Uno degli elementi che la crisi derivante dalla pandemia ha maggiormente evidenziato è la fragilità del tessuto economico e industriale italiano nel suo complesso, tessuto peraltro caratterizzato nel nostro Paese da un elevato numero di piccole e medie imprese (la maggior parte non quotate) dalle quali dipende oltre il 50% dell’occupazione. Per poter rimanere sul mercato, soprattutto durante questa fase, accanto alle risorse e ai ristori messi a disposizione dal governo, oggi più che mai si avverte l’esigenza di mettere in campo un serio programma teso a incentivare, anche attraverso nuove agevolazioni fiscali, l’afflusso di capitali privati alle piccole e medie imprese. Senza trascurare anche la necessità di una riflessione sui flussi di TFR che dalle PMI si spostano alla previdenza complementare e dei quali solo una piccola parte ritorna all’economia reale a svantaggio dell’intero sistema Paese.
Gli investitori istituzionali, da questo punto di vista, sono da tempo protagonisti di un percorso di investimento anche attraverso fondi di private equity e private debt che consentono alle imprese di crescere e agli investitori di beneficiare di una maggiore diversificazione negli impieghi e di fonti di rendimento alternative. Le numerose buone pratiche messe in atto dimostrano come la strada da percorrere sia già ben indirizzata, ma riuscire ad avere importanti agevolazioni su questo fronte, magari anche con l’impiego di imposte sostitutive ridotte nei casi di fusioni tra PMI, potrebbe consentire la definitiva maturazione del sistema? Come evolverà il rapporto tra gli investitori istituzionali e il mondo dei private market nel 2021?
A tal proposito, l’ultima revisione della normativa sui PIR accorda a questi ultimi una fiscalità di favore, ma sarebbe auspicabile considerare l’ipotesi di estendere anche agli enti previdenziali ulteriori vantaggi per investimenti al di fuori di questo perimetro. Quanto al legame tra investimenti alternativi ed economia reale, fino a oggi non c’è stata una vera volontà del legislatore nel ripensare la tassazione per questi investitori istituzionali: tassazione che, peraltro, incide non solo sugli investimenti ma anche sull’operatività e scelte di governance di Casse di Previdenza e Fondi Pensione. È forse arrivato (davvero) il momento di rivedere la tassazione applicata ai rendimenti degli enti previdenziali fornendo così uno slancio ulteriore per la ripartenza economica del Paese.
9.30 Private equity: confronto tra investitori e fondi
Gianmaria Fragassi | Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
Carla Patrizia Ferrari | Chief Financial Officer Compagnia di San Paolo
Massimo Giusti | Presidente Fondo Pensione Arco
Gianni Golinelli | Responsabile Area Finanza ENPACL
Federica Loconsolo | Responsabile Business Development e ESG
Riello Investimenti Partners
Walter Ricciotti | CEO Quadrivio Group
10.00 Private debt: confronto tra investitori e fondi
Conduce Davide Squarzoni | Amministratore Delegato Prometeia Advisor SIM
Sergio Carfizzi | Direttore Generale Fondo Pensione BCC
Fabrizio Dolfi | Senior Manager Italy, Head of Institutional Sales and Private Assets di Oddo BHF
Oddo BHF
Aldo Gentile | Funzione Finanza Fondo Pensione Byblos
Nunzio Laurenziello | Head of Debt Generali Real Estate
Fabio Lenti | Responsabile Investimenti Cassa Dottori Commercialisti
Marco Meda | Investment director Gruppo Green Arrow Capital
10.30 Dibattito tra tutti i partecipanti
Marco Barlafante | Direttore Generale del Fondo Pensione Prevaer
Danilo Giuliani | Vice Direttore Generale EPPI
Claudio Graziano | Presidente Fondo pensione a prestazione definita Gruppo Intesa Sanpaolo
11.30 Dialogo conclusivo tra:
Alberto Brambilla | Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
Giovanni Maggi | Presidente Assofondipensione