Garino (Arca Fondi SGR): “Investiamo nell’eccellenza del nostro Paese”

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Tra le storie di successo che hanno arricchito le pagine del 2017 del risparmio gestito italiano c’è sicuramente quella dei PIR, i Piani individuali di risparmio, che in soli 9 mesi (gli ultimi dati Assogestioni sono a fine settembre) hanno raccolto 7,5 miliardi di euro, raggiungendo un patrimonio di 12,2 miliardi. Arca Fondi SGR è stata tra le prime realtà dell’industria a offrire ai suoi clienti prodotti di questo tipo. Con Andrea Garino, responsabile servizio advisory e sviluppo prodotti della società, abbiamo tirato le somme di un anno decisamente positivo in termini di raccolta e performance e parlato delle novità che Arca ha in serbo per il nuovo anno.

“I fondi su cui si è concentrata la raccolta”, spiega Garino, “sono bilanciati e flessibili, e rappresentano circa l’80% della raccolta netta. In questo segmento Arca si è contraddistinta tra le società più attive, sia in termini di gamma prodotti che di patrimonio gestito*”. Attualmente, sono quattro i PIR offerti dall’asset manager (qui puoi vedere tutti quelli disponibili sul mercato): gli azionari Arca Economia Reale Equity Italia e Arca Azioni Italia e i bilanciati Arca Economia Reale Bilanciato Italia 30 e Arca Economia Reale Bilanciato Italia 55. “Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti nel corso di quest’anno. Al 20 dicembre 2017 le performance de nostri prodotti sono tutte positive”, commenta l’esperto. “In particolare i due fondi azionari focalizzati sul mercato italiano hanno avuto rendimenti a doppia cifra”.

Il prodotto che ha raccolto di più è Arca Economia Reale Bilanciato 30 che, ad oggi, presenta un patrimonio superiore ai 730 milioni. “Il fondo, tra i primi lanciati sul mercato, ha riscosso particolare successo perché presenta un profilo di rischio sostanzialmente prudente ed è adatto pertanto alla maggior parte della clientela. Inoltre, si caratterizza anche per l’estrema semplicità della politica di investimento. L’asset allocation prevede, infatti, un investimento medio del 30% in aziende italiane mid/small cap, il 50% in obbligazioni corporate emesse da aziende italiane principalmente large cap e il rimanente 20% in titoli di stato italiani e più in generale europei”, afferma Garino.

Per quanto riguarda la selezione dei titoli presenti nei fondi in questione, l’esperto spiega che “siamo in presenza di imprese che rappresentano l’eccellenza dell’industria del nostro Paese. Si tratta di aziende manifatturiere appartenenti a settori molto diversi ed è necessaria una rigorosa selezione dei titoli detenuti in portafoglio e un continuo monitoraggio delle posizioni, data anche la volatilità dell’asset class”.

La famiglia dei PIR di Arca potrebbe ben presto allargarsi con un nuovo lancio previsto entro il primo semestre del 2018. “Stiamo ragionando su un prodotto bilanciato con rischio contenuto e una componente azionaria mediamente pari al 15%, diversificata sia sul mercato europeo che, ovviamente, su quello delle mid cap italiane”, anticipa Garino.

E ai commenti di chi già agita lo spettro di una bolla, Garino risponde: “Stare in guardia di fronte alla possibilità di una bolla speculativa non è mai sbagliato. È sicuramente vero che i flussi di investimento che stanno veicolando sul mercato delle piccole medie imprese sono molto rilevanti, ma è anche vero che il mercato sta progressivamente crescendo. Sento parlare di decine di nuove quotazioni per il prossimo anno e in questo senso le potenzialità sono enormi”.

"Oltre i 2/3 del valore aggiunto e dell’occupazione dell’industria proviene dalle PMI che costituiscono la parte più importante del sistema produttivo, la più dinamica ed attraente", sottolinea l'esperto di Arca. Queste aziende, durante la crisi economica, non solo sono riuscite a sopravvivere ma anche a far crescere il proprio fatturato e a svilupparsi sui mercati esteri. Oggi vi sono oltre 10.000 aziende che esportano regolarmente ed altre 50.000 che lo fanno sporadicamente. Basterebbe che una parte di quest’ultime lo facesse in modo più organizzato e costante per dare un importante supporto alla nostra economia che soffre di una crescita lenta e debole”.

* A settembre la società presentava un patrimonio in OICR PIR pari a circa 1,5 miliardi con una quota di mercato superiore al 12%.