ETF, maggiore efficienza di costi e guadagni elevati. I temi che piacciono ad HANetf

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Christopher Burns. (Unsplash)

Da attivi a passivi. Un cambiamo nell'approccio degli investitori e nelle strategie delle case di gestione. Guardando ai numeri che arrivano dall'Europa, lo scorso anno ha fatto registrare cifre importanti: il patrimonio degli ETF ha superato gli 1,4 mila miliardi di euro (dati Morningstar al 31 dicembre 2021). "Stiamo registrando un incremento della domanda per questi prodotti da parte sia degli emittenti che degli investitori grazie a una maggiore efficienza di costo e a guadagni più elevati, nonostante offrano la stessa diversificazione di un fondo attivo" spiega Annacarla Dellepiane, head of Sales Italy, HANetf in questa intervista a FundsPeople.

Oltre la metà della raccolta riportata prima è confluita in strumenti ESG. "Possiamo facilmente affermare che si tratta di una spinta in questa direzione che arriva dagli incentivi messi in campo dall’Unione Europea e dai singoli Governi, in un’ottica di transazione energetica. Inoltre, si sta diffondendo anche negli investitori retail una maggiore sensibilità nei confronti delle tematiche sostenibili e siamo certi che la domanda per questi temi continuerà a crescere anche nei prossimi anni" prosegue Dellepiane.

Tematici al centro della strategia

Hanetf nell'ultimo anno, ha focalizzato l'attenzione su strumenti passivi tematici, poiché, secondo quanto spiega la professionista, "consente maggior flessibilità nel classificare le società su cui fare affidamento, permettendo di puntare su sottosettori innovativi e riuscendo così ad andare oltre i limiti tradizionali dell'investimento settoriale, che non riesce invece ad adattarsi ai rapidi cambiamenti che si presentano oggi sul mercato".

I temi che piacciono di più al momento sono quelli capaci di catturare il potenziale di crescita dei settori nel prossimo futuro. "Nel caso della tecnologia, ad esempio, stiamo guardando al metaverso. Nel campo della sostenibilità, nell’ottica di transizione energetica, stiamo valutando diverse e nuove fonti di energie, monitorando le decisioni dell’UE riguardo la produzione dell’energia nucleare di nuova generazione, per cui stiamo lavorando su uno strumento in grado di catturare l’esposizione di quelle aziende che si occupano dell’estrazione dell’uranio" commenta Dellepiane.

Il futuro della tecnologia

Molti degli ETF quotati dalla società nell'ultimo anno rientrano nell'universo tecnologico. Questo settore sta vivendo nell'attesa di capire quali saranno gli impatti dei rialzi dei tassi d’interesse da parte della FED. Il timore è quello che si arrivi a cinque, sei rialzi entro la fine dell’anno. "In realtà le nostre aspettative sono più ottimiste, ci aspettiamo infatti un numero contenuto di rialzi, visto anche che quest’anno ci saranno le elezioni di metà mandato a novembre, un fattore che influisce sempre sul contenimento di misure troppo severe da parte della Banca Centrale Americana" analizza Anthony Ginsberg, fondatore di GinsGlobal Index Funds.

Il settore risulta quantomai variegato e la tendenza che i professionisti scorgono è quella dello sviluppo di nuovi trend dati dalla fusioni di alcuni più tradizionali. Come ad esempio il gaming e il cloud, "dove l’intrattenimento condiviso sembra rappresentare il nuovo trend di mercato. La recente acquisizione di Microsoft, uno dei maggiori player nel Cloud, di Activision-Blizzard-King è la prova di come questi due sottosettori si stiano incontrando, con Microsoft che cerca così di espandere il ramo game" spiega Ginsberg.

Tornando a parlare di istanze sostenibili, un altro tema centrale per il proseguo del 2022 è quello della transizione energetica. "Il blocco dei veicoli inquinanti entro il 2035 sta schiacciando l’acceleratore sulla produzione di veicoli elettrici, ma resta il problema dell’infrastruttura. Gli Stati Uniti, sia per la conformazione del territorio, sia per le politiche non favorevoli della precedente amministrazione Trump, hanno oggi un infrastruttura molto arretrata rispetto all’Europa o alla Cina. Nel programma dell’amministrazione Biden vi è una spesa di 174 miliardi di dollari destinata al settore del VE e dell’infrastruttura ad essi connessa" prosegue l'esperto. L'aspettativa è che, questo fattore, insieme agli enormi budget (oltre 50 miliardi di dollari nel ramo ricerca e sviluppo) messi in campo lo scorso anno dalle principali case automobilistiche come Toyota, General Motors, Volkswagen e Ford, porteranno i tassi di adozione dei veicoli elettrici negli USA a doppiare presto la quota di mercato attuale.