Ecco come sarà l’Eltif PIR di Zenit SGR

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Marco Rosati, AD, Zenit SGR

Dalla società di gestione lo stanno anticipando da tempo: “Il lancio di un Eltif PIR si farà e il prima possibile”. L’intoppo è uno solo e di tipo normativo: per gli Eltif specializzati sulle piccole e medie imprese italiane il Decreto crescita 2019 ha introdotto agevolazioni fiscali che, però, devono ancora ottenere l’autorizzazione della Commissione europea. “In coerenza col nostro ruolo di sostegno e attenzione alle aziende del nostro Paese, intendiamo proporre un Eltif che abbia le PMI Italiane al centro della sua attenzione, e che offra agli investitori gli stessi benefici fiscali PIR, andando a completare per i clienti ed i collocatori la gamma di soluzioni di risparmio gestito sul nostro Paese”, commenta Marco Rosati, AD di Zenit SGR. Intanto, da inizio gennaio 2020 sono riaperte le sottoscrizioni dei due PIR di Zenit SGR, Zenit Pianeta Italia e Zenit Obbligazionario, adattati alla nuova normativa sui Piani individuali di risparmio.

Eltif vs PIR

Entrambi i prodotti nascono da azioni regolamentari, in Italia e in Europa, atte a favorire l’afflusso del risparmio verso l’economia reale, privilegiando gli investimenti in PMI”, ricorda l’AD della SGR. Nel caso degli Eltif, essi sono stati introdotti con il Regolamento comunitario UE 2015/760 e recepiti in Italia lo scorso 28 febbraio 2018 con il D.L. 233/2017. La parabola dei PIR è sicuramente più nota, se non altro perché più travagliata. Introdotti con la Legge 232/2016 (Legge di bilancio 2017), dopo il grande successo iniziale, tra il 2017 e il 2018 hanno iniziato ad accusare le prime battute d’arresto, complice la normativa introdotta con la Legge di bilancio 2019 (n. 145/2018) che ne ha bloccato l’operatività. La situazione sembra, finalmente, essersi sbloccata con la Manovra 2020, che ha in un certo senso ripristinato la struttura dei PIR in quella originaria ed eliminato i vincoli d’investimento che ne avevano determinato il blocco.

“Volendo sintetizzare le differenze principali in poche battute, potremmo dire che il PIR è un fondo comune aperto, riservato ai risparmiatori italiani, con un definito plafond di investimento massimo annuo e complessivo, che gode di un indubbio vantaggio fiscal mentre l’Eltif è un fondo chiuso, che prevede una detenzione per un periodo medio-lungo, generalmente 6-7 anni, e rivolto a una clientela adeguatamente informata”, prosegue Rosati. “In quanto fondo chiuso, l’Eltif è un veicolo più efficiente per investire su titoli meno liquidi, quali le medie e piccole capitalizzazioni, capaci di esprimere il loro valore se approcciate con la necessaria ‘pazienza’”, sottolinea Rosati. “La non tassazione sui redditi del fondo si sposa naturalmente con la sua vita più lunga, creando i presupposti per un attraente ritorno assoluto a scadenza. Inoltre, le quote investibili molto più alte rispetto ai PIR, consentono il beneficio fiscale e quindi un contributo alla performance ‘percepibile’ anche per patrimoni medio alti”, aggiunge.

La proposta di Zenit SGR

Il fondo di Zenit SGR sarà investito in un portafoglio multi-asset, combinando titoli obbligazionari e azionari prevalentemente quotati e per almeno per il 70% di società italiane. “La gestione privilegerà gli emittenti mid-small cap e i gestori saranno gli stessi che seguono con ottimi risultati i nostri due fondi PIR, in sinergia con il team dedicato agli investimenti del nostro fondo di private debt”, rivela l’AD che ci lascia con un pensiero di speranza. “Nell’attuale scenario di tassi di interesse ai minimi storici, se l’azione di promozione dei diversi attori sarà ben focalizzata sulle indubbie opportunità offerte ai risparmiatori, alle aziende e ai collocatori, i risultati saranno eccellenti: noi ci crediamo fortemente”.