Giordano Lombardo è Co-Founder, Chief Executive Officer & Co-CIO di Plenisfer. Prima di fondare Plenisfer, Giordano è stato Global CEO e Group Chief Investment Officer di Pioneer Investments (oggi Amundi), dove ha svolto un ruolo chiave nella creazione di un franchising globale dalla fine degli anni ’90 al 2017, quando ha lasciato l’azienda. È fondatore e presidente di Rationis, società fintech dedicata alla creazione di soluzioni nella gestione del rischio.
Di formazione economica e con esperienza sia come analista che come portfolio manager, Lombardo si è affermato quale voce di riferimento nel settore della gestione patrimoniale italiana. È stato Presidente di Assogestioni, Associazione italiana dei Gestori del risparmio, dal 2014 al 2016.
Vive a Milano, è sposato con cinque figli. Ama correre, leggere e ascoltare musica ed è tifoso dell’Inter da sempre.
Un obiettivo professionale e personale
Cinque anni fa, dopo aver lavorato alla costruzione di un asset management globale per oltre vent’anni, mi sono chiesto se avesse senso lanciare una nuova iniziativa in quest’industria: l’ennesima, in un mercato affollato e dominato dai grandi gruppi e dalla gestione a benchmark o passiva. La risposta, condivisa con gli altri co-fondatori di Plenisfer, è stata che una nuova iniziativa avrebbe avuto senso solo se volta a costruire qualcosa di diverso: una gestione veramente attiva, libera dai vincoli dei benchmark , pensata per affrontare un cambiamento epocale negli scenari di mercato. Dalla deflazione all’inflazione, dalla globalizzazione alla riorganizzazione su scala locale dell’attività economica, senza contare le sfide derivanti dalle tensioni geopolitiche, la crisi climatica e la trasformazione dell’economia digitale. L’obiettivo oggi è quindi continuare a sviluppare Plenisfer nella convinzione di aver fatto la scelta giusta.
Quanto agli obiettivi personali, il principale in questa fase della mia vita è cercare di essere utile. Non soltanto alle persone più vicine, come la mia famiglia o gli amici. Ma anche utile in campo professionale: ai colleghi più giovani, coinvolgendoli pienamente nella bellissima sfida di costruire Plenisfer. E utile soprattutto a tutte le persone che ci danno fiducia affidandoci i loro risparmi. È una grande responsabilità di cui sono costantemente consapevole e che richiede tutta l’attenzione e il rispetto di cui sono capace.
Qual è un suo ricordo o un apprendimento/insegnamento professionale?
Penso si impari soprattutto nei momenti di difficoltà. E la crisi del 2008 è stato uno dei momenti più difficili. In quel periodo ho avuto l’opportunità di incontrare personalmente i clienti della principale banca che distribuiva i nostri fondi. Era qualcosa di inconsueto perché normalmente i gestori hanno rapporti solo con gli intermediari e con i grandi clienti istituzionali, non i clienti individuali. E’ stata una grande lezione: ho toccato con mano le comprensibili ansie dei risparmiatori e l’importanza di “metterci la faccia” soprattutto nei momenti di crisi, con una comunicazione costante, trasparente e la più completa possibile.
Un concorrente/collega che ammira
I gestori e i manager di Capital Group, storica società di gestione negli USA. con cui negli anni ’90 avevamo avviato una collaborazione nella gestione di alcuni fondi internazionali, sono stati per noi dei maestri e dei mentori. Da loro ho imparato l’importanza di fare ricerca fondamentale approfondita come base essenziale del nostro lavoro e di come un approccio di lungo termine sia l’unica strada veramente percorribile per assicurare risultati duraturi, ancorché sia difficilissimo mantenerlo nel giorno per giorno.
Una riflessione sul settore
Oggi fare gestione veramente attiva è più complesso che mai. Da un lato, il campo di gioco si è ristretto, con l’avanzare della gestione passiva. Dall’altro è diventato sempre più affollato, con un numero molto alto di operatori e professionisti che lavorano nel settore, rispetto a quanti ci lavoravano ai miei esordi, negli anni ’80. Insomma, è diventato un settore ultra-competitivo in cui fare la differenza è diventato sempre più difficile. L’altra riflessione di oggi è quale futuro abbia chi lavora nel nostro settore con la diffusione di sistemi di AI generativa. Da un lato l’AI renderà molto più veloce ed efficiente il lavoro del gestore e dell’analista. Dall’altro, sono convinto che l’elemento umano, quella capacità di “unire i puntini” tra fenomeni apparentemente lontani e la visione del singolo continueranno ad essere essenziali. Penso quindi che ci sarà sempre spazio per chi usa i vecchi strumenti del mestiere, studia i fondamentali economici e prende la decisione finale anche con un pizzico di intuito.
Se non avesse scelto la finanza, in cosa le sarebbe piaciuto lavorare?
Sono un appassionato di storia, mi interessa studiare e comprendere le dinamiche che hanno portato le società ad evolversi in determinate direzioni. In fondo, è l’altro lato della medaglia per chi cerca ogni giorno di studiare le dinamiche in atto e capire dove potrebbero portarci.
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