ESG: Prospettive sul mercato italiano

Sharon Mollerus, Flickr, Creative Commons
Sharon Mollerus, Flickr, Creative Commons

Durante la settimana SRI promossa dal Forum della Finanza Sostenibile si è parlato del tema “Unione Europea e Finanza Sostenibile: impatti e prospettive per il mercato italiano”.

Negli ultimi anni gli Investimenti Socialmente Responsabili sono cresciuti notevolmente in Europa e in modo significativo anche in Italia. “Abbiamo visto parallelamente una crescita dell’offerta da parte delle fabbriche prodotto”, spiega Sara Silano, Editorial Manager di Morningstar Italy. “Oggi un investitore può scegliere tra tantissime strategie. È necessario quindi accompagnare l’investitore nella scelta dello strumento più adatto alle sue esigenze e spiegare le differenze tra le diverse tematiche d’investimento”. 

Gian Franco Giannini Guazzugli, membro del Comitato Esecutivo di ANASF ribadisce l’importanza della definizione di una tassonomia europea. “Un metro comune di valutazione permetterà al consulente e alla clientela di poter parlare lo stesso linguaggio”. I questionari ESG di profilatura del cliente sono senza dubbio un passo avanti. “Questi tematiche d’investimento permettono una maggiore diversificazione e un contenimento della volatilità di portafoglio”. L’industria ha senza dubbio accolto con entusiasmo l’action plan dell’Unione europea. “Siamo ancora in una fase di regolamentazione, ma in Italia già il 50% delle masse in Italia integrano i criteri ESG”, spiega Manuela Mazzoleni, direttore Operations e Mercati di Assogestioni. “C’è ancora molta confusione del termine e c’è ancora molto lavoro da fare in tema di formazione”.

Secondo Angela Tanno, Ufficio Rischi, Controlli e Sostenibilità di ABI non solo è necessario un comune linguaggio, ma anche bisogna saper tradurre l’impatto del rischio finanziario nell’investimento. “Saper analizzare i risultati ci permette di ponderare il contributo delle singole attività”.

Esempi concreti

“Imperativo morale è ciò che ci ha spinto a non investire mai in petrolio e sull’energia nucleare”, spiega Luca Mattiazzi, direttore generale di Etica SGR. La casa di gestione ha un integra i criteri ESG fin dalla nascita con un approccio olistico in materia. “Abbiamo sviluppato diversi strategie ESG che toccano diversi temi. Lo scorso anno abbiamo lanciato un fondo low carbon che è stato accolto molto bene dalla clientela italiana”. 

Un altro esempio concreto in Italia è rappresentato da Intesa Sanpaolo. Francesca Lolli, rapporti con Socially Responsible Investors e Climate Change di Intesa Sanpaolo ricorda l’impegno della Banca in termini di CSR. “I nostri sforzi non si limitiano alla sostenibilità ambientale, ma toccano tutti i temi legati alle tre variabili ESG. Inoltre investiamo nell’economia circolare e sul tema dell’inclusione.