Il 2024 potrebbe ridisegnare l’assetto geopolitico a livello internazionale, considerando che circa metà della popolazione mondiale è chiamata alle urne, per un totale di oltre 50 Paesi. Tra gli appuntamenti più importanti ci sono le elezioni negli Stati Uniti e quelle europee, oltre al voto in India, Sud Africa e Messico. In Russia il 17 marzo Vladimir Putin ha ottenuto più dell’87% delle preferenze alle urne, guadagnando così il quinto mandato presidenziale che lo vedrà per altri sei anni al potere. In questo contesto come bisogna posizionarsi sull’azionariato dei Paesi emergenti? Il tema è stato affrontato in occasione del Fund Selector Talks con focus Equity organizzato da FundsPeople che si è svolto il 13 marzo. Dall’incontro è emerso che per il momento i fund selector e gli asset manager si stanno muovendo con cautela adottando strategie diversificate e flessibili in attesa di avere un quadro chiaro dal punto di vista elettorale.
Emergenti, diversificazione e flessibilità in attesa delle elezioni
Anthony Corrigan, client portfolio manager di Vontobel AM attualmente parla di “un cauto ottimismo sui Paesi emergenti. In un’ottica di medio periodo, invece, i ME potrebbero performare meglio dei mercati sviluppati considerando le attese del consenso sulla crescita dell’economia e degli utili societari e la riduzione dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve”. In questo contesto, prosegue l’esperto, “le elezioni presidenziali americane sono molto importanti poiché l’eventuale vittoria di Donald Trump potrebbe portare a un aumento dei dazi nei confronti della Cina. Nell’attuale processo di selezione dei titoli dei Paesi emergenti teniamo conto anche di questo aspetto, ovvero se la società presa in considerazione è molto esposta al potenziale incremento dei dazi”. In attesa di conoscere il risultato delle votazioni negli Stati Uniti, aggiunge Corrigan, “di recente abbiamo cercato di aumentare la diversificazione del nostro portafoglio a livello regionale e con questa azione abbiamo riscontrato dei benefici molto consistenti”. In generale, nel processo di selezione degli investimenti, “cerchiamo sempre società di qualità che presentino una valutazione ragionevole e quindi un potenziale upside”, conclude l’esperto, sottolineando che “i nostri investimenti hanno sempre alla base il rispetto di una matrice a quattro pilastri: redditività, posizionamento nel settore, valutazione ed ESG”.
1/3Enrico Pellicciari, gestore di portafogli multi-asset presso Bper Banca Private Cesare Ponti, discute di prospettive e rischi per i Paesi emergenti. L’esperto spiega infatti che “negli ultimi anni le azioni dei mercati emergenti hanno registrato performance inferiori rispetto a quelle dei Paesi sviluppati e l'inizio del 2024 sembra confermare questa tendenza. Chiaramente, gran parte di ciò è dovuto all’andamento negativo del mercato azionario cinese, il quale, dato il peso significativo che ricopre negli indici, ha in parte oscurato storie di successo come quella dell'India. Tuttavia, è importante rilevare che investire nei mercati emergenti non significa più guardare solo alla Cina. Infatti, il peso del Paese nell'indice è diminuito nel giro di pochi anni da circa il 40% al 25%, favorendo così un’allocazione più diversificata tra i Paesi dell’area”. In generale, anche il quadro fondamentale per gli emergenti è migliorato: “riteniamo che l’attuale scenario macroeconomico per i mercati emergenti sia più favorevole; l'inflazione in diminuzione e tassi reali elevati consentono alle banche centrali di allentare le politiche monetarie stimolando i consumi interni. Inoltre, il miglioramento delle dinamiche fiscali e dei conti esteri, insieme alla stabilizzazione della crescita economica cinese, potrebbero ulteriormente rafforzare le prospettive per l’asset class”, prosegue l’esperto, ricordando che l’investimento nei mercati emergenti non sarà privo di rischi poiché “il 2024 si prospetta come uno dei più grandi anni elettorali della storia non solo nei Paesi emergenti ma anche in quelli sviluppati, con Paesi al voto che insieme rappresentano il 40% del PIL globale. Le elezioni potrebbero avere significative implicazioni sul quadro geopolitico, con potenziali impatti sulle catene di approvvigionamento globali nonché sulle prospettive di politica economica e fiscale in taluni mercati”. Infine, per concludere, aggiunge Pellicciari, non bisogna dimenticare che “nel lungo periodo, abbiamo osservato che l’area emergente rappresenta un segmento dove le strategie attive sono particolarmente performanti sia per quanto riguarda la generazione di alfa, coerentemente con l’investimento in mercati meno efficienti rispetto a quelli dei Paesi sviluppati, sia nella protezione da volatilità e drawdown causati da crisi finanziarie”.
2/3Nell’attuale contesto, l’approccio suggerito da Andrea Florio, head of products development di Zurich Bank, per la corretta selezione delle strategie con focus nei Paesi Emergenti “è caratterizzato da una forte flessibilità in termini di rotazione geografica”. La flessibilità è un elemento che l’esperto reputa molto importante anche in attesa di avere maggior visibilità "sui due principali driver che ruotano intorno all’area emergente ossia Cina e super ciclo delle materie prime. In uno scenario come quello attuale diventa dunque essenziale valutare un approccio tattico che sfrutti strategie ampiamente diversificate, con robusti processi d’investimento basati su una solida analisi macroeconomica che consentono di essere flessibili nei momenti in cui si rende necessaria una forte rotazione geografica”. In linea generale, prosegue Florio, quando si valuta un fondo azionario emergente “i principali fattori oggetto di analisi sono: un team d’investimento duraturo e stabile che oltre ad avere un solido track record deve dimostrare di possedere forti competenze macroeconomiche; la dimensione del fondo in modo da selezionare strategie robuste ma non enormi per non incorrere nel pericolo di un eccessivo overlap che potrebbe essere negativo nelle fasi di downside del mercato; un processo d’investimento che integra solide analisi fondamentali”.
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