Credit Suisse AM: commodity e trend di lungo periodo per proteggere i portafogli in un contesto difficile

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Ethan Sykes, immagine concessa (Unsplash)

L’ultima tappa di Milano del roadshow “The Digital Times” di Credit Suisse Asset Management ha avuto come tema centrale la sostenibilità. Ma molto spazio è stato dedicato anche ai mercati, in una fase altamente complessa per gli investitori. Lo scoppio della guerra in Ucraina ha infatti reso ancor più incerto uno scenario già di per sé difficile per l’inflazione e le politiche monetarie restrittive delle banche centrali.

L’appuntamento è stato aperto da Manuel Noia, responsabile Third Parties Distribution in Italia, che ha moderato un panel con Nando Pagnoncelli, presidente e AD di Ipsos, e Fabrizio Gavelli, CEO di Danone Italia. Il focus è stato sui consumatori e la loro crescente attenzione per la sostenibilità, che Credit Suisse AM promuove attraverso la selezione degli investimenti. Secondo Pagnoncelli uno dei driver fondamentali che sta guidando il trend si lega al concetto di una maggior qualità dei prodotti sostenibili. “Non è sempre stato così”, dice Pagnoncelli. “Fino a qualche tempo fa si pensava che i prodotti sostenibili fossero per così dire più ‘poveri’, ora sono considerati di maggior qualità” dice. “Sempre più persone hanno un atteggiamento positivo nei confronti del tema, e ciò si riflette anche nei comportamenti e nei consumi”, ha spiegato l’esperto di ricerche di mercato. “Per un’azienda che si occupa di nutrizione, l’impegno per la sostenibilità parte dalla consapevolezza che le scelte alimentari impattano sul pianeta”, ha detto Gavelli di Danone Italia. “E alle aziende spetta il compito di indirizzare i consumatori verso scelte di consumo sostenibili, a beneficio di tutti gli stakeholders e le comunità”.

Guerra in Ucraina, ulteriore fonte di timore in uno scenario già complesso

Si è poi passati al punto di vista della casa di gestione svizzera sui mercati. Lo scoppio della guerra in Ucraina ha complicato un quadro di inizio anno già complesso per l’inflazione in continua crescita e il rialzo dei tassi delle banche centrali. “Sebbene il conflitto interessa un’area economica relativamente piccola, si sta rivelando uno shock abbastanza importante per l’economia globale nel suo complesso”, ha esordito il senior portfolio manager Marco Mossetti. Secondo la sua analisi lo shock si sta trasmettendo attraverso due canali: i prezzi delle materie prima e il rischio sul credito. “Dall’inizio del conflitto la volatilità sulle materie prime energetiche, sui metalli industriali e i prodotti agricoli è aumentata significativamente perché Russia e Ucraina sono tra i maggiori esportatori al mondo di materie prime”, spiega. E ciò si inserisce nel contesto di prezzi in crescita ereditato dal COVID-19 per i problemi sulle catene di fornitura globali causati dai lockdown. Il secondo canale di trasmissione degli impatti del conflitto passa attraverso il credito. “La crisi in Ucraina aumenta il rischio sul credito”, avverte Mossetti. “Le sanzioni hanno colpito il sistema finanziario della Russia e ad oggi rimangono molti dubbi sulla solvibilità dei suoi crediti. Non bisogna dimenticare che un’alta quota di questi crediti sono detenuti da istituti finanziari globali che potrebbero risentirne”, avverte Mossetti.  

Opportunità di investimento

La pandemia e la guerra hanno messo in seria difficoltà le catene di approvvigionamento, con ritardi sulla consegna delle merci e aumenti dei prezzi. Le aziende si stanno riorganizzando, rivedendo l’idea di commercio globale che ha contraddistinto l’economia mondiale sin qui. Il tentativo è di rendere le filiere produttive più resilienti accorciandole tramite un nuovo modello di onshorig e di de globalizzazione. “Si apre una fase in cui potranno venire in soccorso delle aziende dei trend economici strutturali come quello dell’automazione”, osserva Filippo Roncarati, senior Relationship manager di Credit Suisse AM. “Una risposta positiva in un contesto di così grande cambiamento può provenire dagli investimenti in automazione dei processi aziendali e dagli investimenti in intelligenza artificiale”, evidenzia l’esperto. E un altro tema da presidiare è quello della cybersecurity, che è divenuta cruciale per aziende e individui in un modo sempre più connesso e esposto ad attacchi informatici.  

In un regime in cui la correlazione tra equity e bond torna positiva aumenta il rischio per gli investitori in caso di ribassi dei mercati. Diventa quindi attuale il tema di una maggiore diversificazione dei portafogli. E una delle asset class principe, tra le poche in grado di contrastare l’inflazione galoppante, sono le commodities. “Stiamo attraversando uno scenario inedito, in cui le banche centrali rimarranno hawkish, l’inflazione sarà elevata e la crescita modesta”, continua Mossetti. “Storicamente, in uno scenario per certi versi simile negli anni ‘70 e ‘80 le materie prime e gli asset reali si sono dimostrati un’ancora di salvezza, le uniche asset class con rendimenti positivi al netto dell’inflazione”, ha detto il portfolio manager. “Altri temi che ci guideranno fuori da questo momento di crisi sono gli investimenti nella transizione energetica e nelle infrastrutture, temi strutturali che possono diversificare i portafogli”, ha concluso Roncarati.