Elezioni UK, perché i mercati preferiscono Johnson

James Giddins, Unsplash
James Giddins, Unsplash

Vigilia di voto per il Regno Unito che si appresta ad eleggere tramite elezioni generali anticipate i 650 membri della nuova Camera dei Comuni che con ogni probabilità guiderà il Paese alla definitiva Brexit, ad oggi fissata per 31 gennaio 2020. Le due principali fazioni a confronto fanno capo a Boris Johnson per quanto riguarda il partito conservatore e a Jeremy Corbin per i laburisti, con i sondaggi che danno il primo favorito anche se resta da determinare l’entità della vittoria che potrebbe fare la differenza in ottica di ratifica dell’accordo per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea raggiunto dallo stesso Johnson. Il tutto a meno di sorprese, da non escludere a priori visti i precedenti riguardanti le elezioni britanniche.

“Un governo conservatore con un'ampia maggioranza”, afferma Peter Kinsella, global head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée, “comporterebbe una serie di importanti implicazioni di carattere sia politico che economico”. “La prima è l’eliminazione dell'incertezza derivante dalla Brexit: una maggioranza conservatrice significherebbe infatti che il nuovo Governo sarà in grado di ratificare l'accordo di recesso dell'UE entro la fine di dicembre. I mercati valutari hanno ampiamente prezzato questo risultato, con i risk reversal GBP/USD, che mostrano il costo di un’opzione d’acquisto della sterlina rispetto al costo di un’opzione di vendita, si sono spostati in favore della prima. Inoltre, la vittoria dei Tory allontanerebbe il timore di un governo laburista, un’ipotesi che preoccupa gli investitori istituzionali e privati”, spiega il manager.

“Le elezioni generali del Regno Unito potrebbero aiutare a sbloccare la situazione di stallo della Brexit e quindi a creare delle concrete possibilità di investimento”, sottolinea inoltre Kim Catechis, head of Investment Strategy di Martin Currie, società affiliata Legg Mason. “Tutto dipenderà dalla composizione del prossimo governo: per i mercati, il miglior risultato si avrebbe con una discreta maggioranza conservatrice. In questo scenario, ci aspetteremmo che le azioni domestiche del Regno Unito registrino una sostanziale sovraperformance visto che il nuovo governo dovrebbe intraprendere azioni in materia fiscale atte a stimolare l'economia e che i livelli di investimento delle imprese dovrebbero migliorare grazie alla rimozione dell'incertezza sulla Brexit e la caduta dei premi per il rischio. Più complesso sarà il risultato elettorale, più sarà probabile che la Brexit venga ritardata, la sterlina si indebolirà e il FTSE supererà significativamente le azioni nazionali”, specifica.

Posizionamento del mercato

“La sterlina è il termometro del rischio politico in Gran Bretagna”, sostiene Michael Metcalfe, head of Global Macro Strategy di State Street, che parte dunque dall’andamento della divisa britannica per misurare il polso della situazione ad un passo dalle elezioni.

“Le nostre metriche di valutazione, basate sulla parità del potere d'acquisto di un ampio paniere di prezzi online raccolti da PriceStats, suggeriscono che la valuta è stata sottovalutata tra il 5% e il 15% dal referendum. È curioso quindi che alla vigilia di un  appuntamento elettorale fondamentale, il premio di valutazione della sterlina sia scomparso nei confronti del dollaro USA e in realtà si sia invertito nei confronti dell'euro”, aggiunge.

State Street, Sterling

"L'unico modo per spiegare questo enigma è la fiducia illimitata dei mercati nei sondaggi, nonché in ciò che accadrà dopo. Le sorprese del referendum e delle recenti elezioni sono state dimanticate”, ammonisce Metcalfe che sottolinea come nulla, dati i precedenti, possa essere dato per scontato.