Lo scenario finanziario internazionale mantiene un livello di allerta costante. Ai classici rischi (come inflazione e movimenti borsistici) si sono sommate, soprattutto negli ultimi anni, nuove incertezze. Le più emblematiche? Il ritorno dei conflitti (numerosi) e il cambiamento climatico. “Tuttavia c’è un ‘rischio democrazia’ che aggrava lo scenario mondiale”, afferma Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, indicando nello specifico il progressivo spostamento delle democrazie in direzione di una “emulazione delle autarchie”. Tirare le somme sul 2025 e presentare le prospettive sui 12 mesi che verranno è, dunque, l’obiettivo del Convegno di fine anno di Itinerari previdenziali, giunto alla 19esima edizione e ospitato il 3 dicembre presso la sede di Cassa Geometri a Roma. A introdurre gli elementi di discussione e riflessione tra i panelist, le sollecitazioni di Brambilla che richiama, tra gli altri, i timori legati a dazi e rischi geopolitici, con l’Ocse, che prevede una crescita economica mondiale del 3,2% nel 2025 e del 2,9% nel 2026 (+3,3% nel 2024); le elevate valutazioni dei titoli azionari; e i potenziali nuovi picchi dell’inflazione (“soprattutto negli USA in risposta alle politiche fiscali e protezionistiche di Trump”).
Scenario internazionale, private market e fiscalità: le priorità della previdenza italiana sul 2026

Bennie Bates, Unsplash
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