In questo articolo si conoscono meglio i fund selector che compongono la rosa dei finalisti dei FundsPeople Awards 2024. Il prossimo 19 settembre sarà annunciato il professionista che ha ricevuto più voti.
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In questo articolo si conoscono meglio i fund selector che compongono la rosa dei finalisti dei FundsPeople Awards 2024. Il prossimo 19 settembre sarà annunciato il professionista che ha ricevuto più voti.
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Quello del fund selector è un mestiere che richiede profondità di analisi, una buona dose di esperienza e una serie di caratteristiche personali che vanno a formare un profilo professionale non soltanto utile alla società per cui si presta la propria competenza, ma anche apprezzato dal mercato. Con questa consapevolezza, FundsPeople ha scelto di interrogare direttamente le società di gestione operanti in Italia con la richiesta di esprimere una serie di preferenze su singoli professionisti e team di selezione che saranno i protagonisti della prima edizione dei FundsPeople Awards 2024.
In questo articolo si approfondiscono appunto i nomi dei fund selector che compongono la rosa dei finalisti, il vincitore sarà annunciato in occasione della cena di gala degli Awards in programma a Milano il prossimo 19 settembre.
I nomi dei finalisti (espressi in ordine alfabetico per società) sono il risultato di un sondaggio condotto lo scorso aprile e che ha visto la partecipazione di 211 asset manager operanti in Italia.
Stefania Taschini è responsabile Multi-manager di Anima SGR. In precedenza ha lavorato come senior portfolio manager in Prima SGR (in seguito fusa in Anima) svolgendo un ruolo attivo nell’attività di selezione dei fondi di case terze. Ha cominciato la propria carriera nell’asset management nel 2002 in Monte Paschi Asset Management, prima come analista fondi e in seguito come gestore di portafoglio. È laureata in Economia e ha conseguito un Master in Finanza Internazionale (MIF) presso l’Almo Collegio Borromeo di Pavia.
Come è arrivata al mondo della fund selection?
Dopo la Laurea in Economia e un Master in Finanza Internazionale sono stata selezionata in Monte Paschi Asset Management, dove ho mosso i primi passi come Fund Analyst. Da quel momento, è iniziata la mia carriera nella gestione Multi Manager: da analista fondi ho ampliato le mie competenze verso la gestione e oggi, dopo 22 anni, guido il team nel quale sono cresciuta professionalmente.
Un obiettivo professionale e uno personale.
Ho ancora molti obiettivi dal punto di vista professionale: continuare nel percorso di crescita e sviluppare ulteriormente le mie competenze manageriali; ampliare il business; essere una leader e una guida per le risorse più giovani durante il loro percorso di carriera. Sono convinta che le caratteristiche fondamentali in ambito lavorativo siano due: fissarsi obiettivi sempre più ambiziosi e avere una mente aperta e curiosa. A livello personale, mi pongo da sempre due obiettivi: il primo riguarda avere un giusto equilibrio tra vita personale e professionale, (a volte davvero complicato); il secondo è essere una persona sempre migliore, un esempio per i miei figli e per gli altri.
Se non avesse scelto la finanza, in cosa le sarebbe piaciuto lavorare?
Probabilmente avrei proseguito con la carriera accademica in ambito universitario anche se, un’area che mi affascina e a cui ho pensato più volte prima di iniziare Economia all’università, è quella della psicologia.
Un ricordo o un apprendimento/insegnamento.
Sicuramente non dare mai nulla per scontato: a volte è opportuno e auspicabile cambiare idea e non rimanere ancorati alle proprie convinzioni.
Un collega che ammira (non necessariamente della stessa società)
Ammiro molti colleghi, che lavorano anche in ambiti diversi dal mio. Non ne menzionerei uno in particolare, ma posso dire con certezza ciò che ammiro di queste persone, ovvero: il coraggio e la perseveranza, il sapersi rialzare dopo una “caduta”, il guardare “oltre” e non mollare mai, l’onestà intellettuale.
Una riflessione sul vostro settore.
Il mondo della fund selection è cambiato molto nel corso degli ultimi 20 anni. Un universo di fondi popolati da nuove asset class e strategie, una maggiore concorrenza e molti nuovi attori presenti sul mercato hanno modificato i criteri e i processi di selezione, portando a una crescente necessità di fund selector in grado di conferire un vero valore aggiunto. L’evoluzione delle esigenze dei clienti, i cambiamenti normativi e una maggiore trasparenza hanno reso ancor più indispensabile una maggiore personalizzazione del nostro lavoro verso i clienti. Ci attendono nuove sfide, ma anche opportunità. Tra queste sicuramente una regolamentazione crescente e nuove normative su trasparenza, indipendenza, adeguatezza e responsabilità, soprattutto in tema di investimenti sostenibili. In questo ambito, la normativa è in continua evoluzione e sta cambiando anche l’universo delle strategie investibili e analisi sempre più mirate e approfondite saranno necessarie prospetticamente. In ultimo da non trascurare le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale, che offriranno nuovi strumenti e tools di analisi e di selezione e che dovremo sempre di più integrare nei nostri processi.
