Fondi alternativi, ecco i gestori europei sbarcati in Italia nel 2020 (e inizio 2021)

Si sa, il mercato dei fondi d'investimento alternativi è destinato a crescere. E per vari motivi. Di recente anche fondi pensione e casse di previdenza, storicamente più caute negli investimenti, stanno guardando con maggior interesse a questa asset class, con l'idea di diversificare il portafoglio e aiutare anche l'economia reale. In Europa, secondo gli ultimi dati calcolati da Preqin in collaborazione con Amundi, le masse in gestione hanno superato i 2 mila miliardi di euro a fine 2019, con i settori del private equity e venture capital (795 miliardi di euro) e degli hedge fund (609 miliardi di euro) che rappresentavano la quota principale. L’Italia è un Paese emergente nel panorama degli asset alternativi. Con 45 miliardi di euro di patrimonio, il mercato domestico è il sesto più importante nel Vecchio continente, perfino davanti ai Paesi Bassi e al Lussemburgo.

La lista dei nuovi GEFIA in Italia

C'è ancora molto da fare per rendere il mercato dei Fia più efficiente, efficace e competitivo, mantenendo la stabilità complessiva del sistema finanziario europeo. Eppur qualcosa si muove: nel 2020 e fino ad oggi, 32 gestori di fondi alternative hanno deciso di iscriversi nel registro ufficiale della Banca d’Italia per debuttare sul mercato italiano. In generale si tratta di boutique o di società di media dimensione, a parte qualche eccezione, che dallo scorso anno (o da pochi mesi) operano in Italia. I Paesi di provenienza? Il Lussemburgo (con 14 società) si aggiudica il primato. A seguire Irlanda, Francia, Malta, Germania, Paesi Bassi e Portogallo.

Ecco qui la lista delle società europee (GEFIA) che commercializzano in Italia fondi alternative, registratesi dal 1 gennaio 2020 al 12 marzo 2021. La lista, tratta dal sito di Bankitalia, è aggiornata in ordine di data d’iscrizione.