Diversificazione di portafoglio: approccio all’investimento multi-asset

Paul Cross, Flickr, Creative Commons
Paul Cross, Flickr, Creative Commons

Il 2016 verrà ricordato come un anno caratterizzato da shock ed eventi imprevedibili, dall’impeachment di Dilma Rousseff in Brasile, alla vittoria del ¨leave¨ al referendum per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, fino alla vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. Nel 2017 dovremo monitorare le conseguenze della presidenza Trump sui mercati, il processo sempre più complesso dell’uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, le elezioni politiche in Francia, Germania e Olanda e l’aumento del protezionismo su scala globale. In un contesto di incertezza politica ed economica, è fondamentale adottare strategie di diversificazione del portafoglio a livello globale, evitando un’eccessiva esposizione alle politiche dei singoli governi.

Un gestore dispone sostanzialmente di due modi per controllare il rischio: riducendolo in termini assoluti o aumentare il grado di diversificazione. La riduzione del rischio in termini assoluti non è una scelta appropriata in quanto comporta la rinuncia a parte del rendimento potenziale, mentre la diversificazione è il principio alla base dei fondi di investimento che investono il capitale in più asset class, settori, aree geografiche e Paesi. Un’efficiente diversificazione consiste nell’investire in differenti asset class con basse correlazioni di rendimento al fine di ridurre la rischiosità del portafoglio.

La diversificazione è un ingrediente fondamentale per il successo dei portafogli multi-asset. Considerando che la crescita economica a livello globale non è omogena, le specifiche dinamiche a livello di singolo Paese o settore possono offrire interessanti opportunità per la generazione di Alfa, così come l’investimento in asset class non tradizionali permette di ottenere il massimo rendimento potenziale dal Beta. La diversificazione del portaglio è strettatmente legata al concetto di correlazione tra le diverse asset class e, oltre a ridurre il livello di rischio degli investimenti in portafoglio, consente di cogliere maggiori opportunità di rendimento.

Gli esperti di Candriam Investors Group focalizzano la sua attenzione sul concetto di diversicazione e sostengono che ¨la teoria è semplice, ma la pratica è più complessa. Con un mutamento delle correlazioni, tradurre la teoria in pratica pone più controversie rispetto al passato¨.

Le correlazioni negative tra azioni e obbligazioni hanno sostenuto la costruzione del portafoglio per molti anni, ma tale metodo di costruzione dei portafogli diviene sempre meno efficiente. Nell'arco dei primi mesi del 2015, per la prima volta dagli ultimi anni del XX secolo, le correlazioni tra azioni e obbligazioni europee sono divenute positive.

Nell’attuale contesto economico e politico, gli interventi di diversificazione non saranno mai perfetti e gli investitori dovranno rivalutare il processo di investimento al fine ¨aiutare¨ i portafogli a far fronte ai rischi di correlazioni positive crescenti. La società di asset management sofferma la sua attenzione sul processo di rifinalizzazione del processo di investimento. La gestione del rischio, che inizia con la messa a punto della calibrazione del rischio, dovrebbe essere messa al centro del processo di investimento. In uno scenario in cui i rendimenti tendono ad essere asimmetrici e con code spesse, la volatilità dovrebbe essere sostituita dal CVaR (Conditional Value-at-risk), in quanto quest’ultima misura di rischio contempla il tail risk e al fine di migliorare gli investimenti e le decisioni di investimento, sarebbe opportuno utilizzare maggiormente l’analisi degli scenari e gli stress test. La componente cash dovrebbe essere trattata come full asset class, considerando che è l'unica asset class con una correlazione quasi pari a zero rispetto alle altre asset class e potrebbe essere l’unico vero rifugio sicuro nel caso in cui gli altri strumenti che compongono il portafoglio dovessere cadere in tandem. Nella situazione attuale, è opportuno puntare all’allocazione in bond futures e accantonare l’idea della parità di rischio semplice. Per quanto riguarda l'obbligazionario, i rendimenti sono al rialzo e quindi le tecniche di shorting gestite dal rendimento totale dei fondi obbligazionari o il rendimento assoluto dei fondi rappresenta l'unico modo per garantire rendimenti positivi. Per gli investitori non disposti a tollerare la riduzione di valore, il meccanismo di Downside Risk Control dovrebbe permettere agli investitori di controllare la perdita massima del portafoglio, anche tra correlazioni altamente volatili.