In questa tavola rotonda analizziamo il modo in cui si muovono i clienti retail sulle piattaforme digitali e come l’offerta ETF si adatti di conseguenza.
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Investimenti di lungo periodo attraverso soluzioni che impediscano all’emotività di prendere il sopravvento. È questo che cercano gli investitori che comprano ETF sulle piattaforme digitali, specie quelli delle ultime generazioni.
Secondo i dati Morningstar relativi al terzo trimestre, gli ETF azionari hanno raccolto 19 miliardi di euro netti, in costante crescita rispetto ai mesi precedenti. Calano invece gli investimenti nei prodotti obbligazionari, la cui raccolta si ferma a quota 12,2 miliardi di euro nel periodo, meno dei tre mesi precedenti. I preferiti sono i fondi passivi specializzati sui titoli di Stato in euro e in dollari, che raccolgono complessivamente quasi 7 miliardi di euro. Sul fronte azionario, prevalgono i titoli del mercato statunitense e i prodotti globali. A livello settoriale, gli investitori si sono orientati sui fondi azionari del settore energetico (50 miliardi) mentre calano i flussi verso gli ETF sostenibili (passati dai 10,6 miliardi di giugno a 7,2 miliardi a fine settembre).
Sappiamo che nel campo della gestione passiva è difficile dire se chi acquista i prodotti appartenga al mondo retail o meno. Ma dall’analisi delle transazioni sulle piattaforme digitali è possibile capire se l’andamento fotografato da Morningstar riguardi anche le vendite al dettaglio. In questa tavola rotonda abbiamo provato a capire chi investe e come con questo tipo di broker.
“L’uso che i nostri clienti fanno dei prodotti passivi è orientato al lungo periodo”, spiega Emanuele Agueci, Regional manager Italy, Ireland & Baltics di Trade Republic Bank. Parliamo di PAC, modalità di acquisto la cui richiesta sale nei periodi di maggiore volatilità. “Si cerca l'investimento fisso a intervalli regolari per lasciare poco spazio all'emotività, il che denota una certa consapevolezza finanziaria e maturità. Non vediamo invece un grande uso degli ETF a leva, perché dalla connotazione maggiormente speculativa. Questi ultimi sono strumenti tendenzialmente ciclici, che un piccolo segmento della nostra clientela usa per tentare di cogliere opportunità di breve termine sui mercati”.
1/4Punta il focus sul fattore generazionale Giorgia Delmastro, head of Business Development di Directa SIM: “Negli ultimi anni l’età media è drasticamente calata, i millennials oggi sono molto attivi. Sicuramente i PAC attirano l’interesse e vediamo all’interno di questo prodotto un interesse per ETF su indici azionari ma anche per i tematici e le commodities, in generale c’è la volontà di andare oltre al classico fondo di investimento”. Forte interesse per il PAC in ETF c’è anche da parte dei consulenti autonomi, spiega Delmastro: “In Directa abbiamo una piattaforma a loro dedicata (dPro) e lì l’ETF è uno dei prodotti di punta. Questo perché questi professionisti remunerati a parcella puntano molto sulla riduzione dei costi e in questo sappiamo che lo strumento passivo è molto d’aiuto”.
2/4Ci sono poi i clienti intermediati dalle reti. “Grazie alla partnership con Banca Generali, in BG SAXO una parte dei clienti arriva per merito della forte e preparata presenza dei consulenti finanziari che operano sul territorio”, spiega Simone Di Biase, head of Relationship Management e sales di BG SAXO. In ogni caso, la clientela, che operi con il proprio consulente oppure in maniera diretta, si muove autonomamente sulla piattaforma per le operazioni di carattere più speculativo. “Abbiamo diverse tipologie di clienti, dall’investitore di lungo periodo al cliente con un profilo più da active trader che utilizza gli ETF a leva per sfruttare i movimenti di mercato. Nell'ultimo anno abbiamo osservato in generale una maggiore richiesta di ETF sul reddito fisso a lungo termine, segnale che colleghiamo alla volontà di cogliere le opportunità legate agli alti tassi di interesse”.
3/4Al mutamento delle esigenze e richieste della clientela, corrisponde l’adattamento dell’odderta da parte dei provider. “Dal nostro ingresso nel mercato italiano nel 2007, abbiamo ampliato notevolmente la nostra gamma di ETF Xtrackers, che conta oggi più di 300 strumenti, di cui 173 quotati su Borsa Italiana”, spiega spiega Clino Papa, Xtrackers Sales di Dws. “Inizialmente ci siamo concentrati sull’offrire un’esposizione efficiente ai principali indici di mercato, ma negli ultimi anni abbiamo anche sviluppato altre aree per consentire agli investitori un accesso alle tendenze che stanno trasformando la nostra società nel profondo, come gli investimenti sostenibili, l’intelligenza artificiale, la mobilità del futuro, la genomica e l’internet 3.0”. Con il rialzo dei tassi di interesse, torna poi l’attenzione per gli investimenti obbligazionari. “Molti investitori si ritrovano ad avere un eccesso di liquidità non adeguatamente remunerata sui conti corrente e stanno ricorrendo agli ETF monetari come alternativa a conti vincolati o ai BOT che richiedono un continuo rinnovo a scadenza”.
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