Equity Europea

Il mercato azionario europeo non ha compiuto le aspettative nel 2014. Adesso dobbiamo capire se si tratta di un caso di posticipazione o, cosa più grave, di un aumento della preoccupazione per un’eventuale nuova crisi in Europa. La risposta non è semplice. Basandoci sui dati economici, però, credo che la crescita comincerà a vedersi nel 2015. Questa è la buona notizia”, assicura Tim Stevenson, direttore del mercato azionario europeo e gestore del Henderson Horizon Pan European Equity. La cattiva notizia, per l’esperto, è che la crescita sarà bassa. 

Mario Draghi non ha tardato a prendere provvedimenti. A gennaio, la BCE ha annunciato l’atteso programma che prevede acquisti per un totale di 1,14 miliardi di euro, con uno schema simile al QE3 della FED: 60 miliardi di euro al mese (compresi i 10 milardi che fino ad ora la BCE acquistava mediante ABS e titolizzazioni) che inizieranno a marzo e dureranno, almeno, fino a settembre del 2016. Quell’ “almeno” lascia la porta aperta a un’estensione del QE.  

 

DISTRIBUZIONE PER SETTORI
Portafoglio medio totale di ogni trimestre e le prime posizioni di ogni fondo individuale a novembre, in percentuale. Fondi selezionati da Allfunds Bank. Fonte: Allfunds Bank.

Settore Maggio Agosto Novembre
Finanziario 14,69 15,12 15,53
Consumo ciclico 10,38 10,12 11,03
Industria 9,77 9,35 9,78
Salute 7,1 7,65 7,2
Liquidità 7,44 6,57 7,18
Tec. di informazione 6,04 6,72 6,64
Consumo noN ciclico 6,48 6,12 5,69
Telecomunicazione     4,71
Materiali 5,29 5,66 4,49
Energia 4,3 4,21  
Servizio pubblico      
altri 17,31 27,19 26,41

DIstribuzione per paesi
Portafoglio medio totale di ogni trimestre e le prime posizioni di ogni fondo individuale a novembre, in percentuale. Fondi selezionati da Allfunds Bank. Fonte: Allfunds Bank. 

Paesi Maggio Agosto Novembre
Regno unito 27,61 29,41 28,66
Francia 16,26 16,08 15,47
germania 10,56 9,75 10,33
Svizzera 9,67 9,38 8,41
Paesi bassi 5,36 6,04 5,92
spagna 3,84 3,61 4,01
Italia 2,96 3,23 3,59
stati uniti 2,15 2,88 2,95
Svezia 2,57 2,79 2,53
altri 18,98 16,81 18,1

 

Fondi
BGF EUROPEAN 
CANDRIAM EQUITIES L EUROPE
FRANKLIN MUTUAL EUROPEAN
SCHRODER ISF EUROPEAN EQUITY ALPHA
PARVEST EQUITY BEST SELECTION EUROPE
ALKEN EUROPEAN OPPORTUNITIES
HENDERSON H. PAN EUROPEAN ALPHA
INVESCO PAN EUROPEAN EQ
AXA WF FRAMLINGTON EUROPE
ABERDEEN GLOBAL EUROPEAN EQUITY DIV

 

I fondi azionari europei si preparano per muoversi in una situazione di politica monetaria più rilassata. Un provvedimento sul quale esistono opinioni diverse. “Ci aspettiamo che l’economia dell’Eurozona approfitti dell’aiuto del programma, soprattutto perché ci sono già altri stimoli disponibili. La combinazione di bassi tassi d’interesse nel lungo periodo, l’abbondante liquidità, un euro debole, un sistema finanziario che recupera  terreno e il basso prezzo del petrolio, probabilmente stimoleranno la crescita nel 2015”, pronostica l’economista Holger Farinkrung, di Meriten, parte di BNY Mellon IM. Secondo Paras Anand, direttore del mercato azionario europeo di Fidelity Worldwide Investment “questo programma è stato così tanto dibattuto e anticipato che ha già un basso potenziale, sia nei mercati che nell’economia reale. Di fatto, è possibile che l’intenzione della BCE di stimolare la crescita attraverso l’acquisto di bond sia stata di maggior impatto che la materializzazione di questo acquisto”.

I grandi fondi azionari europei affrontano il 2015 con i valori finanziari e del consumo ciclico come gli asset con più peso nel portafoglio. Queste due tipologie di valori rappresentavano il 26% dei portafogli di questi fondi lo scorso novembre, con i maggiori tassi di crescita del 2014.

Crescita vs valore

Gli analisti di Allfunds Bank spiegano che, dopo la crisi cominciata nel 2008, gli investitori chiedevano prodotti basati sulla crescita invece che sul valore. Dall’estate del 2013, però, il successo di questi fondi è cominciato a venir meno. Nella seconda metà del 2013 è rinato l’interesse per le azioni europee in generale, e per gli investimenti di valore. Una realtà che si è fatta notare soprattutto per i valori periferici, che registrarono una forte ripresa nel 2013. 

Di fatto, la ripresa dei Paesi periferici è continuata nel 2014, ed è stato solo nell’ultimo trimestre dello scorso anno (con le preoccupazioni geopolitiche sulla Grecia) quando gli investitori hanno recuperato l’interesse per comprare valori di qualità orientati alla crescita con una minore sensibilità verso il ciclo economico. Inoltre, il calo del prezzo del petrolio negli ultimi mesi dell’anno e lo sfavorevole comportamento dei servizi pubblici hanno danneggiato la categoria dei fondi di valore rispetto a quelli di crescita. Riassumendo, la crescita ha battuto il valore nel calendario del 2014.  

 

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Se si analizza il portafoglio di questi prodotti dal punto di vista della capitalizzazione, gli esperti di Allfunds Bank mostrano come i fondi small caps abbiano avuto più successo in Europa nel 2013 (simile a quello del 2012). Gli investitori hanno accettato un profilo di rischio più alto e sono state le small caps, con minore liquidità, quelle che hanno approfittato di più della ripresa graduale dell’economia in Europa. Nel 2014, però, le grandi aziende hanno ricominciato ad attirare l’attenzione degli investitori, soprattutto nel primo trimestre, quando la rotazione verso le big company con un alto dividend yeld ha coinciso con la raccolta dei benefici nelle compagnie e nei settori che avevano avuto un miglior comportamento nel 2013. 

Il risultato è che le big company hanno chiuso il 2014 appena sopra le small cap. L’esame geografico dei portafogli di questi prodotti mostra che, lo scorso novembre, il Regno Unito, la Francia e la Germania, detenevano il 55% degli asset di questi fondi. Una cifra che  i tre Paesi hanno mantenuto per tutto l’arco dell'anno.