Come affrontano le boutique di investimento l’attuale fase di mercato? Ne abbiamo parlato con Lorenzo Gazzoletti, CEO di Montpensier Finance, casa di gestione francese che ha chiuso il 2020, e iniziato il 2021, con numeri in forte crescita.
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Riuscire a crescere in un 2020 tanto straordinario per le condizioni imposte a economia e mercati finanziari dalla pandemia non è certamente stato un risultato di poco conto per nessun operatore di un qualunque settore. Iniziare con lo stesso passo il 2021, muovendosi da boutique di investimento in un contesto come quello dell’asset management europeo alle prese con novità regolamentari e spinte alla concentrazione sempre in atto, lo è ancora di meno. Per capire i motivi alla base dell’aumento delle masse in gestione da parte di Montpensier Finance, passata negli ultimi 18 mesi da 2 a 3 miliardi di asset under management, abbiamo indagato la view sul settore di Lorenzo Gazzoletti, CEO della società.
Muoversi tra i giganti
“Osservo un mercato che si polarizza a grande velocità, tra giganti al di là dei 500 miliardi di masse che propongono tutte le asset classes e boutiques di gestori attivi che, per tenere il punto di una concorrenza feroce, devono essere sempre più specializzate su alcune specifiche strategie, con piattaforme interne di ricerca proprietaria e di risk management di eccellenza”, avvia la sua analisi Gazzoletti.
“L'obiettivo di Montpensier Finance è di mantenere il vantaggio che abbiamo acquisito sui concorrenti nelle gestioni attive Equity SRI: riuscire a fare una gestione High Conviction - High Alpha con portafogli di eccellenza SRI, e questo è visto dal mercato come un posizionamento forte e duraturo della nostra società”, prosegue.
Un percorso che non può non tenere conto del rapporto con i grandi player di un settore in cui per specifiche aree di attività porta ogni casa di gestione a confrontarsi con dinamiche dimensionali.
“L'entrata di Amundi come azionista di minoranza (ingresso al 25% del capitale, ndr) di lungo periodo è stato per noi il riconoscimento, da parte del leader Europeo del valore della piattaforma di investimento che il nostro Presidente Guillaume Dard e tutta la sua squadra hanno costruito in 15 anni”, afferma il CEO di Montpensier Finance, sottolineando la chiarezza in termini di composizione societaria e ruoli stabiliti in ottica di partnership.
Gestioni e contesto normativo
“Gli investitori”, prosegue andando al cuore della crescita delle masse in gestione, “hanno premiato la nostra specializzazione su due asset classes di nicchia come l'Equity full integration SRI (articolo 9, SFDR) e le obbligazioni convertibili”. “Su questi due segmenti siamo presenti con pochi fondi di masse importanti, con lunghi track record e posizioni di primo quartile nei peergroups su praticamente tutti i periodi, 1-3-5-10 anni”, completa sul punto.
Tra le fondamentali chiavi del successo in ottica di lungo periodo viene dunque segnalata l’offerta sostenibile, con particolare attenzione alla sua profondità e alla coerenza con un tema da affrontare con forte consapevolezza delle complessità collegate, sia in ottica di costruzione di portafoglio che di rispondenza alle delle esigenze dei clienti.
“La Sustainable Finance Disclosure Regulation è una tappa decisiva”, afferma il manager relativamente ai recenti cambi normativi che riguardano il mercato europeo. “L'ottenimento del rating ESG massimo (articolo 9) per un fondo è molto complesso e sfidante e questo renderà più arduo ogni tentativo di green-washing”, aggiunge sul punto. “Tutti i nostri fondi Equity hanno immediatamente ottenuto l'articolo 9, perché siamo stati tra i pochi in Europa a ottenere il doppio Label ISR della Francia e del Belgio, a dimostrazione del carattere avanzato dei nostri processi di investimento ESG. Il nostro metodo di analisi SRI proprietario è al centro del processo di selezione dei titoli in portafoglio: si basa su liste di esclusione estese e su modelli quantitativi sviluppati dai nostri gestori e analisti, come il nostro metodo di valutazione dell'impatto Montpensier Impact Assessment”. Per quanto riguarda l’Italia, infine, Gazzoletti conferma il focus sui segmenti istituzionale e wholesales. “Avremo tempo e modo di approfondire l’allargamento al settore retail che resta ovviamente interessante, ma ad ora continuiamo a concentrarci sulla clientela professionale”, conclude.