L’intelligenza artificiale si sta diffondendo rapidamente e in futuro sembra destinata ad assumere sempre più importanza. Secondo i dati diffusi da Anitec-Assinform il mercato delle soluzioni di intelligenza artificiale in Italia tra il 2020 e il 2023 ha più che raddoppiato il suo valore, registrando un aumento del 128% e nei prossimi anni dovrebbe continuare a svilupparsi, con un tasso di crescita annuo medio del 28,9% fino al 2026, raggiungendo un volume di 1,2 miliardi di euro. Nell’ambito dei mercati finanziari per gli esperti del settore, attualmente, l’IA sembra costituire un valido supporto. Ma in futuro sarà ancora così? Quale ruolo potrà avere l’intelligenza artificiale all’interno dei processi di investimento e quale sarà l’impatto sui mercati finanziari in termini di volatilità? Il tema è stato affrontato in occasione del Roadshow organizzato da FundsPeople che si è tenuto il 15 febbraio a Bologna e che ha visto il confronto tra fund selector e asset manager. Gli esperti concordano sul fatto che l’intelligenza artificiale abbia un enorme potenziale e che nel tempo apporterà dei cambiamenti significativi al mondo della finanza, così come è stato per tutte le altre innovazioni. In ogni caso, l’IA al momento non sembra rappresentare un pericolo in ottica di standardizzazione degli investimenti e volatilità dei mercati.
Effetto intelligenza artificiale sui mercati
Palando del ruolo dell’IA nei mercati finanziari, Diego Cecchin, senior sales manager di Schroders, spiega che il gruppo utilizza l’intelligenza artificiale come un “assistente” e in merito a questo riporta un piccolo aneddoto. “Un calciatore durante lo svolgimento di una partita, preso dalle dinamiche del gioco, non riesce ad avere la stessa visione complessiva e ricca di particolari che hanno invece gli spettatori che guardano il match da casa”, afferma l’esperto, aggiungendo che “il nostro portfolio manager è un po’ come il calciatore preso dal pathos della situazione e quindi per avere una visione di insieme si avvale dell’intelligenza artificiale”. Cecchin ricorda poi che l’IA può aiutare a gestire la movimentazione di portafogli che al loro interno presentano un grande quantitativo di titoli. In questo caso, prosegue l’esperto, “l’algoritmo di intelligenza artificiale gestisce tutto il book anche se il gestore deve inserire le indicazioni e quindi resta sempre la mente alla base delle operazioni”. Per quanto riguarda il tema della consulenza Cecchin non pensa che l’IA sostituirà la componente umana anche perché ultimamente “secondo me è in atto una riscoperta del meeting fisico”.
1/4Anche Mirco Bongiovanni, responsabile gestione patrimoniali di Cherry Bank, evidenzia come il proprio gruppo utilizzi “l'intelligenza artificiale. Come banca facciamo ricorso a tecniche di IA applicate al credito da diverso tempo. Quindi nativamente abbiamo questa inclinazione”. Nel mondo degli investimenti l’esperto ritiene che “l’intelligenza artificiale abbia veramente tante potenzialità”. Bongiovanni pensa che l’IA rappresenti un valido “supporto per l’operato umano e che non porterà a un’omologazione dei consigli di investimento perché comunque c’è bisogno di personalizzazione”. In tema di customizzazione l’esperto sottolinea che “nel caso di portafogli sottoposti ad enhancement di IA non è infrequente ottenere output strutturalmente differenziati a seconda del profilo/budget di rischio: ad esempio, un portafoglio per un profilo di rischio medio con sottopeso di azionario e uno per un profilo di rischio medio-alto, invece, con sovrappeso di equity. Con logiche più tradizionali, invece, quando si assume un atteggiamento verso l’azionario questo tende a essere proposto su più portafogli con differenti gradi di rischiosità”. Anche in futuro Bongiovanni si aspetta “un livello di personalizzazione elevato” nel campo degli investimenti.
2/4“Anche noi ci avvaliamo di un modello di intelligenza artificiale”, dichiara Dario Lanzoni, portfolio manager della Cassa di Ravenna, aggiungendo che “nel corso degli ultimi tre anni l’abbiamo adattato e abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati”. L’esperto spiega che bisogna imparare “a interagire con l’intelligenza artificiale, cambiare un po’ le proprie abitudini, essere molto specifici. Insomma, bisogna imparare a governare questo strumento”. In generale, Lanzoni ritiene che l’IA abbia una grande “potenza” anche perché permette di “adattare i modelli di investimento alle esigenze di ogni individuo”. L’intelligenza artificiale sarà quindi in grado di fornire un’ampia gamma di alternative e proprio per questo motivo il portfolio manager ritiene che in futuro “non si arriverà a una standardizzazione dei portafogli e quindi a un aumento della volatilità sui mercati finanziari”.
3/4Edoardo Ferrari, direttore finanza di Fondazione di Modena, vede l’intelligenza artificiale “come un’opportunità. Tutte le innovazioni hanno sempre portato dei cambiamenti e con l’IA ci sono e ci saranno dei mutamenti anche nell’industria della finanza”. L’esperto pensa che l’effetto dell’intelligenza artificiale sui mercati sia “molto simile a quello che è avvenuto ad esempio con gli algo trading e più in generale con tutti gli strumenti automatizzati, ovvero l’amplificazione dei movimenti di mercato sia in positivo sia in negativo”. Ferrari precisa poi che ad oggi in ambito finanziario “l’intelligenza artificiale viene già utilizzata in diversi modi. Esistono modelli predittivi che mettono insieme un numero infinito di variabili e di dati e che con una capacità di calcolo importante cercano di fare una previsione su quello che succederà nel breve e nel lungo periodo. Sicuramente gli individui dovranno capire come integrare questa nuova tecnologia in tutto quello che viene fatto e certamente chi riuscirà a sfruttare prima e al meglio l’intelligenza artificiale avrà un vantaggio competitivo enorme”.
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