Fondi SRI: ecco cosa ne pensano i fund selector

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Giorgio Fata

Negli ultimi anni l’interesse per i fondi socialmente responsabili è cresciuto a livello esponenziale, da un lato grazie alle campagne commerciali degli asset manager, dall’altro perché è aumentata la sensibilità verso tematiche SRI da parte della collettività. Pertanto, nell’ultima parte della tavola rotonda organizzata da Funds People, abbiamo chiesto a tre fund selector italiani come selezionano i prodotti ESG all’interno dei loro portafogli e se effettivamente hanno riscontrato un valore aggiunto.

David Karni, responsabile portafogli d’investimento di BCC Risparmio&Previdenza, commenta che “il tema etico è molto richiesto dai nostri clienti in consulenza e advisory, pertanto abbiamo creato dei peer group separati, per questa business unit. Ad ogni modo, lo consideriamo come un ulteriore metodo di screening. Se una società di gestione ha da sempre costruito il proprio processo di investimento secondo criteri ESG, allora per noi può avere un senso inserire questa tipologia di prodotti nei nostri portafogli. Qualora invece le società di gestione utilizzano i filtri ESG in maniera non vincolante, ma come semplice ‘nota di colore’, allora preferiamo evitare”.

Per Fabio Catalano, responsabile delle gestioni patrimoniali di AcomeA SGR, non esiste un processo apposito per i fondi SRI. “Non abbiamo nel processo di selezione dei constrain specific riguardanti i fondi SRI, che vengono inseriti nei peer group di appartenenza come le altre strategie. Se risultano consistenti relativamente agli altri gestori vengono presi in considerazione”.

Carlo Mogni, senior fund manager di Investitori SGR, ha dichiarato che fa "parte di un Gruppo che nel corso degli anni ha sviluppato significative expertise interne in ambito ESG, con notevole impiego di risorse per definire un’offerta di prodotti adeguata. Tale offerta viene costantemente confrontata con quella di asset manager terzi, in relazione alle esigenze dei clienti. In ogni caso adottiamo un approccio pragmatico, analizzando i prodotti ESG con gli stessi criteri degli altri da un punto di vista quantitativo e verificandone la validità da sotto il profilo di rischio-rendimento. A livello qualitativo andiamo a verificare che i criteri SRI vengano effettivamente rispettati. Non ci accontentiamo di un semplice filtro o uno score iniziale utilizzato per definire l’universo investibile, è necessario che tutte le fasi del processo di investimento siano caratterizzate da una particolare attenzione ai criteri di investimento sostenibile”.