Difendere i portafogli con i dividendi, tre miti da sfatare

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Sam Witherow, immagine concessa (J.P. Morgan AM)

Con una recessione alle porte e in una fase altamente incerta per lo stress sul settore bancario delle ultime settimane, gli investitori sono alla ricerca di strategie per difendere i portafogli. In quest’ottica secondo J.P. Morgan Asset Management può risultare vincente focalizzarsi sulle aziende che pagano dividendi. Prima però è importante però sfatare alcuni miti sull’asset class. Il primo è che nell’ambiente attuale di rallentamento della crescita, le aziende che pagano dividendi potrebbero risultare sfavorite e perderebbero le loro qualità difensive.

Contesto favorevole per i dividendi

“Per il rallentamento delle attività economiche le aziende stanno perdendo il loro potere di trasferire l'aumento dei prezzi al consumatore finale e in generale è per loro più difficile difendere i profitti. Ma i dividendi sono più stabili dei profitti”, spiega Sam Witherow, portfolio manager dell’International Equity Group e co-gestore del fondo con rating FundsPeople JPMorgan Investment Funds - Global Dividend Fund. Witherow è stato tra i panelist dell’ultimo Media Summit europeo della casa di gestione svoltosi la scora settimana a Londra. “I ribassi dei dividendi sono sempre meno accentuati di quelli dei ricavi. Si tratta di un fenomeno a cui abbiamo assistito anche nelle passate recessioni”, continua Witherow. “Inoltre, rispetto alla crisi finanziaria del 2008 o a quella del Covid del 2020, crediamo di essere in presenza di un contesto più simile a quello della recessione del 2000-2001, in cui i dividendi si sono dimostrati relativamente resilienti”, dichiara.

Inoltre, i dividendi nella fase attuale arrivano da un periodo in cui sono stati molto bassi. “Nel 2021-2022, si è registrato un record negativo per i pagamenti dei dividendi. Durante la pandemia le aziende li hanno tagliati in modo molto significativo, con una discesa della loro distribuzione di quasi il 40% in Europa”, continua. “Con la ripresa post pandemia c'è stata un’esplosione dei profitti aziendali, ma non abbiamo ancora visto una ripresa robusta dei dividendi”, spiega il gestore. “Nella fase di incertezza attuale, le aziende sono comunque in una posizione di forza e non hanno pagato dividendi agli azionisti come fanno normalmente. I bassi indici di payout forniscono quindi un cuscinetto per la stabilità dei dividendi e la loro crescita a medio termine”, continua. “Per concludere, mentre le aspettative di consenso per la crescita degli utili sono al ribasso, le previsioni per i dividendi rimangono elevate. Le aziende continuano a dirci che in un anno in cui i profitti scenderanno, continueranno ad aumentare o a mantenere i dividendi. E per questo i dividendi potranno ancora giocare un ruolo decisivo nei portafogli”, afferma il gestore.

Non solo aziende cicliche

Un secondo mito da sfatare è che investire nei dividendi significhi esporsi ad aziende cicliche a basso tasso di crescita. Ma secondo Witherow è importante investire in questa asset class con un approccio maggiormente diversificato, includendo settori che non sono tipicamente considerati dei settori che pagano dividendi. Questo perché i dividendi seguono i trend strutturali dell’economia. “Parlando di dividendi si pensa subito alle grandi aziende dei settori tradizionali, come utilities, real estate ed energia. Ma se si considerano i pesi settoriali dell’indice MSCI ACWI absolute dividends vediamo che i titoli finanziari restano i maggiori contributori, ma il terzo settore per importanza è il tech. È quindi importante approcciare i dividendi con una strategia più ampia che include anche i settori che non sono caratterizzati tradizionalmente da politiche di distribuzione dei dividendi come sanità, industriali, consumi di base, non perdendo così il beneficio di partecipare ai trend strutturali in atto nell’economia globale”, spiega il gestore.

Dividendi vs bond

Infine, un altro mito da sfatare è che la crescita dei rendimenti dei bond rende meno interessanti le azioni che pagano dividendi. Gli investitori in cerca di reddito potrebbero infatti beneficiare di un income regolare prendendo un rischio minore.

“I bonds sono tornanti, questo è vero”, ammette Witherow. “Ma bisogna anche tenere in conto l'inflazione e di conseguenza la crescita dei rendimenti dei bond va considerata in termini reali. I rendimenti dei bond sono cresciuti, ma la cedola dei bond è fissa ed è erosa dall'inflazione, mentre i dividendi azionari beneficiano della crescita dell’inflazione”, afferma il gestore. “Con un orizzonte temporale di investimento abbastanza ampio, le previsioni di rendimento relativo offerte dall'equity e dalle aziende compounder dei dividendi sono maggiori rispetto all’obbligazionario”, spiega. “Inoltre, le valutazioni in questo momento sono particolarmente favorevoli e i titoli a più alto rendimento stanno scambiando a dei tassi di sconto vicini ai massimi storici”, conclude.