1/6Responsabile dell’unità Multimanager e Alternative Investments di Fideuram ISPB Asset Management SGR, Luca Anzola avvia la sua carriera in Fideuram nel 2016 come responsabile ricerca fondi e investimenti alternativi. Dal 2005 al 2016 lavora presso Aletti Gestielle SGR sulla parte di ricerca e due diligence, e diventa responsabile del team nel 2008. Ha più di 15 anni di esperienza nella selezione, due diligence e valutazione di fondi tradizionali ed alternativi. È professore a contratto in Finanza e Risk Management per il MIP School of Management del Politecnico di Milano. In Fideuram AM SGR gestisce un team di 12 professionisti.
2/6Attuale head of Fund Reasearch and Alternative Investments presso Fideuram Asset Management SGR, Chiara Mauri avvia la sua carriera nella società del Gruppo Intesa Sanpaolo nel 2007 come fund manager, dopo un’esperienza di sette anni presso Banca Profilo in qualità di fund analyst. In Fideuram ISPB AM SGR gestisce un team di nove professionisti.
3/6Con oltre 20 anni di esperienza sui mercati finanziari, Francesco Margonari lavora per Mediobanca SGR dal 2012 come senior director nella Funzione di Investment Advisory con focus sulla costruzione di portafogli e la selezione in fondi per le tre reti del Gruppo. Precedentemente, dal 2006 al 2012, ha ricoperto il ruolo di fund manager presso Fideuram occupandosi della gestione di portafogli multi-asset e di fund selection prima nella sede di Dublino, per quattro anni, e poi a Milano. In precedenza, dal 2003 al 2006, ha svolto il ruolo di analista finanziario presso EurizonVita dedicandosi alla costruzione e al monitoraggio dei portafogli dei prodotti Unit/Index Linked della Compagnia. Si è laureato nel 2001 presso l’Università Bocconi dove ha poi conseguito un Master in Quantitave Finance e Risk Management (MAFINRISK). È chartered alternative investment analyst (CAIA) e autore del libro “Manuale per la selezione dei fondi: una nuova metodologia” edito da AIPB nel 2019.
Come è arrivato al mondo della fund selection?
Ho iniziato ad analizzare fondi sin dal mio primo impiego. La fund selection è stata costantemente parte di tutta la mia attività lavorativa e ha rappresentato per me uno degli aspetti più interessanti, con cui ho potuto dare spazio alla mia creatività mediante l’implementazione di modelli di selezione e la redazione di analisi volte a identificare i migliori fondi da poter utilizzare. Allo stesso tempo, sempre attraverso la fund selection sono riuscito ad approfondire i meccanismi di funzionamento della maggior parte dei mercati finanziari, completando negli anni la mia formazione professionale.
Un obiettivo professionale e uno personale.
Mi ritengo una persona particolarmente pragmatica. Il mio obiettivo principale è risolvere problemi! Per questo, ciò che cerco di fare nella quotidianità è trasmettere indicazioni che possano essere sempre utili e fruibili ai miei interlocutori per ottenere la migliore soluzione. Professionalmente trovo gratificante poter vedere l’impatto delle mie attività sotto diverse angolazioni: dal business istituzionale a quello privato, o dal mondo gestionale a quello della consulenza.
Se non avesse scelto la finanza, in cosa le sarebbe piaciuto lavorare?
Ho sempre avuto la passione per il mondo della finanza tanto che non ho mai avuto dubbi sulla scelta dell’Università. Tuttavia, a distanza di tempo e se potessi tornare indietro, penso che mi sarebbe piaciuto seguire un percorso di studi e svolgere una professione nel campo della medicina o della veterinaria.
Un ricordo o un apprendimento/insegnamento.
L’esperienza è quello che ottieni quando non ottieni ciò che vorresti!
Un collega che ammira (non necessariamente della stessa società)
Ho sempre ammirato le persone mosse dalla “passione” e fortunatamente ho avuto occasione di incrociare la mia carriera con molti di loro, siano stati responsabili o colleghi di team. Lo stimolo al miglioramento e la propositività di una persona che lavora con passione non hanno eguali, per questo la mia ammirazione va verso qualità che nel lungo periodo appianano anche molte divergenze.
