Raggiunti da FundsPeople, nella sede di Cividale del Friuli, gli esperti raccontano cosa c'è alla base della scelta dei prodotti, inseriti nelle quattro linee di fondi di fondi della banca.
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Raggiunti da FundsPeople, nella sede di Cividale del Friuli, gli esperti raccontano cosa c'è alla base della scelta dei prodotti, inseriti nelle quattro linee di fondi di fondi della banca.
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Performance a lungo periodo, volatilità, time to recovery. Ma soprattutto diversificazione. “Nella costruzione di un portafoglio, la diversificazione dei rischi rappresenta l’elemento essenziale per non incappare nell’errore di avere un’esposizione eccessiva su singole asset class ed essere legati alle sorti di quest’ultime. Avere un portafoglio diversificato permette di ridurre i rischi e dare più stabilità al rendimento finale dell’asset allocation”.
A spiegare a FundsPeople il processo di selezione dei fondi sono gli esperti di Civibank, tra le banche locali di riferimento del Friuli Venezia Giulia e del Veneto orientale. Il team composto a Stefano Battel, Alessandro Rosset e Paolo Grossi gestisce quattro linee di fondi di fondi (270 milioni AuM): una obbligazionaria internazionale, una bilanciata (con un 20% di fondi azionari) e due linee azionarie dedicata al mercato globale e a quello dei Paesi emergenti. “Partiamo dal nostro benchmark prestabilito, ogni mese facciamo un piano di gestione e decidiamo quale asset class dovrà pesare o sottopesare nell’asset allocation”, spiega Stefano Battel. Punto di partenza? Un simulatore di turbolenza finanziaria creato ad hoc come modello quantitativo.
Nel processo quantitativo di Civibank, la risposta arriva da uno statistico e scienziato indiano, Mahalanobis, che nel 1927 analizzò i caratteri del cranio per determinare le distanze e le somiglianze tra le varie caste e tribù in India. “Sostituendo i rendimenti degli strumenti finanziari alle caratteristiche del cranio è possibile identificare i momenti in cui i prezzi di mercato si muovono in maniera insolita misurando sia la distanza tra i rendimenti, rispetto ai rispettivi rendimenti medi, sia prendendo in esame i differenti schemi delle correlazioni”, spiega Battel. “Riuscendo ad identificare i periodi di maggiore turbolenza, per migliorare il rapporto rischio rendimento, si è pensato di costruire una media mobile esponenziale e confrontare tali valori con i percentili calcolati sulla distribuzione stessa”. Il modello, ancora in fieri, ha comunque offerto risultati promettenti. “Partiamo da questo simulatore, anche se non lo seguiamo fedelmente. È un buon metodo per ragionare sulle strategie che più ci interessano”.
Ogni linea ha circa quindici o venti fondi e nessun vincolo di mandato. “Guardiamo a tutti i fondi commercializzati in Europa, senza alcuna preclusione, ma preferiamo non investire in fondi che hanno masse troppo elevate”. Secondo gli esperti, il rischio è che il gestore sia un po’ più “ingabbiato” nelle scelte di asset allocation. “In fasi di mercato complicate, potrebbe non avere la stessa libertà di azione nell’applicare la propria strategia al cento per cento”. Per questo, continuano, c’è una certa predilezione per le boutique.
1/4Nel processo di selezione di Civibank non si escludono i fondi passivi. O meglio, come spiega il team, si preferisce selezionare fondi attivi con alcune eccezioni. “Se devi fare una scommessa di qualche giorno o entrare subito in una specifica asset class, l’ETF è sicuramente lo strumento più adatto”, spiega Alessandro Rosset.
“Lo usiamo quindi o in maniera tattica o strategica ma nelle nostre linee preferiamo offrire una gestione attiva al cliente. Abbiamo già delle linee gestite dai nostri advisory che, invece, investono regolarmente in prodotti passivi”.
2/4Analizzare fondi significa anche saper andare di pari passo con le evoluzioni del mercato. La sostenibilità è stata senza dubbio una rivoluzione anche per chi opera nella fund selection. “Non abbiamo una linea puramente ESG ma seguiamo un negative screening, escludendo armi, tabacco e lavoro minorile. Stiamo elaborando un processo automatizzato che fornisca un punteggio ESG e che magari nel futuro possa andare verso la direzione dell’impact investing”, spiegano.
Ovviamente nel processo di scelta dei prodotti, a parità di condizioni, il team preferisce selezionare un prodotto articolo 8 o 9.
3/4I segnali di un rallentamento, o comunque di una certa debolezza strutturale, ci sono tutti. Non è un caso, quindi, che gli analisti mettano le mani avanti: “qualcuno diceva che ‘il mercato può sbagliare per molto più tempo di quanto tu lo possa ritenere sostenibile’. Non possiamo andar contro il mercato, cerchiamo di allinearci ad esso. Oggi come oggi lo facciamo con una certa prudenza: la nostra view ufficiale è piuttosto negativa”. Nella scelta dei prodotti, quindi, bisogna essere cauti. “Ci indirizziamo verso strumenti di qualità”, dice subito Alessandro Rosset. “Strumenti dove il gestore cerca soprattutto aziende value. Preferiamo ancora l’America, anche se in maniera molto più ridotta rispetto allo scorso anno. Facciamo poi qualche scommessa su dei settori particolari, come la transizione energetica, l’healthcare”.
Sul fronte obbligazionario, dopo il ritorno dei rendimenti, il team guarda ai prodotti corporate investment grade e governativi. “È un periodo spartiacque, di trasformazione. Per questo restiamo comunque ancora prudenti”.
A livello geografico, invece, due sono i Paesi emergenti in testa alle scelte del team di fund selection di Civibank: la Cina e l’India. “Il mercato bond indiano ci sembra molto interessante per il prossimo futuro”, conclude Rosset.
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