Fondi disegnati per generare reddito

Se c’è una cosa su cui i risparmiatori italiani sono tutti d’accordo, quella è la ricerca di prodotti che  diano un rendimento garantito. È infatti risaputo che, con tassi d’interesse ai minimi storici, le tradizionali fonti di reddito – come i Titoli di Stato – non sono più efficaci come un tempo. 

I fondi a distribuzione rappresentano una risposta da parte del risparmio gestito a una domanda crescente: il bisogno di un reddito stabile e regolare è diventato cruciale per molti investitori, a livello globale. Questo bisogno è particolarmente sentito dagli italiani, storicamente alla ricerca di sicurezza e liquidità. L’indagine Schroders Global Investment Trends Survey 2015, condotta su 20mila investitori finali in 28 Paesi, conferma questa opinione diffusa: il 91% degli intervistati italiani si dichiara interessato a soluzioni di investimento in grado di generare flussi di reddito costanti, contro una media europea dell’82%.

 Adattandosi a diversi profili di rischio-rendimento, questi prodotti applicano i benefici tipici del risparmio gestito, come la diversificazione e la gestione professionale, alla selezione di interessanti fonti di rendita nei vari mercati a livello internazionale e rispondono all’esigenza sempre più diffusa presso gli investitori retail  di fonti alternative di rendita finanziaria. 

Un fenomeno recente

Quello dei prodotti a scadenza (conosciuti anche come fondi a cedola) è un boom esploso negli ultimi anni e limitato al segmento retail. Inoltre è considerato un fenomeno tipicamente italiano, in quanto, con l’eccezione della Spagna, che però ha numeri più contenuti, non si è radicato in altri Paesi europei. A gennaio 2013 il totale delle masse nelle due categorie Morningstar ‘Obbligazionari a scadenza’ e ‘Bilanciati altro’ era dell’11% del patrimonio totale investito nei fondi domiciliati in italia. A giugno 2015 questa percentuale è salita al 33%, grazie soprattutto ai fondi bilanciati, che raggiungono oggi oltre 56 miliardi di euro di asset under management. 

Se prima del 2013 esistevano solo 42 prodotti di questo tipo, nel 2013 ne sono stati lanciati 89, nel 2014 ben 99 e nei primi sei mesi del 2015 un totale di 64. Oggi Morningstar conta circa 1.100 classi di fondi europei attivi nella categoria Obbligazionari a scadenza, per un totale di oltre 650 portafogli e poco più di 200 fondi bilanciati a scadenza (per un totale di 239 classi e quasi 60 miliardi di euro di masse gestite) autorizzati alla vendita in Italia. A questi si aggiungono i fondi a scadenza con la facoltà di investire anche in azioni. La distribuzione dei proventi può avvenire su base mensile, trimestrale, semestrale o annuale. Inoltre, può essere fissa o variabile a secondo dei prodotti. Nel primo caso, la percentuale è stabilita nel regolamento di gestione, nel secondo cambia in base all’andamento del fondo. 

Asset in portafoglio

"Non solo reddito fisso. Certo, l’asset class che tipicamente più si presta a interpretare le esigenze degli investitori income è rappresentata dall’obbligazionario, in virtù del flusso cedolare che per definizione prevede", afferma Luca Tenani, country head Italy di Schroders. "È bene segnalare che all’interno del mercato del reddito fisso, le possibilità sono molteplici, sia dal punto di vista geografico (Paesi emergenti versus Paesi sviluppati) che di tipologia di emittente (societario versus governativo). Tuttavia anche l’azionario, per quanto generalmente associato a obiettivi di crescita del capitale, può generare redditi regolari grazie ai dividendi distribuiti dalle aziende in portafoglio". Esistono fondi income specializzati nei rispettivi mercati – azionario e obbligazionario – ma si stanno affermando sempre più in questo campo anche prodotti multi asset. Dal 2008 l’avversione al rischio degli investitori ha portato i rendimenti dei principali titoli di Stato ai minimi storici, con guadagni inferiori per gli investitori a fronte dello stesso ammontare rispetto al passato. In questo contesto, "i fondi multi asset offrono l’opportunità di combinare i vantaggi delle diverse asset class in un unico fondo, evitando o quanto meno riducendo alcuni dei rischi che si assumono puntando su un’unica asset class", spiega Steven Andrew, gestore del fondo M&G Income Allocation. "Se il reddito fisso offre il vantaggio della regolarità della cedola, questi asset sono vulnerabili rispetto all’inflazione. E aggiunge: "L’azionario, d’altro canto, può mitigare gli effetti dell’inflazione, ma può presentare una maggiore volatilità. Se si aggiunge che entrambe sono vulnerabili alla perdita di capitale nel momento in cui l’asset diventa sopravvalutato, è evidente il vantaggio di investire nei fondi multi asset che consentono di miscelare ed allocare in modo flessibile tra le varie asset class".

ETF e cedola

Su circa 930 replicanti disponibili su Borsa Italiana, ce ne sono ben 316 che staccano cedole (sia azionari che obbligazionari). I dividendi vengono pagati almeno una volta l’anno, con cadenza che diventa semestrale o anche trimestrale soprattutto per gli ETF obbligazionari. Sono quotati inoltre anche 19 replicanti che utilizzano la strategia ad alto dividendo. "Selezionare un ETF che investe in dividend growers offre sicuramente la possibilità di scegliere titoli di elevata qualità e non solo titoli con un elevato dividend yield", dice Francesco Lomartire, SPDR ETFs sales specialist per l’Italia e il Ticino di SSGA.

Fondi Italiani

Fondi italiani a cedola che hanno distribuito un maggior reddito negli ultimi 12 mesi.
Fonte: Morningstar Direct, dati aggiornati al 01/09/2015.

Obbligazionari Internazionali

Fondi obbligazionari internazionali che hanno distribuito un maggior reddito negli ultimi 12 mesi.
Fonte: Morningstar Direct, dati aggiornati al 01/09/2015.

Azionari Internazionali

Fondi azionari internazionali che hanno distribuito un maggior reddito negli ultimi 12 mesi.
Fonte: Morningstar Direct, dati aggiornati al 01/09/2015.

Altri Fondi Internazionali

Altre categorie di  fondi internazionali che hanno distribuito un maggior reddito negli ultimi 12 mesi.
Fonte: Morningstar Direct, dati aggiornati al 01/09/2015.