Economia circolare, come investire in un “processo inarrestabile”

Clement Maclou, Senior Portfolio Manager, DECALIA
Clement Maclou, Senior Portfolio Manager, DECALIA

Energie rinnovabili, ciclo dei rifiuti e dell’acqua, scienza dei materiali, sharing economy, ma non solo. Anche realtà industriali considerate più legate a modelli tradizionali, come Caterpillar, produttore di mezzi pesanti per cui la quota di veicoli ricondizionati cresce nelle vendite, che hanno adottato o si apprestano ad adottare modifiche nel modello di business nella direzione dell’economia circolare.

“Questa area”, spiega infatti Antonio Garufi, portfolio manager di DECALIA, “nasce dalle problematiche legate allo smaltimento dei rifiuti e alla scarsità delle risorse naturali, ma estende il proprio campo di applicazione alla quasi totalità dei settori economici, rendendo il tema investibile sia da un punto di vista di portata che di prospettive di rendimento”.

La sola esclusione applicata a livello settoriale è quella relativa al comparto Oil&Gas, specifica sul punto Garufi, che sottolinea inoltre come stimoli normativi provenienti da ogni parte del mondo, tra cui anche i mercati emergenti con in testa la Cina, determinino un deciso allargamento delle possibilità su scala globale. “Un cambiamento inarrestabile”, afferma Clément Maclou, senior portfolio manager di DECALIA, “che nel solco della crescente attenzione alle tematiche ambientali, sociali e di governance pone sempre maggiore attenzione agli effetti positivi, sia in termini di sostenibilità che si profittabilità, dell’economia circolare”.

È a partire da queste evidenze che DECALIA ha deciso di mettere a sistema la propia experise sugli investimenti tematici, già comprovata nelle aree millenials e silver generation, per creare il primo fondo globale azionario in grado di offrire esposizione all’economia circolare, lanciato a giugno 2018 e ora dispoibile anche agli investitori retail.

Universo investibile e costruzione di portafoglio

La definizione dell’universo investibile prende le mosse da un modello proprietario creato da Accenture che definisce i cinque modelli di business dell’economia circolare: input circolari (fattori di produzione rinnovabili), recupero delle risorse, estensione della vita del prodotto, piattaforme di condivisione e prodotto come servizio (modello di fruizione da proprietà ad utilizzo). A partire da tali modelli il team di DECALIA ha definito quindi otto settori per dare accesso ad un tema globalmente sottoinvestito. Industria 4.0, sharing economy, alimentazione, prevenzione e diagnostica, energie rinnovabili e reti intelligenti, rifiuti e riciclo, acqua e materiali intelligenti/green rappresentano le aree in cui l’asset manager ha individuato le 600 aziende che costituiscono il complesso dell’universo di investimento. L’analisi bottom-up sui fondamentali societari ha quindi permesso di concentrare il portafoglio fino ad arrivare alla quota ritenuta ottimale dal team di gestione, e cioè nell’intorno dei 50 titoli.

Eccellenze italiane

Le maggiori posizioni attualmente detenute dal fondo vedono al terzo posto, subito dopo eBay e Quest Diagnostics Incorporated, l’italiana Prysmian, leader mondiale nel settore dei cavi, sistemi di energia e delle telecomunicazioni, selezionata fra i vari ambiti di attività per il ruolo di primo piano nella filiera dell’energia eolica sia da un punto di vista di tarsferimento che di sistemi. Tra le realtà italiane a cui il fondo DECALIA Circular Economy offre esposizione troviamo inoltre Acquafil, uno dei principali attori mondiali nella produzione di fibre sintetiche, tra cui prodotti ottenuti dal riutilizzo di reti da pesca.