Fondi passivi o ETF? Ecco cosa ne pensano i fund selector

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Continua a crescere l’utilizzo da parte dei fund buyer per gli strumenti passivi, utilizzati non solo per scopi tattici, ma anche nella parte core lite di portafoglio. Ma quali strumenti passivi? Fondi passivi, i cosiddetti tracker, o gli ETF?Vediamo cosa ne pensano i fund selector italiani.

Davide Bulgarelli, fund selector di BNL-BNP Paribas, non ha convinzioni aprioristiche: “entrambi gli strumenti presentano pro e contro. Ovviamente per le posizioni tattiche la preferenza va agli etf, su quelle strategiche si fanno della valutazioni sulla capacità di replica del benchmark comune e sui costi”, spiega. "Dipende poi anche dalla liquidità perché se è vero che anche gli ETF sono acquistabili al NAV su determinati temi di investimento i volumi sono molto sottili”.

Naturalmente entrambe le tipologie di prodotto offrono l’indubbio vantaggio di poter replicare, più o meno fedelmente, i principali indici sia del mercato azionario che obbligazionario con costi di gestione contenuti, permettendo così di ancorare una porzione dei portafogli a benchmark ai rispettivi indici di riferimento.

“Le differenze fra ETF e fondi passivi si riducono alla negoziabilità sul mercato regolamentato dei primi, con la presenza quindi di uno spread denaro/lettera che deve essere considerato come un costo aggiuntivo e che può essere variabile a seconda delle condizioni di mercato e significativo per le asset class meno liquide, contrapposta alla presenza di un Nav giornaliero per i secondi, quindi uguale sia in sottoscrizione che in rimborso senza spread di negoziazione, con però il vincolo di orari di cut-off giornalieri e prezzi di valorizzazione che nella maggior parte dei casi sono di chiusura delle borse”, spiega Paolo Mauri Brusa, portfolio manager GAM (Italia) S.G.R.

Gli ETF sono quindi più flessibli e possono essere negoziati in qualunque momento della giornata mentre i fondi passivi offrono la certezza di un prezzo univoco e di costi predefiniti in qualsiasi condizione di mercato, ma con una minore flessibilità operativa.

"Pur utilizzando maggiormente gli ETF rispetto ai fondi passivi, non abbiamo preconcetti di sorta poiché utilizziamo entrambi gli strumenti. Se si gestisce un portafoglio in cui il market timing è predominante e quindi si ha bisogno di comprare o vendere durante la giornata oppure allo scattare di determinate segnali allora l’ETF rappresenta la scelta migliore, cosi come nel caso si cerchino prodotti di nicchia è più semplice trovare un corrispettivo in un ETF piuttosto che in un fondo passivo", spiega Filippo Valvona, fund selector di Amundi SGR (Italia). "Quando invece l’asset allocation è più stabile e i movimenti sono poco frequenti allora il fondo passivo può rappresentare la soluzione più efficiente, cosi come nel caso si debbano movimentare grosse masse".

C’è chi preferisce i fondi passivi e chi gli ETF…

Giuseppe Patara, fund selector Credit Suisse (Italia), preferisce fare uso di fondi passivi rispetto agli ETF: “li riteniamo più sicuri e trasparenti nella costruzione, nel trading e nei loro costi. Il principale vantaggio degli ETF resta quello dell’ampia disponibilità di strategie disponibili”.

Mediobanca invece, al momento non utilizza fondi passivi ma solo ETF, in quanto la varietà dei fondi indicizzati è di gran lunga inferiore a quanto disponibile nell'universo degli ETF. “Questi ultimi sono impiegati all'interno dei nostri portafogli per la copertura di posizioni core su azionario, dove è difficile trovare gestori in grado di generare alpha in modo costante, come ad esempio USA e Japan”, spiega Francesco Margonari, fund selector di Mediobanca. “Sul lato obbligazionario impieghiamo gli ETF sui mercati più liquidi, ossia quelli governativi, per minimizzare i costi complessivi e cercare di prendere esposizione ai segmenti di curva dei tassi che riteniamo interessanti”.Anche Eurizon, utilizza in prevalenza ETF in quanto l’offerta presente sul mercato è stata finora più ampia. “Nella maggior parte dei casi l’utilizzo di strumenti passivi avviene in prodotti dove si vogliono assumere posizioni di asset allocation più di breve periodo. Stiamo osservando però un aumento dell’offerta di fondi passivi disponibili sul mercato e stiamo monitorandone l’evoluzione”, conclude Filippo Stefanini, responsabile multimanager Investments & Unit Linked di Eurizon.