Una riflessione sul vostro settore.
Il settore dell’asset management si trova di fronte ad almeno tre forze che lo spingono verso un continuo e costante mutamento: modifiche regolamentari, evoluzione degli strumenti finanziari e necessità di ottimizzare al meglio i costi strutturali. Adottare un approccio agli investimenti sempre più dinamico e meno “convenzionale” è quindi diventato un requisito determinante. In altri termini, selezionare titoli azionari/obbligazionari e/o identificare la giusta asset allocation per generare “alpha” è un’attività che deve e soprattutto dovrà essere integrata con analisi sofisticate, come ad esempio l'"AI", al fine di far progredire i processi decisionali per rendere una gamma prodotti più longeva possibile. Tale affermazione è tanto più vera alla luce della convergenza che si sta velocemente materializzando tra il mondo dei prodotti “attivi” e quello dei prodotti “passivi”. In sostanza, è in corso una vera e propria metamorfosi del nostro settore dove continueremo probabilmente ad assistere a una offerta di prodotti di investimento che sarà sempre molto variegata e in perenne mutazione. In tale contesto il ruolo del fund selector rimarrà cruciale per cercare di identificare le soluzioni di investimento più adatte da utilizzare nelle gestioni patrimoniali o per il servizio di Advisory.
4/6Roberta Rudelli è head of Fund Selection di UniCredit con oltre 20 anni di esperienza nei mercati finanziari. Dal suo ingresso nel Gruppo nel 2003 ha ricoperto diverse attività: equity strategist, gestione di portafogli obbligazionari e azionari, asset allocation. Dal 2005 al 2011 ha lavorato per il dipartimento di Pioneer Quant Asset Allocation sviluppando modelli per strategie azionarie di valore relativo (Paesi e settori). Rudelli ha iniziato la sua carriera in Comit Asset Management (ora Eurizon) nel team di Asset Allocation come equity strategist e successivamente ha maturato due anni di esperienza presso il desk di trading azionario di Banca Profilo.
Come è arrivata al mondo della fund selection?
Per circa due anni ho lavorato nel team delle gestioni patrimoniali, dedicandomi in particolare a quelle in fondi obbligazionari. Ho iniziato così ad approfondire la conoscenza di ogni singolo fondo e a comprendere meglio come combinarli assieme per costruire un portafoglio efficiente dal punto di vista rischio/rendimento. Il passaggio al team di Fund Selection nel 2014 è stata l’evoluzione naturale di un percorso già avviato.
Un obiettivo professionale e uno personale.
Cerco di svolgere il mio lavoro con uno spirito di collaborazione nei confronti di tutti i colleghi, non solo del mio team, e provo sempre a trovare il tempo per ascoltare le richieste di supporto e di confronto in un’ottica costruttiva. Con gli asset manager preferisco essere trasparente: se c’è un problema è meglio metterlo in evidenza e cercare di risolverlo. Sono due obiettivi piuttosto sfidanti considerando le scadenze pressanti di ogni giorno e la mole di lavoro che continua a crescere. Sul piano personale, considerando che amo viaggiare, spero di riuscire a visitare il maggior numero di Paesi possibile, magari facendo il giro del mondo quando andrò in pensione.
Se non avesse scelto la finanza, in cosa le sarebbe piaciuto lavorare?
Alle scuole superiori ipotizzavo altre due alternative: diventare commercialista o intraprendere il corso di ingegneria meccanica, per la mia passione di allora per le automobili. Poi lo studio dei mercati finanziari ha catturato la mia attenzione e ho scelto un percorso completamente diverso che non smette mai di sorprendermi in modo positivo. Ai colleghi dico sempre che “una call con un gestore non si rifiuta mai” perché è una buona occasione per imparare qualcosa di nuovo.
Un ricordo o un apprendimento/insegnamento.
Nella mia esperienza, le scelte migliori che, come team, abbiamo fatto, sono quelle che ci hanno occupato più tempo nell’analisi e nella discussione, quelle nella quali le opinioni individuali iniziali erano molto diverse tra loro. Solo il confronto continuo con i colleghi aiuta a prendere scelte più consapevoli e a ridurre il rischio di farsi condizionare dalle proprie convinzioni perdendo di vista elementi importanti.
