Ecco i tre nuovi PIR di Eurizon Capital

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foto: autor ccrrii, Flickr, creative commons

Adesso tocca ad Eurizon Capital. I Piani individuali del risparmio in collocamento cominciano a crescere, a seguito della legge di Bilancio 2017 che prevede l’esenzione dalla tassazione sui redditi finanziari generati dagli investimenti effettuati nei PIR, a condizione che tali investimenti siano mantenuti per almeno 5 anni. L’obiettivo, come ben si sa, è indirizzare il risparmio delle famiglie italiane a sostegno delle imprese nazionali, in particolare quelle di piccola e media dimensione e favorire la crescita dell’economia reale. Così anche Eurizon, dopo Anima, Arca Fondi, Pioneer Investments e Zenit, entra nella rosa delle prime società di gestione che si attivano a riguardo.

Nello specifico Eurizon ha messo in collocamento (dal 28 febbraio) tre prodotti con differenti profili di rischio ed esposizione azionaria per venire incontro alla diverse esigenze della clientela. Si tratta dell’Eurizon Progetto Italia 20, Eurizon Progetto Italia 40 e Eurizon Progetto Italia 70. Gli indicatori sintetici di rischio/rendimento dei fondi PIR sono rispettivamente pari a 3, 4 e 5 su una scala da un minimo di 1 a un massimo di 7.

I portafogli dei fondi combinano due componenti: una azionaria e una obbligazionaria. La componente obbligazionaria si caratterizza per una strategia di gestione attiva e diversificata, investendo principalmente in titoli obbligazionari di emittenti italiani con scadenze comprese tra 1 e 5 anni, sia investment grade che high yield selezionati attraverso l'analisi fondamentale delle singole società nonché tramite lo studio delle caratteristiche dei singoli titoli. La selezione dei titoli azionari avviene attraverso un processo di analisi bottom-up ed è realizzata principalmente grazie ad un ampio bagaglio informativo che consente un costante sviluppo e aggiornamento dei modelli di valutazione interni.

I prodotti PIR compliance verranno presentati lunedì 6 marzo, dallo stesso amministratore delegato Tommaso Corcos, insieme a Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, Alberto Baban, vicepresidente Confindustria e Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo.