Federici (Soprarno SGR): "Siamo pronti ad entrare nel mercato dei private markets"

Tommaso Federici
Foto ceduta

Circa otto fondi e dieci linee di gestione patrimoniale per 1,3 miliardi di masse. E un bilancio di questo primo semestre piuttosto positivo. “Per il sesto anno consecutivo, Soprarno SGR è stata premiata come miglior gestore Italia small dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza” dice subito Tommaso Federici, amministratore delegato della società, nata nel 2027, in seno al gruppo Banca Ifigest. “Un premio che viene assegnato a tutta la gamma dei fondi in gestione e, nel caso della nostra società, il risultato è stato conseguito con il 50% dei fondi classificati nel primo quartile del gruppo di riferimento”. Non è un caso, considerando che il team di gestione ha un’esperienza ventennale e basa la sua filosofia d’investimento su tre semplici elementi: cercare il valore nel corso di un ciclo economico; individuare i settori sottovalutati che dovrebbero conseguire performance superiori alla media in relazione ai rischi assunti; comprare ciò che si conosce e si capisce.

“Stiamo registrando una significativa crescita nelle gestioni patrimoniali e nei patrimoni in advisory” continua Federici “mentre la parte fondi soffre la concorrenza dei tassi d’interesse sui titoli di Stato. In questo ambito, abbiamo riscontrato riscatti concentrati principalmente su strumenti monetari”. L’amministratore delegato fa riferimento soprattutto al fondo monetario della casa, che da 230 milioni di AuM è sceso a 160 milioni. “Nonostante ciò, nel complesso, la marginalità è migliorata e le masse complessive stanno continuando a crescere nel 2023”.

Movimenti tra le asset class

Se nel 2022, mantenere una duration bassa rispetto ai benchmark ha garantito a Soprarno un vantaggio rispetto ai concorrenti, quest’anno i portafogli della casa stanno aumentando gradualmente la duration delle obbligazioni. “Privilegiamo emittenti con rating di alta qualità creditizia” chiarisce il professionista. “Tuttavia, per quanto riguarda la componente azionaria, la nostra sottoesposizione strutturale ai mercati tecnologici e, in particolare, al mercato USA, che hanno riacquistato la leadership a livello globale, non ha raggiunto i risultati auspicati. Continuiamo a credere saldamente nel nostro metodo, che si basa su una robusta analisi fondamentale delle aziende in cui investiamo. Vorrei sottolineare che molte delle principali aziende tecnologiche, che rappresentano l'intera crescita degli ultimi mesi, hanno raggiunto un rapporto tra capitalizzazione e fatturato superiore a dieci. Data l’attuale situazione dei tassi di interesse, questo è chiaramente eccessivo”, continua.

ESG in prima linea

Sono diversi gli elementi di valore che fanno parte dell’offerta di Soprarno SGR: qualità tecniche, conoscenza dei mercati, complesse metodologie di analisi e, come detto, una comprovata esperienza. Ma c’è anche un approccio molto sostenibile. La società, infatti, è fortemente orientata verso gli investimenti SRI: “tutti i nostri fondi rispettano l’articolo 8 della normativa SFDR”, afferma Federici. Inoltre “dal 2020, abbiamo istituito un comitato ESG e recentemente siamo diventati partner sostenibili di Borsa Italiana. Questo è un approccio che i nostri gestori hanno sempre tenuto in considerazione nella selezione degli investimenti. La sostenibilità ha spesso influenzato significativamente gli investimenti, come dimostrano scandali quali Dieselgate della Volkswagen, il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della BP, e i problemi di governance e trasparenza di Wirecard”.

Novità in vista

In un mercato in cui ormai da tempo investire nell’economia reale è diventato un must, anche Soprarno si accinge ad ampliare la propria offerta, mettendo su un team ad hoc dedicato ai mercati privati. “Stiamo lavorando per entrare nel mercato dei private markets, con l'arrivo di un team di professionisti provenienti da L&B Partners, una delle società leader in Italia nella consulenza per operazioni di M&A e debt advisory nei settori delle energie rinnovabili e delle infrastrutture sostenibili”, svela Federici. “Questa mossa, che prevede l'ingresso di nuovi soci come approvato dall'assemblea dei soci di Banca Ifigest, nostra capogruppo, raddoppierà effettivamente la struttura della società”. L’obiettivo è lanciare entro l’anno (o quantomeno a inizio 2024) due fondi alternativi chiusi ESG-oriented multi-strategy, compresi fondi di private equity, che investiranno nei settori legati alla transizione energetica.

Tratto dalla rivista n. 76 di settembre