"Lei investe nel suo fondo?". È questa una delle domande che rivolgo sempre ai gestori durante un'intervista. E devo dire che quasi sempre la risposta è sì, anche perché dubito che in caso contrario lo ammetterebbero apertamente. D'altronte, se non investono loro nel fondo, visto che sono quelli che meglio conoscono il prodotto, perchè dovrebbe […]
"Lei investe nel suo fondo?". È questa una delle domande che rivolgo sempre ai gestori durante un'intervista. E devo dire che quasi sempre la risposta è sì, anche perché dubito che in caso contrario lo ammetterebbero apertamente. D'altronte, se non investono loro nel fondo, visto che sono quelli che meglio conoscono il prodotto, perchè dovrebbe farlo l'investitore? Chi mangerebbe in un ristorante il cui chef se ne va dall'altra parte della strada a mangiare nel ristorante della concorrenza?
Ci sono società di gestione che in passato non permettevano ai gestori di investire nei propri fondi per motivi di compliance mentre adesso sì lo fanno e c'è chi, al contrario, conferisce una parte della retribuzione variabile in quote di partecipazione nei loro fondi.
Da uno studio realizzato dal direttore di analisi di fondi Morningstar USA Russ Kinnel per studiare la correlazione tra gli investimenti personali dei gestori nei loro fondi e i risultati della gestione in fondi del mercato statunitense, è risultato che l'indice di successo nel battere i concorrenti è maggiore in quei fondi in cui il gestore investe nel proprio fondo ed è più alto anche il numero di anni che il manager rimane alla guida del prodotto, conferendo così più stabilità al team.
Nello stesso studio Kinnel ha rivelato che la stragrande maggioranza delle classi di asset, oltre il 50% dei gestori riferiva di non aver avuto nessun investimento nel proprio fondo. Al contrario, nei casi in cui il gestore investiva non solo nel proprio fondo, ma anche in quelli dei suoi colleghi si generava fiducia.
Dopotutto, nessuno lava una macchina a noleggio!