Un collega che ammira (non necessariamente della stessa società)
In generale, ammiro le persone che hanno la capacità di analizzare le situazioni, anche quelle più complicate, in modo lucido e con un processo logico e di trovare una soluzione, magari creativa, ai problemi anche quando sembra impossibile. Inoltre, apprezzo le abilità negoziali di alcuni colleghi che riescono a trovare un punto di incontro anche nelle dispute più serrate.
Una riflessione sul vostro settore.
Credo che l’intelligenza artificiale assumerà un ruolo importante anche nell’attività di Fund Selection, ma non sostituirà interamente l’apporto delle persone, perché il nostro lavoro richiede una buona dose di discrezionalità legata al fatto che nessun fondo è uguale a un altro e le caratteristiche individuali di ciascun gestore si riflettono nelle scelte di portafoglio.
Dopo la laurea presso l’Università Bocconi, Andrea Florio lavora presso Intesa Sanpaolo Private Banking dove ricopre il ruolo di equity analyst a supporto della rete di private banker del Gruppo Intesa Sanpaolo. Successivamente entra in Anima SGR come relationship manager. Il passaggio successivo è all’interno di Banca Generali dove si occupa in particolare di sviluppo di strategie d’investimento e di selezione di fondi per l’alimentazione dei contenitori finanziarie e assicurativi. Da maggio 2022 è nel gruppo Zurich, qui partecipa al progetto Zurich Bank all’interno del quale segue lo sviluppo delle soluzioni d’investimento finanziarie e assicurative, la selezione dei fondi per i diversi contenitori e la tematica ESG
Come è arrivato al mondo della fund selection?
Ho avuto l’opportunità di cominciare il mio percorso professionale in concomitanza con lo sviluppo del settore dell’asset management, e da subito grazie al mio iniziale ruolo di analista azionario ho avuto l’opportunità di vedere da vicino e di appassionarmi ai fondi d’investimento. Da quel momento questo strumento è diventato per me una vera e propria passione, che analizzo, studio e utilizzo come parametro per effettuare valutazioni che esulano anche dal solo perimetro d’investimento e si spingono a logiche di prodotto.
Un obiettivo professionale e uno personale.
La passione per il settore in cui opero mi suggerisce come obiettivo primario quello di provare a contribuire nell’innovazione dei modelli distributivi e di favorire lo sviluppo di soluzioni d’investimento che possano rafforzare la relazione tra il consulente finanziario e il proprio cliente.
Se non avesse scelto la finanza, in cosa le sarebbe piaciuto lavorare?
Se non avessi intrapreso un percorso nel settore della finanza, avrei valutato con buona probabilità un percorso in ambito legale con particolare riferimento ai filoni legati a M&A e alla normativa fiscale
Un ricordo o un apprendimento/insegnamento.
Tanti sono stati i ricordi collezionati in questi anni, e altrettanti sono stati gli insegnamenti che ho ricevuto avendo avuto la fortuna di lavorare e di confrontarmi con prestigiosi esponenti dell’industria del private banking e dell’asset management. Senza dubbio uno degli insegnamenti ancora oggi da me tra i più utilizzati è quello di adottare un approccio analitico per orientare le scelte d’investimento/business verso una prospettiva profittevole per il proprio cliente finale
Un collega che ammira (non necessariamente della stessa società)
Sono davvero molti i colleghi che ammiro e da cui ho avuto la fortuna e l’opportunità di apprendere; molti di loro hanno scritto e/o sono sicuro scriveranno pagine importanti legate alla storia del settore della Finanza. Se devo tuttavia indicare una persona posso dire che Rodolfo Fracassi, co-founder & managing director di MainStreet Partners è stato senza dubbio il collega che ho ammirato per la capacità di trasformare, attraverso dedizione e ammirazione, un proprio sogno in una consolidata e distintiva realtà.
Una riflessione sul vostro settore.
Sono molti gli studi e i sondaggi che ritengono che l’industria dell’asset management possa iniziare una fase di consolidamento. L’ultima survey di PwC condotta su 500 asset manager e investitori istituzionali evidenzia come il settore nei prossimi quattro anni dovrà affrontare un importante percorso di consolidamento, a causa di un mix di volatilità di mercato, tassi d’interesse elevati e pressione sui margini. Altre sfide saranno rappresentate dalla trasformazione digitale e dal cambiamento delle aspettative degli investitori. Il risultato di questo processo, oggi secondo molti in accelerazione, porterà a un duplice risultato: da un lato favorirà l’accesso a nuovi segmenti per costruire nuove quote di mercato e mitigare i rischi, dall’altro favorirà un maggior utilizzo della tecnologia (in particolare AI, Big data e Blockchain) per migliorare le performance degli investimenti.
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