Il processo di fund selection, dunque, parte dall’analisi fondamentale, che traccia il perimetro entro cui si muovono i professionisti e, nella definizione delle scelte dei prodotti specifici, segue “tre step fondamentali”. Gini indica come il primo passaggio, quello di analisi quantitativa, sia “uno screening proprietario sulla base dati Morningstar Direct”. L’analisi degli esperti, in questa sede, è effettuata alla luce di tre criteri: maximum drawdown, information ratio e ESG, “quest’ultimo con l’ausilio del Morningstar Sustainability Rating”.
I prodotti identificati sono sottoposti all’analisi qualitativa che si concentra “sulle cinque P: people, processi, performance, proximity e price. In particolare, prosegue l’esperta, il “people assume un peso rilevante nella fase qualitativa nell’analisi del team di investimento, sulla sua stabilità e sul track record sia nel complesso della squadra, sia dei singoli professionisti”. Infine la portfolio construction, che vede la creazione di una buy list “con tutti i fondi che passano il nostro screening e ci possono interessare, con riferimento a tutte le asset class”. È appunto in sede di portfolio construction che prende forma tutto il lavoro di selezione e il ruolo del team di fund selection come ‘centro di competenza’: “Se lo scopo è creare un portafoglio bilanciato o che ha un target su un goal specifico, si vanno a individuare i fondi già presenti nella buy list”, “Dopo di che – conclude l’esperta –, ogni investimento viene monitorato sia a livello qualitativo sia quantitativo nel tempo”.
5/5