portafoglio, sfruttando le singole opportunità che offrono. I Country Funds, fondi focalizzati su un determinato Paese o area geografica, sono caratterizzati dalla conoscenza approfondita del mercato di riferimento, che può rappresentare un vantaggio competitivo per i gestori attivi che operano in un ampio set di opportunità.

In un mondo post pandemico, le opportunità di investimento in un Paese sono dettate dalla migliore gestione della campagna vaccinale e della crisi, che ne determina l’entità della ripresa economica. È proprio per  questo motivo che i Country funds sono tornati in voga; scommettere sul Paese giusto potrà fare la differenza in portafoglio. Ne abbiamo discusso in una tavola rotonda virtuale organizzata da FundsPeople sulla capacità dei Country funds di creare valore.

“I vaccini saranno la chiave per la ripresa dell’economia, ma le campagne vaccinali presentano tempistiche diverse in ogni Paese, selezionare i migliori potrà contribuire ad aggiungere alpha nell’equity allocation”, ha commentato Antonio Forte, International sales director di Liontrust. Sulla base di queste valutazioni, spicca in Europa il Regno Unito, che ha dimostrato fin da subito efficacia nel suo programma di vaccinazioni, iniziando già a parlare di immunità di gregge. “È dunque il momento di valutare un’esposizione azionaria specifica al Regno Unito”, prosegue il sales. “È un mercato con valutazioni ancora economiche, se paragonati ai principali listini, come lo S&P500 che ha un multiplo P/E di 22, MSCI Europe ex UK di circa 14,5; MSCI emerging markets di 15, mentre il FTSE all shares inglese trada solo con un multiplo del 9,5. Mentre la sterlina è la quinta moneta al mondo e rappresenta il 5% delle riserve straniere mondiali”. Non mancano quindi le condizioni per cogliere opportunità specifiche attraverso strategie special situation o nel segmento small e mid cap.

Il concetto di “be local” è il punto di forza dei Country funds, permette di avere una relazione costante e diretta con le aziende in cui si investe e dà la possibilità di raccogliere un numero maggiore di dati. È, infatti, l’informazione che guida il successo di un fondo Paese. “Le informazioni sono condivise in maniera diversa tra i vari mercati, riuscire a captarle prima che queste possano movimentare i prezzi è un vantaggio importante, che solo il fund manager di fondi azionari specifici può avere”, afferma Christophe Jaubert, chief investment officer e head of Research Multi-management di Mediolanum International Funds. “Ci sono mercati, come quello inglese o tedesco, in cui la qualità delle informazioni è elevata, anche nei segmenti small e mid cap. Tuttavia essere gestori locali aiuta, perché qui le informazioni vengono prezzate già prima che le notizie siano diffuse, provando il fatto che esistono network interni che ne possono beneficiare”, aggiunge il fund selector.

Viceversa, esistono anche “aree nuove”, come la Cina, caratterizzate da un mercato azionario enorme, con sempre più società giovani che ne entrano a far parte, in cui però le informazioni sono poco trasparenti e anche qui può far comodo un gestore che conosca l’operatività locale. Questa è un mercato a cui Mediolanum sta guardando con particolare attenzione.

In Fideuram AM SGR viene fatto invece un uso prevalentemente tattico dei fondi Paese. “Solitamente utilizziamo fondi global equity, pan-european, US ed emergenti, ma a seconda di determinate opportunità i nostri gestori utilizzano ETF o fondi attivi su Paesi specifici per prendere esposizioni tattiche”, spiega Jacopo Ciuffardi, fund selector di Fideuram AM SGR. “Ad esempio, quando Draghi è stato eletto presidente del Consiglio, è aumentata l’attenzione verso il mercato italiano oppure, per avere un posizionamento più difensivo, in passato i gestori hanno preso esposizione sull’azionario svizzero, data l’alta concentrazione dei settori farmaceutici ed healthcare”, conclude.